Please wait...

Curcuma-epatite.png

Il Ministero informa che l’Iss ha rilevato nuovi casi di epatite colestatica acuta, non infettiva e non contagiosa, riconducibili al consumo di curcuma e che sono in corso verifiche sul territorio da parte delle autorità sanitarie. “I consumatori sono invitati a titolo precauzionale a sospendere temporamente il consumo di tali prodotti”

Il ministero della Salute informa che l’Istituto Superiore di Sanità ha segnalato nove casi di epatite colestatica acuta, non infettiva e non contagiosa, riconducibili al consumo di integratori alimentari a base di curcuma e che sono in corso verifiche sul territorio da parte delle autorità sanitarie.

Gli ultimi prodotti segnalati sono:
Curcuma complex B.A.I. aromatici per conto di Vitamin shop
Tumercur Sanandrea
MOVART Scharper SpA stabilimento a Nichelino
Curcuma Meriva 95% 520mg Piperina 5 mg Farmacia dr. Ragazzi, Malcontenta
Curcuma “Buoni di natura” Colfiorito

che si aggiungono ai prodotti già segnalati il 10 e il 16 maggio scorsi:
Curcumina Plus 95%, lotto 18L823 NI.VA prodotto da Frama
Curcumina 95% Kline lotto 18M861 NI.VA prodotto da Frama
Curcumina Plus 95% piperina linea@ lotto 2077-LOT 198914 NI.VA prodotto da Frama
Curcumina Plus 95% piperina linea@ 18e590 NI.VA prodotto da Frama

“I consumatori – dichiara il Ministero della Salute – sono invitati a titolo precauzionale a sospendere temporamente il consumo di tali prodotti. Sono in corso le verifiche per individuare la causa responsabile dei casi di epatite”.


allenamento-cervello.jpg

Dai 60 anni in poi il cervello perde annualmente circa lo 0,2 per cento del suo volume. Un buon modo per contrastare questa perdita è quello di svolgere una leggera attività fisica quotidiana, come 19 minuti di camminata.

Il volume del cervello diminuisce dello 0,2% circa ogni anno partire dai 60 anni. Un restringimento eccessivo è legato a problemi cognitivi. E una leggera attività fisica potrebbe avere effetti benefici su questo processo. L’evidenza emerge da uno studio condotto da un team della Boston University School of Medicine guidato da Nicole Spartano.

Lo studio

Lo studio è stato condotto su 2.354 volontari di mezza età ,che sono stati sottoposti a diversi livelli e frequenza di attività fisica. I ricercatori hanno allora osservato che ogni ora di leggera attività fisica in più era associata ad un aumento del volume cerebrale superiore dello 0,22%. Un’attività fisica d’intensità moderata, come camminare a passo sostenuto, svolta per 19 minuti al giorno, era invece associata ad un volume cerebrale maggiore dello 0,29% rispetto a coloro che svolgevano in media un’attività per meno di 10 minuti al giorno.

Una differenza del volume cerebrale è stata riscontrata anche rispetto al numero di passi: i partecipanti che effettuavano almeno 7.500 passi al giorno presentavano volumi cerebrali maggiori di coloro che avevano una media inferiore a 7.500. I livelli di esercizio fisico dello studio sono inferiori a quelli che, secondo le linee guida, possono apportare sostanziali benefici per la salute. Gli adulti dovrebbero puntare ad almeno 150 minuti a settimana, quindi circa 21 minuti al giorno, di attività fisica d’intensità moderata, oppure 75 minuti a settimana di esercizio fisico vigoroso, e almeno 10.000 passi al giorno.

I partecipanti hanno indossato un piccolo accelerometro per un periodo variabile dai 3 agli 8 giorni. In questo modo sono stati misurati il dispendio energetico e il numero di passi. Il volume del cervello è stato valutato usando la risonanza magnetica. Secondo le stime dei ricercatori, ogni ora aggiuntiva di attività fisica di lieve intensità sarebbe associata a circa 1,1 anni d’invecchiamento cerebrale in meno.

