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Se dico Farmacia è un progetto di storytelling lanciato da Farmacia Serafini per raccontare e far raccontare dagli utenti il mondo farmacia in tutte le sue declinazioni.
Desideriamo coinvolgere il popolo della rete e tutti i cittadini nella costruzione di una storia collettiva che racconti l’universo “farmacia” a 360°, rendendoci portavoce di un argomento che riguarda la quotidianità di tutti noi, dai giovani ad una fascia più anziana di persone.
Ti va di partecipare a questo esperimento sociale?
La domanda a cui ti chiediamo di rispondere è semplice: “Cosa pensi #SeDicoFarmacia?”
Quando si pone questo quesito le risposte possono essere molteplici e disparate: dai medicinali ai prodotti di bellezza e benessere alle persone che trovi al dì là del bancone. Non esiste una risposta corretta e una sbagliata: noi vogliamo ascoltare la tua storia.
Raccontaci sulla pagina Facebook di Farmacia Serafini un ricordo, un pensiero o più semplicemente la prima cosa che ti viene in mente quando pensi alla parola “farmacia” utilizzando l’hashtag #SeDicoFarmacia.
Ogni settimana pubblicheremo le risposte ricevute da tutti i nostri clienti e dagli utenti della rete collezionandole all’interno di un album che verrà pubblicato sia sulla nostra pagina Facebook sia qui sul sito.
E tu, cosa pensi #SeDicoFarmacia? Ti aspettiamo su Facebook.
“Cosa pensi #SeDicoFarmacia?”.
È questa la domanda che vi abbiamo rivolto chiedendovi di raccontarci un ricordo, un pensiero o più semplicemente la prima cosa che vi viene in mente quando pensate alla parola “farmacia”.
Il risultato di questo nostro esperimento sociale é stato circa 300 risposte, ricevute da tutti i nostri clienti e dagli utenti della rete, che sono state raccolte all’interno di un album sulla pagina Facebook di Farmacia Serafini.
Gli argomenti scaturiti da questo progetto di storytelling sono stati innumerevoli: dall’accezione più classica della farmacia (legata al mondo dei farmaci, dei costi delle medicine, degli orari della farmacia e della salute in generale) a temi più ispirazionali legati a ricordi d’infanzia, profumi e rapporti personali con le persone che lavorano in farmacia e che ogni giorno diventano un punto di riferimento per i clienti.
Attraverso l’iniziativa #SeDicoFarmacia abbiamo voluto renderci portavoce di un argomento che riguarda la quotidianità di tutti noi cittadini e provare a far percepire la farmacia non solo come “il posto in cui si va quando stiamo poco bene” ma anche e soprattutto come un luogo di benessere e di soluzioni piccole e grandi. Nel nostro piccolo crediamo di esserci riusciti, grazie al contributo di tutti coloro che hanno partecipato.
Di seguito abbiamo raccolto e argomentato quelli che a nostro parere sono stati i riscontri più significativi ricevuti su #SeDicoFarmacia:
“Che differenza c’è tra farmaco generico e farmaco brand?”.
Se inizialmente i farmaci generici venivano chiamati così per distinguerli dal marchio (uscito per primo sul mercato), oggi si preferisce chiamarli “equivalenti” per sottolineare la perfetta sovrapposizione in termini di efficacia. Tanto più che l’AIFA, per autorizzare l’immissione in commercio di questi prodotti, valuta la bio-equivalenza, cioè l’efficacia finale del farmaco che deve contenere la stessa quantità e forma di principio attivo, anche se diversi eccipienti, ma farmacologicamente ugualmente inerti.
“Come funziona il servizio di turno festivo notturno in farmacia o, più correttamente, di Guardia Farmaceutica Notturna?”
Ecco alcuni chiarimenti alle domande che ci vengono rivolte su questo argomento.
Il turno notturno solitamente inizia a partire dalle ore 23.
Dalle 20 alle 23 il farmacista può evadere qualsiasi richiesta, effettuando la stessa attività svolta durante il normale orario di apertura; la farmacia è chiusa solo per ragioni di sicurezza. Nella nostra zona (da Fucecchio a S. Maria a Monte) il turno inizia alle ore 20 del venerdì e termina alle 20 del venerdì successivo, con orario continuato, e comprende anche eventuali festività infrasettimanali.
Dopo le 23 il farmacista deve intervenire solo in presenza di una ricetta dichiarata urgente dal medico prescrittore o in situazioni di urgenza ritenute tali dal farmacista (così come avviene durante la chiusura pomeridiana, dalle 13 alle 16).
Durante il turno notturno il farmacista è tenuto ad applicare il diritto di chiamata, a meno che il paziente non sia in possesso di una ricetta della guardia medica o del pronto soccorso, dichiarata urgente dal prescrittore. Il diritto di chiamata ha un costo di € 7 durante la chiusura notturna (€ 10 per le farmacie rurali sussidiate) e di € 4 durante la chiusura diurna (solo per le farmacie rurali sussidiate).
