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Le pubblicità sulle doti dei dentifrici sbiancanti Denivit – Linee whitening e Mentadent – Linee whitening, rispettivamente della Henkel e della Unilever, contengono gli estremi di “pratica commerciale scorretta diffondendo informazioni non rispondenti al vero o, comunque, idonee, anche in virtù della loro presentazione complessiva, ad indurre in errore il consumatore circa le effettive caratteristiche di  efficacia sbiancante del prodotto in esame, alterando sensibilmente la capacità del consumatore di assumere una decisione consapevole di acquisto”.

Lo ha stabilito l’Autorità garante della concorrenza e del mercato che ha aperto due provvedimenti e al termine delle istruttorie e ha stabilito l’obbligo per i due prodotti di indicare nelle pubblicità ,in base al Codice del Consumo, gli impegni presi dalle due società a febbraio e marzo 2018.

Per quanto riguarda il primo dentifricio  dovrà essere rimosso ogni termine evocativo di trattamenti professionali e inserita la precisazione che i dentifrici “non sostituiscono gli interventi sbiancanti professionali effettuati dal dentista”, con il riferimento al “complesso cosmetico sbiancante” alla base della loro formulazione per i risultati di utilizzo del prodotto . Inoltre, la puntualizzazione dell’efficacia dei prodotti nella “rimozione delle macchie superficiali causate da cibo, bevande e fumo” e all’intervento “sugli inestetismi superficiali” dei denti, è secondo l’Agcm “idonea ad informare con chiarezza il consumatore medio circa il fatto che l’azione pulente dei prodotti in questione si riferisce esclusivamente alla mera rimozione delle macchie estrinseche e al ripristino del bianco naturale dei denti, non potendo far conseguire risultati superiori rispetto alla natura cosmetica degli stessi”.

Il produttore si impegna anche a migliorare l’informativa ai consumatori sulle caratteristiche dei prodotti e sulla corretta igiene orale anche attraverso altri canali di comunicazione quali il numero verde del Call Center e la campagna informativa presso i punti vendita e in base a questi impegni – che andranno verificati entro 60 giorni – il Codice del Consumo è soddisfatto e quindi vengono meno i possibili profili di scorrettezza della pratica commerciale.

Anche per quanto riguarda il secondo prodotto, le modifiche proposte dal produttore sono state ritenute idonee a fornire ai consumatori un quadro informativo complessivamente più completo e accurato circa i risultati realmente conseguibili con l’utilizzo del dentifricio, evidenziandone le caratteristiche di efficacia proprie dei prodotti cosmetici e richiamando l’attenzione dei consumatori su una corretta igiene orale.

In questo senso l’impegno prevede la revisione complessiva delle affermazioni pubblicitarie, da realizzare sul sito internet e sulle confezioni. In particolare, la rimozione di ogni termine che faccia pensare a trattamenti professionali e l’inserimento della precisazione “per trattamenti professionali rivolgiti sempre al tuo dentista di fiducia” che secondo l’Agcm “riconducono i risultati legati all’uso del prodotto alla sua intrinseca natura”.

Inoltre, la puntualizzazione dell’efficacia dei prodotti, circoscritta alla “rimozione delle macchie superficiali” sia sul sito internet che sulla confezione, è stata ritenuta idonea a informare con chiarezza il consumatore medio circa il fatto che l’azione pulente del prodotto si riferisce solo alla rimozione delle macchie e al ripristino del bianco naturale dei denti, non potendo far ottenere risultati ulteriori rispetto alla sua natura cosmetica.

Anche in questo caso gli impegni presi sono giudicati “idonei a far venir meno i possibili profili di scorrettezza della pratica commerciale oggetto di istruttoria” e l’Agcm – che verificherà l’adozione degli obblighi previsti – ritiene di poter chiudere il “procedimento senza accertare l’infrazione”.  


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Le malattie che vengono più comunemente contratte dai bambini durante un viaggio internazionale secondo i dati del Geo Sentinel Surveillance Network, sono: diarrea (28% dei casi), malattie dermatologiche (25%), malattie febbrili sistemiche, specialmente malaria, (23%), malattie respiratorie (11%) e malattie prevenibili da vaccino (2%), soprattutto infezione da Salmonella typhi e epatite A.