Fonte: AMA Network Open

Ankur Banerjee

(Versione italiana per Quotidiano Sanità/Popular Science)


Acari-evi-1.jpg

La Toscana erogherà gratuitamente, oltre agli spray nasali per la rinite allergica, anche l’immunoterapia specifica per gli allergici agli acari della polvere. Il farmaco dovrà essere prescritto da uno specialista ospedaliero allergologo-immunologo clinico operante all’interno delle strutture pubbliche della Regione.

Circa 750.00-950.000 persone, in Toscana, soffrono di rinite allergica, 190.000-380.000 di asma bronchiale e circa 380.000-760.000 coloro c che risultano positive ai test cutanei o alla ricerca delle IgE specifiche per acari: questo non significa necessariamente che tutte queste persone abbiano sintomi derivanti da tale sensibilizzazione e il ruolo dello specialista allergologo è fondamentale nella definizione clinica di “vera” allergia e quindi di paziente indicato per le specifiche terapie. Per loro, in Toscana, arriva da oggi una importante novità: la Regione erogherà gratuitamente, oltre agli spray nasali per la rinite allergica, anche l’immunoterapia specifica per gli allergici agli acari della polvere. Lo stabilisce una delibera presentata dall’assessore al diritto alla salute e approvata dalla giunta nel corso della sua ultima seduta.

“L’immunoterapia specifica è una terapia indicata per la rinite allergica agli acari della polvere da lieve a grave, associata ad asma allergico agli acari della polvere non ben controllato da corticosteroidi inalatori e broncodilatatori: anche questo farmaco dovrà essere prescritto da uno specialista ospedaliero allergologo-immunologo clinico operante all’interno delle strutture pubbliche della Regione. Viene garantita la continuità terapeutica con farmaci corticosteroidi topici nasali”, spiega la Regione in una nota.

Nella nota si evidenzia come le malattie allergiche respiratorie sono in costante aumento, con un grave impatto sulla qualità della vita, sui costi per l’assistenza sanitaria, e anche sull’assenteismo dal lavoro. La rinite allergica è spesso associata ad altre patologie: asma bronchiale, congiuntivite, rinosinusite, poliposi nasale, infezione del tratto respiratorio inferiore, ipertrofia adenoidea, otite, disturbi del sonno, e persino malocclusione dentale. La catena tra rinite e asma è molto breve, e spesso chi ha problemi di rinite può avere complicazioni asmatiche.

“In molti casi – spiega la nota – la rinite allergica è provocata dagli acari della polvere, in maniera di solito indipendente dai fattori stagionali che caratterizzano altri tipi di allergie, come quelle ai pollini. Da qui la necessità di una terapia immunizzante, che consente di ridurre il ricorso a terapie cortisoniche e con altri farmaci: si tratta però di una terapia costosa, che non tutti potrebbero permettersi (circa 1.400 euro l’anno per almeno tre anni). Per questo la Regione ha deciso di erogarla a carico del Servizio sanitario regionale”.

L’Immunoterapia specifica (ITS) consiste nella somministrazione a dosi crescenti per via orale dei componenti allergizzanti degli acari della polvere di casa: ad oggi è considerato l’unico trattamento in grado di ottenere una riduzione della sensibilità del paziente verso gli allergeni, in questo caso degli acari, ed è in grado anche di limitare la progressione della rinite in asma e il rischio di comparsa di altre condizioni associate. Il miglioramento della qualità di vita del paziente è un dato certo; inoltre, il trattamento con l’ITS consente una riduzione di eventi clinici ben più gravi, e anche il minor ricorso a ricoveri ospedalieri e un contenimento del consumo dei farmaci sintomatici.


allattamento-al-seno.jpg

Allattare al seno il proprio bimbo, quando lo si può fare, aiuta a proteggerlo dall’obesità.

