Il bullismo non fa più distinzione tra maschi e femmine. Colpiti ambedue i sessi.
La scuola è l’epicentro delle sopraffazioni. Le ragazze vittime soprattutto di violenza psicologica (68% dei casi), tra i maschi è comune anche la violenza fisica (23,5%). Le vittime femmine hanno più facilità a parlarne, soprattutto in famiglia. La maggior parte dei maschi, invece, sceglie di tacere. I risultati
Il bullismo non è più un fenomeno maschile. Tanto più nell’era del cyber bullismo, le differenze di genere si sono annullate e oggi le ragazze devono affrontare le prepotenze delle coetanee e dei coetanei tanto quanto i loro compagni maschi. Lo rileva un sondaggio online realizzato dall’Aied di Roma (Associazione italiana per l’educazione demografica) al quale hanno risposto 1.400 tra ragazze e ragazzi.
Le percentuali di chi dichiara di essere stato vittima di bullismo sono molto simili tra uomo e donna (63,64% e 67,97%). Gli edifici scolastici sono l’epicentro delle sopraffazioni (per l’85% delle femmine, per il 59% dei maschi).
Le ragazze vittime soprattutto di violenza psicologica (68% dei casi). Tra i maschi la violenza psicologica rappresenta il 35% dei casi, quella fisica il 23,5%.
Le ragazze si confidano, condividono con amiche e parenti e solo poco più del 25% preferisce tacere, magari nella speranza che l’episodio sia isolato. Dall’altra parte il 33 per cento dei ragazzi preferisce la via del silenzio che superano la richiesta di aiuto in famiglia. La maggior parte di coloro che decidono di non parlare lo fa per vergogna: il 38% delle ragazze, addirittura il 41% dei ragazzi.
Al quesito “Ha mai reagito?”, il 11,32% delle femmine risponde “Sì, sempre”, dato che sale a 18,18% tra i maschi. Dall’altra parte, il 34% delle femmine non ha reagito mai e lo stesso ha fatto il 27,27% dei maschi.
Ma cosa si può fare per contrastare il bullismo? Per i ragazzi e le ragazze che hanno risposto al sondaggio dell’Aied, la soluzione più efficace è “punire più severamente i bulli”.