La presenza sul territorio di una farmacia di turno è obbligatoriamente segnalata dalla croce verde sempre accesa anche nelle ore serali e notturne. In farmacia si possono trovare tutti gli orari di apertura e chiusura della stessa e l’elenco delle farmacie di turno esposto al pubblico tramite il cartello. Tutte queste informazioni vengono riportate anche sui siti dei Comuni e sui social delle farmacie.
Il prezzo dei medicinali è unico su tutto il territorio nazionale e deriva da un accordo tra l’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) e la ditta che commercializza il farmaco.
Alla domanda “Perché molte volte bisogna pagare una quota per l’erogazione di un farmaco prescritto su ricetta del SSN (ricetta rossa)?” possiamo rispondere che ciò si basa sul fatto che il Servizio sanitario rimborsa integralmente il farmaco equivalente più economico sul mercato (a parità di dosaggio e posologia). Nel caso in cui il cittadino decida di ritirare questo medicinale non sarà tenuto a pagare nessuna quota. Qualora il paziente preferisca il farmaco brand (a prezzo superiore a quello dell’equivalente) dovrà pagare la differenza di prezzo.
Inoltre in base al reddito del paziente, per ogni confezione di medicinale può essere aggiunto un ticket imposto dalla regione, cioè una quota di partecipazione dei cittadini, ad esclusione di quelli esenti, alla spesa pubblica per l’assistenza sanitaria.
“Su cosa si basa il ticket?”. Su vari fattori quali reddito, età, determinate patologie, stato di invalidità e altri casi particolari. Ricordiamo che il farmacista è sempre tenuto ad informare il paziente della disponibilità dei farmaci equivalenti e il cliente può decidere di accettare o meno la sostituzione.
Vi ricordate della vecchia figura del farmacista intento a preparare medicinali nel suo laboratorio?
Esiste ancora!
I farmaci galenici infatti sono i medicinali che vengono allestiti direttamente dal farmacista per il paziente nel laboratorio della farmacia. Questi farmaci possono essere realizzati in base ad una ricetta del medico e vengono definiti “preparati magistrali”. Oppure possono essere prodotti direttamente dal farmacista seguendo regole ben precise dettate dalla Farmacopea senza l’obbligo di prescrizione medica: in questo caso vengono definiti “preparati officinali”.
La galenica poi può essere applicata in diversi settori della farmacia: dalla fitoterapia, alla cosmetica, alla veterinaria. Ma perché ricorrere alle preparazioni galeniche? In primo luogo perché sono preparazioni “ad personam”, cioè vengono realizzate per il singolo paziente in modo da soddisfare particolari esigenze, come per esempio un dosaggio non presente nei farmaci industriali in commercio, per variare gli eccipienti in base ad allergie o intolleranze, oppure per cambiare la forma farmaceutica: ad esempio può essere preparato uno sciroppo con lo stesso principio attivo di un prodotto commercializzato solo sotto forma di compresse per un paziente che non è in grado di ingerirle.
Molte volte le preparazioni galeniche sono anche più convenienti rispetto a quelle industriali e sono detraibili, indipendentemente che si tratti di preparazioni magistrali o officinali.
“Ho un po’ di mal di gola! Non posso ammalarmi. Prenderò un antibiotico!”.
Troppo spesso sentiamo frasi come questa e troppo spesso vengono assunti antibiotici con eccessiva leggerezza, senza riflettere su quale sia il loro reale utilizzo e quali conseguenze comporti una loro eccessiva assunzione.
L’abuso di antibiotici è un vero e proprio problema di sanità pubblica perché ha portato alla nascita di ceppi batterici resistenti al trattamento riportando ceppi comuni, curati efficacemente da decenni, ad essere nuovamente molto pericolosi. Questa pericolosità è data anche dal fatto che i batteri antibiotico-resistenti possono diffondersi in contesti sociali ravvicinati: tra membri della famiglia, compagni di scuola, colleghi di lavoro, etc. Questi ceppi batterici quindi non sono solo più difficili da curare ma determinano un aumento dei costi per la sanità pubblica.
È importante quindi:
Attualmente la legge permette di praticare liberamente sconti sui prezzi al pubblico di tutti i medicinali venduti in farmacia e pagati direttamente dai clienti, comprese la fascia A, C, OTC e SOP, purché gli sconti siano esposti in modo leggibile e chiaro al consumatore e siano praticati a tutti i clienti (e non solo a quelli, ad esempio, in possesso di carte fedeltà). Inoltre non è legittimo adottare, per i medicinali, forme di promozione (per esempio prendi 3 e paghi 2) diverse o in aggiunta allo sconto sul prezzo di vendita.