Lo evidenzia uno studio condotto dall’Istituto Nazionale della Sanità in Portogallo e promosso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, presentato all’European Congress on Obesity a Glasgow. La ricerca fa parte della Who Childhood Obesity Surveillance Initiative, guidata dal dottor João Breda, capo dell’ufficio europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie non trasmissibili dell’Oms.

Per quanto riguarda l’allattamento al seno, l’analisi, che ha compreso 16 paesi tra i quali l’Italia e 29.245 bambini, ha trovato un effetto protettivo: rispetto ai bambini allattati al seno per 6 mesi, quelli che non erano mai stati avevano il 22% in più di probabilità di essere obesi; mentre quelli allattati però per meno di un semestre avevano il 12% in più di probabilità di essere in sovrappeso. Risultati simili sono emersi anche per quanto riguarda l’allattamento al seno esclusivo, sulla base di dati provenienti da 8 paesi (15.371 bambini). L’analisi ha rivelato anche un rischio maggiore del 50% di obesità infantile in caso di parto prematuro. Il basso peso alla nascita è risultato essere un fattore in qualche modo ‘protettivo’, riducendo il rischio di sovrappeso del 35%, mentre al contrario si è riscontrato che un peso importante aumentava il rischio del 9%. Gli studiosi rilevano che nonostante continue prove derivati dalla ricerca scientifica che mostrano i benefici dell’allattamento al seno, quello esclusivo in Europa rimane al di sotto della raccomandazione globale. Se infatti in quasi tutti i paesi oltre il 77% dei bambini veniva allattato al seno, c’erano però delle eccezioni: in Irlanda, Francia e Malta, il 46%, il 38% e il 35% dei bambini, rispettivamente, non lo erano mai stati. Solo 4 paesi su 12, poi, avevano una prevalenza del 25% o più di allattamento al seno esclusivo (per 6 mesi o più), tra cui Georgia (35%) e Kazakistan (51%).

ANSA


parkinson.jpg

I medici del S. Salvatore de L’Aquila gli hanno impiantato elettrodi nel cervello e poi li hanno collegati a un generatore d’impulsi: il disturbo eliminato all’istante, a paziente sveglio. L’uomo, 66 anni, aveva inutilmente cercato di curarsi con la terapia farmacologica. L’operazione preceduta da un complesso lavoro di squadra che ha coinvolto molti servizi e reparti.

Eliminazione all’istante, a paziente sveglio, del forte tremore del Parkinson prima alla mano sinistra e poi all’altra: è questo l’effetto più impattante dell’intervento come evidenziato dal filmato realizzato dall’équipe della neurochirurgia dell’ospedale di L’Aquila che, per prima in Abruzzo, ha effettuato un intervento che azzera i sintomi della malattia. Con un semplice click dei medici, che innesca un generatore d’impulsi, un uomo di 66 anni, Erminio Bellaria, si è così riappropriato dell’autonomia dei movimenti di mani e braccia ed è tornato a cimentarsi col suo amato hobby: suonare la chitarra.

In cosa consiste l’innovativo intervento della neurochirurgia sulla stimolazione profonda cerebrale (Dbs), attualmente appannaggio solo di pochi ospedali italiani? “In sostanza – hanno spiegato dalla Asl -, gli specialisti impiantano elettrodi nel cervello, tramite dei fori sul cranio, su alcuni nuclei della base dell’encefalo (millimetrici) che regolano il movimento e che, non funzionando bene, sono causa del tremore. L’esatta collocazione degli elettrodi viene programmata attraverso un’accurata fase pre-operatoria e perfezionata da un sistema di neurovigazione. Gli elettrodi vengono poi collegati a un generatore d’impulsi, collocato nella regione sottocutanea del torace”.