In generale, i viaggiatori internazionali hanno registrato un aumento costante negli ultimi anni e secondo l’Organizzazione Mondiale del Turismo nel 2016 sono stati oltre 1 miliardo, di cui 18 milioni di italiani, con un 4% in più rispetto al 2015 e si stima che nel 2025 le cifre arriveranno a raddoppiare. Quanti sono i bambini viaggiatori nel mondo? La cifra si aggira intorno a 1,9 milioni, secondo una stima diffusa dai Centers for Disease Control and Prevention (CDC).

“E’ importante essere bene informati sui possibili rischi a cui si può andare incontro prima, durante e dopo ogni viaggio, pianificando ogni dettaglio nel rispetto della salute e del benessere dei bambini e di tutta la famiglia”, afferma il Presidente della Società Italiana di Pediatria Alberto Villani. “E ricordare – aggiunge – che alcune malattie come la malaria possono manifestarsi anche a distanza di tempo, pertanto è opportuno indagare episodi febbrili che possono verificarsi al rientro se si è stati in Paesi ad alta endemia”.

Ecco qui, in estrema sintesi, la guida in 10 punti SITIP-SIP per viaggiare sicuri (vedi qui testo integrale del vademecum)
 
1.    Cosa fare prima di un viaggio
Un viaggio deve essere organizzato con largo anticipo: raccomandiamo un incontro con il proprio pediatra di famiglia almeno 4-6 settimane prima della partenza, per valutare la storia clinica del bambino, il suo stato di immunizzazione, la necessità di somministrare vaccini o intraprendere profilassi antibiotica specifica. Raccomandiamo di rivolgersi ai Centri specializzati in Medicina dei Viaggi della propria regione in caso di viaggi molto avventurosi o di lunga durata.

2.  Cosa mettere in valigia
E’ indispensabile mettere in valigia farmaci e presidi di uso comune che potrebbero non essere disponibili nel Paese di destinazione.

3.  Viaggio in aereo 
I bambini possono viaggiare tranquillamente in aereo, sconsigliato solo in caso di malattie infettive acute,  interventi chirurgici recenti, malattie respiratorie croniche severe.

4.    Viaggio in macchina
Il bambino deve essere sempre assicurato nell’apposito seggiolino o adattatore; se l’auto viene noleggiata è necessario controllare l’efficienza di tali dispositivi. Per prevenire i casi di nausea e vomito è fondamentale somministrare ai bambini una dieta leggera prima del viaggio e mantenere una buona areazione del veicolo.

5.    In montagna
Il mal di montagna acuto è la patologia più frequente in età pediatrica, caratterizzata da sintomi aspecifici (condizioni generali abbattute, irritabilità, anoressia, nausea, vomito, disturbi del sonno) e associata al raggiungimento in breve tempo di quote superiori ai 2.500 metri.

6.    Cosa mangio? Attenzione alla “diarrea del viaggiatore”
E’ tra le patologie infettive più diffuse durante un viaggio internazionale soprattutto in Paesi come Asia, Medio Oriente, Africa, Messico e America Centro-Meridionale. Si manifesta nel 90% dei casi entro le prime due settimane del viaggio.

7.    Chiare, fresche e dolci acque
L’annegamento è la seconda causa di morte più diffusa nei bambini che viaggiano. È quindi fondamentale che indossino sempre dispositivi di sicurezza e soprattutto che siano strettamente supervisionati dai genitori. Le acque dolci, invece, possono veicolare numerose infezioni e infestazioni parassitarie (leptospirosi, legionellosi, shigellosi, criptosporidiosi, ciclosporiasi, amebiasi) e andrebbero quindi evitate, soprattutto in aree a basso tenore igienico-sanitario e in zone endemiche per patologie veicolate dalle acque (es. schistosomiasi).

8.    Punture di insetti
Gli insetti possono avere un ruolo essenziale nella trasmissione di alcune malattie. Sebbene la maggior parte di queste patologie sia prevenibile con vaccinazioni o chemioprofilassi, è importante adottare norme comportamentali per evitare il contatto con questi vettori, soprattutto con le zanzare, più diffuse negli ambienti rurali, nelle ore notturne e durante la stagione delle piogge.

9.  Morsi di animali
Morsi o ferite da animali possono essere molto dannosi e determinare la trasmissione di alcune malattie, principalmente la rabbia.