D’altro canto sebbene concordiamo sull’applicazione di sconti, con l’intento di essere più competitivi e far risparmiare i pazienti, siamo anche convinti che questi non debbano mai andare a discapito del consiglio, della professionalità del farmacista e del benessere del paziente.
La pianta organica delle farmacie è un atto amministrativo del Comune, attraverso il quale viene garantita la distribuzione omogenea sul territorio del servizio farmaceutico: in poche parole è la “mappa” delle sedi farmaceutiche del territorio comunale, in base alla popolazione ed alla sua distribuzione.
La normativa prevede che ci debba essere una farmacia ogni 3300 abitanti, rispettando una distanza minima obbligatoria di 200 metri. Inoltre la pianta organica delle farmacie deve essere sottoposta a revisione ogni 2 anni, al fine di verificare la corrispondenza della dislocazione delle farmacie sul territorio alle esigenze della popolazione e allo scopo di realizzare un efficace sistema di distribuzione dei farmaci e quindi coprire anche le zone più disagiate.
La ricetta medica è un documento che consente al paziente di poter ritirare o acquistare i farmaci prescritti dal medico, di prenotare visite specialistiche ed esami diagnostici. Potremmo dire quindi che la ricetta è un’autorizzazione che viene data in forma scritta dal medico al farmacista perché possa consegnare uno o più farmaci al paziente.
La ricetta medica può essere compilata da Medici Chirurghi, Medici Odontoiatri e Medici Veterinari i quali si assumono la completa responsabilità della scelta del farmaco e della terapia da seguire per un determinato paziente.
La ricetta medica non ha quindi niente a che vedere con il “lato economico” dei farmaci, ma semplicemente permette al farmacista di poter dispensare i medicinali prescritti.
Farmacista e medico sono due figure sanitarie molto importanti che naturalmente svolgono un lavoro molto diverso tra loro ma che, lavorando in collaborazione, hanno lo stesso obiettivo: il benessere e la tutela della salute dei pazienti.
Mentre il medico ha il compito di visitare i pazienti in prima persona, eseguire diagnosi e prescrivere esami o farmaci, il farmacista ha il compito di erogare i medicinali ma soprattutto di fornire consigli sul loro corretto uso, ascoltando i pazienti e suggerendo eventuali modificazioni dello stile di vita, della dieta e quant’altro poiché “meglio prevenire che curare”. Il paziente può quindi recarsi in farmacia quando vuole per chiarire qualsiasi dubbio possa avere.
“Cosa si intende con aderenza terapeutica?”.
L’aderenza terapeutica è la misura in cui il comportamento di una persona nell’assumere farmaci, nel seguire una dieta, nell’attuare cambiamenti nello stile di vita, corrisponde alle raccomandazioni di professionisti sanitari come medici e farmacisti, condivise dal paziente.
“Perché l’aderenza terapeutica è importante?”.
Perché la scarsa aderenza alle prescrizioni del medico o ai consigli del farmacista è la causa principale di inefficacia delle terapie farmacologiche (soprattutto croniche) con un aumento degli effetti indesiderati, degli interventi di assistenza sanitaria, della morbilità e della mortalità, costituendo un danno sia per i pazienti sia per il sistema sanitario.
L’esempio più noto, e diretta conseguenza di una scarsa aderenza terapeutica, è il fenomeno dell’antibiotico-resistenza.
Mentre la farmacia è una struttura sanitaria facilmente accessibile al pubblico a qualsiasi ora e giorno dell’anno, che contribuisce in maniera determinante a tutelare la salute dei pazienti, il farmacista è un professionista sanitario con cui i pazienti possono interagire direttamente per esporre dubbi o avere chiarimenti e consigli in ambito di materia sanitaria. Consiglio, ascolto e professionalità sono le parole distintive della figura del farmacista.
Proprio per la professionalità e competenza che lo contraddistingue, il farmacista è ancora oggi una delle figure più apprezzate dai pazienti che talvolta hanno solo bisogno di essere ascoltati e di ricevere un consiglio anche semplice ma molto importante.
Quando parliamo di farmacista parliamo di una figura professionale che non si ferma alle nozioni apprese durante il percorso di studi universitari ma che, al contrario, è un “professionista all’avanguardia” in quanto segue costantemente le continue trasformazioni e novità in ambito sanitario attraverso corsi di aggiornamento.
Questo permette al farmacista di garantire al meglio assistenza al paziente fornendo informazioni concrete, veritiere e scientifiche anche alla luce delle varie “fake news” in ambito medico che ormai troppo spesso circolano sul web.
Quindi sebbene ci si possa interessare alla propria salute informandosi con ogni mezzo disponibile, è sempre necessario valutare l’affidabilità delle informazioni raccolte on-line con le conoscenze di un farmacista ottenute attraverso lunghi anni di studio, esperienza e continuo aggiornamento.
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