L’intervento è stato eseguito dal dr. Francesco Abbate, che fa parte dell’équipe di neurochirurgia diretta dal dr. Alessandro Ricci ed è il frutto di un certosino lavoro di squadra che ha coinvolto più specialità. Oltre alla neurochirurgia, infatti, sono intervenuti per le diverse competenze, il dr. Alfonso Marrelli, direttore della neurofisiopatologia, il prof. Carlo Masciocchi della radiologia universitaria (con la dr.ssa Alessia Catalucci), il prof. Carmine Marini, direttore della neurologia (affiancato dalla dr.ssa Patrizia Sucapane e dal dr. Davide Cerone) e, infine, il prof. Franco Marinangeli, direttore del reparto di anestesia, attraverso la dr.ssa Donatella Trovarelli.

Un’azione corale che è servita ad esaminare le condizioni del paziente per verificare se ci fossero tutti gli elementi per sottoporlo all’operazione. L’uomo per anni aveva seguito una terapia a base di farmaci che però si era rivelata inefficace mentre i sintomi del Parkinson gli rendevano la vita sempre più difficile nella quotidianità.

“Eccellenze come quelle che illustriamo oggi – ha detto l’assessore Verì – mi rendono orgogliosa, prima di tutto come cittadina”.

Secondo la Asl il tipo di prestazione illustrata è destinata ad esercitare un’attrazione sia in regione sia al di fuori, quale servizio con caratteristiche di unicità nel trattamento di patologie riconducibili a disturbi del movimento (inefficaci ai farmaci), epilessia, dolore cronico, spasticità e disfunzioni retto-vescicali.


oms.jpg

L’Organizzazione mondiale per la sanità pubblica le raccomandazioni sull’attività fisica, comportamento sedentario e sonno per i bambini sotto i 5 anni. “Migliorare l’attività fisica, ridurre il tempo sedentario e garantire un sonno di qualità nei bambini migliorerà la loro salute fisica e mentale e aiuterà a prevenire l’obesità infantile e le malattie associate più avanti nella vita”.

“I bambini sotto i cinque anni devono trascorrere meno tempo seduti a guardare gli schermi, devono dormire meglio e avere più tempo per giocare se vogliono crescere sani”. È questo il messaggio lanciato dall’Oms nelle sue nuove linee guida sull’attività fisica, comportamento sedentario e sonno per i bambini sotto i 5 anni.

“Raggiungere la salute per tutti significa fare il meglio per la salute fin dall’inizio della vita delle persone”, afferma il direttore generale dell’OMS, Dr Tedros Adhanom Ghebreyesus. “La prima infanzia è un periodo di rapido sviluppo e un momento in cui i modelli di vita familiare possono essere adattati per guadagnare in salute”.

Le nuove linee guida sono state sviluppate da un gruppo di esperti dell’OMS che hanno valutato gli effetti sui bambini piccoli di un sonno inadeguato e del tempo trascorso seduti a guardare schermi o seduti su seggioloni e passeggini. Inoltre sono state anche esaminati i benefici di un aumento dei livelli di attività fisica.

“Migliorare l’attività fisica, ridurre il tempo sedentario e garantire un sonno di qualità nei bambini migliorerà la loro salute fisica e mentale e aiuterà a prevenire l’obesità infantile e le malattie associate più avanti nella vita”, afferma la dott.ssa Fiona Bull, responsabile del programma di sorveglianza della popolazione della prevenzione delle malattie non trasmissibili, presso l’OMS.

I numeri della sedentarietà.

Il mancato rispetto delle attuali raccomandazioni sull’attività fisica è responsabile di oltre 5 milioni di morti a livello globale ogni anno in tutte le fasce d’età. Attualmente, oltre il 23% degli adulti e l’80% degli adolescenti non sono sufficientemente attivi fisicamente.

“Quello che dobbiamo veramente fare è riportare il gioco ai bambini”, afferma la dott.ssa Juana Willumsen. “Si tratta di passare dal tempo sedentario al tempo di gioco, proteggendo al contempo il sonno”.