10.     Cosa fare al rientro
Al rientro da un viaggio, in particolare da Paesi ad alta endemia è consigliata una visita medica di controllo: diverse malattie possono manifestarsi anche a distanza di tempo come malaria e parassitosi intestinali.


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Attenzione a portare i farmaci in vacanza, perché ci sono Paesi in cui alcune medicine sono considerate sostanze illegali.

L’alert viene dal Foreign and Commonwealth Office britannico, che invita tutti i viaggiatori a controllare eventuali restrizioni, soprattutto se si tratta di posti esotici.

Il caso della pseudoefedrina contenuta in diversi anti-congestionanti nasali, non è il solo di farmaci da banco soggetti a restrizioni. In Qatar ad esempio diversi farmaci di questa categoria possono essere fatti entrare solo in presenza di ricetta medica. In Costa Rica si possono portare solo le medicine di cui si ha bisogno nel periodo di permanenza, che devono essere segnate su un documento del proprio medico che descriva i farmaci richiesti e le dosi, che serve anche per qualunque principio attivo si voglia portare in Cina. A Singapore sonniferi, ansiolitici e antidolorifici forti possono essere portati solo con una licenza, mentre in Indonesia molti farmaci prescrivibili, dalla codeina ai trattamenti per i deficit di attenzione, sono considerati illegali. Anche nella vicina Grecia molte medicine fanno parte delle cosiddette ‘controlled drugs’, che necessitano di procedure particolari per l’introduzione nel Paese.

“Prima di partire – consigliano gli esperti britannici – bisognerebbe consultare il medico di base per verificare se qualcuna delle medicine prescritte fanno parte di qualche gruppo speciale”.


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Estate tempo di diete, ma non bisogna lasciarsi andare all’improvvisazione e ai luoghi comuni.

Il consiglio arriva dai dietisti dell’Andid, Associazione nazionale dietisti, durante un incontro a Roma. «Spesso i luoghi comuni su cosa fare per dimagrire, eliminare alcuni alimenti, ridurre drasticamente alcune cose, non hanno fondamento scientifico – spiega Marco Tonelli, presidente Andid -. Anzi, per potersi mantenere in linea è importante mangiare tutto, non escludere nulla dalla propria alimentazione. Gli alimenti che spesso sono ritenuti alimenti che ingrassano, in realtà spesso possono aiutare ad avere un metabolismo più efficace e a permetterci di dimagrire e stare in forma. Come ad esempio, la pasta, il pane, i carboidrati in genere, che mangiati nelle giuste quantità ci fanno stare in salute e non è vero che ci aumentano il peso. L’effetto ovviamente ci fa male e ci porta ad aumentare il peso proprio laddove non vogliamo che aumenti. Nei punti che non ci piacciono e ci danno fastidio».

«L’alimentazione – aggiunge – deve essere assolutamente variata: in estate le necessità metaboliche sono diverse rispetto all’inverno, abbiamo bisogno di meno calorie, di meno grassi. Di un’alimentazione più leggera fatta di alimenti vegetali, quindi frutta e verdura senza dubbio, ma anche primi piatti: primi piatti freddi, secondi piatti ovviamente, tutti gli alimenti proteici sono importanti. Ed è importante che sia una varietà nel corso della settimana. Dando spazio a tutto: a carne e derivati, pesce, uova, derivati del latte, che se inseriti con le giuste frequenze, ci permettono di stare bene, in forma e non ingrassare».

«Bisogna fare attenzione – conclude – all’eccesso di grassi, soprattutto all’eccesso di zuccheri semplici e di alimenti raffinati, perché ci creano un picco glicemico e di conseguenza un picco di insulina».


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Trombo distrutto con onde d’urto in paziente con malattia coronarica. Il paziente è un ottantunenne con sindrome coronarica acuta. La calcificazione non consentiva l’applicazione dello stent. Il direttore dell’Emodinamica Bellandi: “È il primo caso in Italia”.

All’Ospedale Santo Stefano di Prato, per la prima volta in Italia, un restringimento calcifico è stato trattato con onde d’urto consentendo in tal modo una corretta applicazione dello stent.

Il paziente è un uomo ottantunenne arrivato ieri al Pronto Soccorso dell’ospedale toscano con con sindrome coronarica acuta, sofferenza cardiaca dovuta al restringimento delle arterie. Durante l’esecuzione della coronarografia, i medici hanno rilevato un importante restringimento calcifico, tanto che non era possibile espandere correttamente lo stent.