L’Oms rileva come “lo schema dell’attività complessiva nelle 24 ore è fondamentale: sostituire il tempo prolungato davanti allo schermo con un gioco più attivo o sedentario, assicurandosi che i bambini piccoli ricevano abbastanza sonno di buona qualità. Il tempo sedentario di qualità trascorso in attività interattive non basate sullo schermo con un caregiver, come lettura, narrazione, canto e puzzle, è molto importante per lo sviluppo del bambino”.

Raccomandazioni per i neonati (meno di 1 anno) che dovrebbero:

Essere fisicamente attivi più volte al giorno in vari modi, in particolare attraverso il gioco interattivo basato sul pavimento. Per coloro che non sono ancora in movimento, questo include almeno 30 minuti in posizione prona.

Non essere fermati per più di 1 ora alla volta (ad esempio carrozzine/passeggini, seggioloni o cinghie sulla schiena di un caregiver). Quando si è seduti, incoraggiare la lettura e la narrazione con un caregiver.

Avere 14-17 ore (0-3 mesi di età) o 12-16 ore (4-11 mesi di età) di sonno di buona qualità, compresi i sonnellini.

I bambini di età compresa tra 1 e 2 anni devono:

Trascorrere almeno 180 minuti svolgendo vari tipi di attività fisica a qualsiasi intensità, compresa l’attività fisica di intensità da moderata a intensa, diffusa durante il giorno.

Non restare per più di 1 ora alla volta (ad esempio, carrozzine/passeggini, seggioloni o cinturino sulla schiena di un caregiver) o rimanere seduti per lunghi periodi di tempo. Per i bambini di un anno, il tempo davanti allo schermo (come guardare la TV o i video, giocare ai videogiochi) non è raccomandato. Per quelli di 2 anni, il tempo di schermo sedentario non dovrebbe essere superiore a 1 ora (meno è meglio). Quando si è seduti, si incoraggia la lettura e la narrazione con un caregiver.

Avere 11-14 ore di sonno di buona qualità, compresi i sonnellini, con il sonno regolare e i tempi di sveglia.

I bambini di 3-4 anni dovrebbero:

Trascorrere almeno 180 minuti svolgendo vari tipi di attività fisiche a qualsiasi intensità, di cui almeno 60 minuti di attività fisica di intensità moderata-intensa, diffusa durante il giorno.

Non essere fermi per più di 1 ora alla volta (ad es. Carrozzelle/passeggini) o rimanere seduto per lunghi periodi di tempo. Il tempo davanti allo schermo non dovrebbe essere superiore a 1 ora (meno è meglio). Quando si è seduti, incoraggiare la lettura e la narrazione con un caregiver.

Avere 10-13 ore di sonno di buona qualità, che possono includere un pisolino, con il sonno regolare e i tempi di sveglia.


violino.jpg

La violinista, di 23 anni, era affetta da una neoplasia cerebrale frontale sinistra a basso grado di malignità. L’intervento con tecnica “Awake” realizzato all’ospedale SS.Annunziata. “Sembra surreale, ma si fa conversazione con il paziente” commenta il direttore dell’Uoc di Neurochirurgia

Una ragazza di 23 anni, violinista, affetta da un tumore al cervello, è stata operata mentre suonava il violino. E’ accaduto nell’ospedale SS. Annunziata di Taranto per curare una neoplasia cerebrale frontale sinistra a basso grado di malignità. “E’ il primo intervento del genere nel Sud Italia e pochissimi altri ne sono stati effettuati nel Paese”, spiega l’Ansa riportando le dichiarazioni della Asl.

L‘intervento, di oltre 5 ore, è stato effettuato dal direttore dell’Unità Operativa Complessa di Neurochirurgia, dottor Giovanni Battista Costella, e dal dottor Nicola Zelletta, con la fondamentale collaborazione dell’anestesista, dottor Angelo Ciccarese. “Sembra surreale, ma si fa conversazione con il paziente – spiega Costella – spiegando cosa si sta facendo in modo da tranquillizzarlo il più possibile e monitorare la situazione in maniera più attenta”.

La metodica chirurgica adottata dall’equipe, implementata dall’ausilio di dispositivi di ultima generazione come il neuronavigatore e il monitoraggio neurofisiologico di cui dispone il reparto, ha permesso di rimuovere il tumore evitando danni neurologici, soprattutto disturbi della parola e cognitivi ed evitare difficoltà nella coordinazione dei gesti. Stimolando nella fase operatoria specifiche zone cerebrali, sono stati evocati disturbi sensitivi complessi. “Questa tecnica – conclude Costella – è particolarmente indicata nei casi in cui è necessario rimuovere lesioni localizzate in zone critiche. Certo, al paziente è richiesta collaborazione e la procedura nel complesso non è una esperienza semplice”.


celiachia_2019.JPG-1200x801.jpg

II buono sarà sostituito da un codice numerico che, abbinato alla tessera sanitaria, consentirà ai celiaci di acquistare i prodotti alimentari specifici: una nuova e moderna modalità telematica di gestione del vecchio buono cartaceo, che fino ad ora permetteva loro di acquistare i prodotti alimentari specifici per celiaci.

La Regione Toscana ha attivato il progetto di dematerializzazione del buono cartaceo per la celiachia, e dal 1° giugno il buono sarà sostituito da un codice numerico che, abbinato alla tessera sanitaria, consentirà ai celiaci di acquistare i prodotti alimentari specifici: una nuova e moderna modalità telematica di gestione del vecchio buono cartaceo, che fino ad ora permetteva loro di acquistare i prodotti alimentari specifici per celiaci.

Il Codice Celiachia è stato presentato nel corso di una conferenza stampa, dall’assessore al diritto alla salute, assieme a Andrea Belardinelli, responsabile del settore sanità digitale e innovazione dell’assessorato, e a Elisabetta Tosi, vicepresidente di AIC (Associazione Italiana Celiachia) Toscana. Un progetto che riguarda quasi 17.000 persone e che, come ha sottolineato l’assessore, semplifica enormemente la vita dei pazienti affetti da morbo celiaco o dermatite erpetiforme, che finora dovevano utilizzare i buoni cartacei per avere gli alimenti specifici. Per Belardinelli il codice rappresenta un nuovo esercizio di cittadinanza digitale, a pochi giorni dalla presentazione della prenotazione Cup online.

Elisabetta Tosi, nel suo intervento, ha sottolineato come questa novità coincida con il 40° anniversario dell’ Associazione e rappresenti davvero un bel regalo di compleanno. La dematerializzazione, ha insistito, migliora la vita al celiaco e ottima è anche la circolarità del buono all’interno di tutta la regione. Tosi ha infine ricordato come la Toscana sia stata la prima a partire con i buoni cartacei e ora la dematerializzazione è il tassello che va a completare il tutto.

Cos’è il Codice Celiachia

Il Codice Celiachia è un codice numerico rilasciato dall’azienda sanitaria di riferimento, che il paziente celiaco potrà utilizzare per acquistare i prodotti alimentari specifici nei supermercati della grande distribuzione organizzata, le farmacie, parafarmacie e gli altri esercizi commerciali comunque convenzionati, su tutto il territorio regionale (in tutto 900 esercizi).

Il Codice Celiachia entrerà in funzione dal 1° giugno, ma già ora i pazienti possono andare alla Asl di riferimento per avere il Codice.

Fino al 31 maggio saranno sempre validi i buoni cartacei, che però non saranno più spendibili dal 1° giugno.

Il Codice Celiachia rientra nel progetto regionale Cel@RT, che prevede la dematerializzazione dei buoni cartacei e l’introduzione di una piattaforma informatizzata per la gestione di tutto il processo.

Molti i piccoli disagi della vecchia gestione cartacea: il cittadino era costretto a ricordarsi di portare sempre con sé il buono cartaceo nel portafoglio, era costretto a spendere solo negli esercizi convenzionati dalla sua Asl di riferimento, stando attento al superamento del valore del buono ed agli arrotondamenti dei prezzi e doveva porre attenzione anche tenere separata la consueta spesa da quella con i prodotti specifici per celiaci.