L’equipe ha immediatamente valutato di trattare l’ostruzione coronarica applicando la tecnica con onde d’urto, erogate con un palloncino coronarico appositamente dedicato che ha permesso la frammentazione delle calcificazioni della parete dell’arteria e la corretta espansione dello stent.

La procedura è stata eseguita con successo, le condizioni del paziente ottantunenne sono buone tanto che dopo l’ intervento è tornato nel reparto di cardiologia.

“Siamo particolarmente soddisfatti, è il primo caso in Italia”, ha commentato il direttore dell’Emodinamica Francesco Bellandi. “Questa tipologia di trattamento non era mai stata effettuata dopo una recentissima applicazione di stent coronarico. Abbiamo evitato al paziente un intervento di cardiochirurgia”.


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Le risorse provengono dal ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e vanno ad aggiungersi ai 9 milioni di euro che ogni anno la Regione destina ai progetti di Vita Indipendente. I progetti ammessi al finanziamento dal Ministero riguardano cohousing, domotica, trasporto sociale, Dopo di Noi.

In Toscana sono in dirittura d’arrivo dal ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali le risorse per finanziare 13 progetti di Vita Indipendente presentati da altrettante Zone della Toscana.

Il finanziamento di oltre un milione (1.008.921 euro) va ad aggiungersi ai 9 milioni di euro che ogni anno la Regione destina ai progetti di Vita Indipendente.

Il finanziamento ministeriale è previsto da un protocollo d’intesa tra Regione e Ministero approvato dalla giunta nel corso della sua ultima seduta. Il 29 dicembre 2017 il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali aveva approvato le Linee guida per la presentazione di progetti sperimentali in materia di vita indipendente e inclusione nella società di persone con disabilità.

La Regione Toscana ha partecipato al bando presentando 22 progetti. Il Ministero ne ha ammesso al finanziamento 13 di questi 22 progetti, finanziando la cifra di 1.008.921. In realtà, la spesa complessiva delle progettualità presentate dalla Toscana e ammesse al finanziamento ammonta a 1.271.036 euro. La differenza sarà coperta da ciascuna Zona con risorse proprie, a titolo di cofinanziamento, così come prevede il protocollo d’intesa.

I progetti ammessi al finanziamento dal Ministero riguardano cohousing, domotica, trasporto sociale, Dopo di Noi.

“Tredici progetti finanziati sono davvero tanti”, sottolinea l’assessore al diritto alla salute e al sociale Stefania Saccardi. “Se il Ministero ha ritenuto di ammetterne così tanti al finanziamento, questo significa che si tratta di progetti importanti, significativi e di valore, che avranno un impatto positivo sulla vita e la socialità di molti disabili toscani. Una buona notizia, un risultato importante portato a casa grazie all’impegno delle Zone distretto e degli amministratori locali. A livello nazionale, la cifra complessiva messa a disposizione per i progetti di Vita Indipendente è di 10 milioni, la Toscana è riuscita a intercettare per i suoi progetti oltre un milione. L’altra buona notizia è che la Toscana riconferma i 9 milioni che ogni anno destina alla Vita Indipendente”.


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Non solo fa male ai polmoni e al cuore, così come ai capelli e alla pelle. Ad aggiungersi alla lunga lista dei ‘danneggiati’ dal fumo di sigaretta, ci sono anche i muscoli.

Una nuova ricerca, pubblicata su The Journal of Physiology, dimostra per la prima volta che il fumo diminuisce il numero di piccoli vasi sanguigni dei muscoli delle gambe. E’ noto che il fumo limiti la capacità di esercizio fisico ma è opinione diffusa che le minori prestazioni tipiche dei fumatori siano dovuta al fatto che i polmoni si infiammano, limitando quindi la loro capacità di assumere ossigeno.

Tuttavia, oltre a questo potrebbe esserci dell’altro. I ricercatori dell’Università della California, San Diego, hanno esposto topi a fumo di sigarette di tabacco per otto settimane tramite inalazione o iniezione. I risultati suggeriscono che il fumo di sigaretta danneggia anche direttamente i muscoli, riducendo il numero di vasi sanguigni presenti in quelli delle gambe e riducendo così la quantità di ossigeno e di sostanze nutritive che possono ricevere.