Tutto questo dal 1° giugno rimarrà solo un lontano ricordo.

L’utilizzo della tecnologia, che il Settore Sanità digitale ed innovazione di Regione Toscana ha deciso di sviluppare e attivare con forza in questi ultimi mesi, aiuterà infatti a semplificare sensibilmente la vita di questi utenti e renderà tutto più veloce, rapido e sicuro.

Il budget mensile

Il cittadino a cui è stata certificata la patologia del morbo celiaco o dermatite erpetiforme ha diritto ad usufruire di un budget mensile per l’acquisto di prodotti alimentari specifici (iscritti nel registro nazionale degli alimenti per celiaci).

Per usufruire di questo diritto, il cittadino si deve recare all’azienda sanitaria di riferimento (servizio farmaceutico integrativo) munito della propria tessera sanitaria in corso di validità e un documento di identità. In caso di primo accesso, dovrà portare anche la certificazione medica della patologia.

Questi i nuovi limiti di spesa in vigore dal 1° gennaio 2019 per i prodotti senza glutine, come previsto dal Decreto ministeriale del 10 agosto 2018:
6 mesi-5 anni: 56 euro
6-9 anni: 70 euro
10-13 anni: 100 euro (maschio) – 90 euro (femmina)
14-17 anni: 124 euro (maschio) – 99 euro (femmina)
18-59 anni: 110 euro (uomo) – 90 euro (donna)
60 anni e oltre: 89 euro (uomo) – 75 euro (donna)

Come utilizzare il budget

Per utilizzare il budget mensile è necessario:
– avere con sé la propria tessera sanitaria in corso di validità e il Codice Celiachia rilasciato dalla Asl;
– comunicare alla cassa che si intende usufruire del budget per il pagamento dei prodotti per celiaci;
– inserire nell’apposito dispositivo presente alla cassa la tessera sanitaria e digitare il proprio Codice Celiachia.

Nel caso che il “sistema di cassa” dell’esercizio commerciale sia integrato direttamente con il progetto di Regione Toscana sarà possibile: fare compere “miste”, cioè comprendenti prodotti per celiaci e altri prodotti; il sistema sarà infatti in grado di riconoscere quelli rimborsabili, che saranno contrassegnati da una sigla sullo scontrino (SG); leggere sullo scontrino la cifra residua del budget mensile per un controllo preciso e immediato.

Il cittadino avrà inoltre la possibilità di tenere sempre sotto controllo il suo budget, di individuare gli esercizi commerciali convenzionati a lui più vicini e di verificare in tempo reale se il prodotto che intende acquistare è tra quelli erogabili a carico del Servizio Sanitario oppure no (barcode). Tutto questo sarà possibile sia attraverso il Fascicolo Sanitario Elettronico che, in totale mobilità, attraverso la APP Smart SST di Regione Toscana.


celiachia.jpg

Dal 1° giugno si passerà dai buoni cartacei a un codice numerico abbinato alla tessera sanitaria: una misura che semplificherà molto la vita dei celiaci.

Finora i pazienti affetti da morbo celiaco o dermatite erpetiforme usufruivano di buoni cartacei per l’acquisto di prodotti senza glutine.

Col nuovo ‘codice celiachia’, che verrà rilasciato dall’Azienda sanitaria di riferimento, ai pazienti basterà esibire il codice, assieme alla tessera sanitaria, per avere gli alimenti specifici”.

A darne notizia, un comunicato della Regione Toscana.


logo footer

Via G. Nelli, 23 (angolo Piazza Montanelli)
50054 Fucecchio (FI)

Mail: info@farmaciaserafini.net

Tel: 0571 – 20027 (2 linee r.a.)
Fax: 0571 – 20027 (2 linee r.a.)

P.Iva 05439190488

Carte accettate

carte

Il Nostro Progetto

Logo Ivita Italia

Copyright farmacia Serafini 2016. Tutti i diritti riservati.