“È di vitale importanza mostrare alle persone che l’uso delle sigarette di tabacco ha conseguenze dannose su tutto il corpo, compresi i grandi gruppi muscolari necessari per la vita quotidiana”, commenta Ellen Breen, ricercatrice principale.

Lo studio non ha identificato quali dei circa 4.000 prodotti chimici presenti nel fumo di sigaretta sono responsabili di questo danno. Questo sarà oggetto di ulteriori ricerche, insieme alla comprensione del processo attraverso il quale si riduce il numero di vasi sanguigni


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E’ uno studio che dovrebbero leggere tutti i genitori interessati al curriculum di studio dei propri figli. Imparare uno strumento musicale o una lingua straniera sarebbero in grado di ‘modellare’ la funzionalità di alcune aree cerebrali, migliorandone l’efficienza. In un mondo dominato dagli studi scientifici, questa ricerca rivaluta gli studi umanistici. E non solo sul piano della cultura.

Suonare la chitarra (o un altro strumento) e imparare una lingua rendono più smart il cervello. Uno studio appena pubblicato su Annals of the New York Academy of Sciences dimostra infatti che musicisti e persone bilingue impiegano meno risorse cerebrali per portare a termine un esercizio di memoria.

Le persone con alle spalle studi di musica o di lingue infatti per completare un esercizio attivano circuiti cerebrali diversi, con un ‘dispendio energetico’ inferiore rispetto a chi conosce una sola lingua o non ha mai effettuato studi musicali.

“Sono risultati che dimostrano che i musicisti e le persone bilingue fanno meno fatica a completare un certo compito – commenta il primo autore dello studio Claude Alain, del Baycrest Rotman Research Institute –  un effetto questo che potrebbe proteggere dal declino cognitivo e comunque ritardare l’esordio della demenza”. La musica e le lingue straniere insomma in qualche maniera modellano funzioni cerebrali e reti neurali utilizzate per l’esecuzione di un determinato compito.

I risultati di questo studio non giungono del tutto inaspettati. E’ noto da tempo infatti che musicisti e poliglotti sono dotati di una migliore memoria di lavoro, cioè della capacità di ricordare le cose (un numero di telefono, la lista della spesa, un compito matematico). Quello che non si sapeva invece era perché ciò accada.

La ricerca appena pubblicata è il primo studio di imagingcerebrale a studiare, confrontandoli tra loro, tre gruppi di persone e questo ha portato a scoprire che una stessa attività sollecita il funzionamento di parti diverse del cervello nelle persone assegnate a questi gruppi. A finire sotto la lente dei ricercatori è stato il cervello di 41 giovani adulti (età compresa tra i 19 e i 35 anni), distribuiti in tre gruppi in base al fatto di essere madrelingua inglesi e a digiuno di musica, musicisti madrelingua inglesi o bilingui non in grado di suonare uno strumento musicale.

Ognuno di loro è stato sottoposto ad uno studio di neuro-imaging funzionale mentre veniva chiesto loro se il suono somministrato nel test fosse della stessa natura di quello precedentemente ascoltato. I suoni del test potevano essere prodotti da strumenti musicali, dall’ambiente o dall’uomo. Ai partecipanti veniva inoltre richiesto di indicare se il suono ascoltato provenisse dalla stessa direzione del precedente.

I risultati dimostrano che i musicisti tendono a ricordare la tipologia del suono più rapidamente di chi non suona uno strumento; bilingui e musicisti sono invece in grado di indicare la direzione di provenienza del suono con maggior precisione. I bilingui infine non sono andati molto meglio di chi parla una sola lingua e non suona uno strumento nel compito di ricordare il suono; tuttavia, nel completare il compito, mostrano comunque un’attività cerebrale ridotta.

“I bilingue – sottolinea Alain – impiegano più tempo a processare i suoni, poiché l’informazione deve attraversare due ‘biblioteche’ linguistiche, anziché una sola. Durante l’esercizio il cervello dei bilingui mostra maggiori segni di attivazione nelle aree adibite alla comprensione del linguaggio e questo supporta questa teoria”.

Il gruppo di ricerca di Alain vaglierà adesso, in un nuovo studio, un’altra ipotesi: lo studio del’arte e della musica sono in grado di modificare alcune funzioni del cervello? La risposta alla prossima pubblicazione.


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Uno studio condotto a Hong Kong ha fatto emergere una correlazione tra riposo e comportamento e benessere degli adolescenti. Chi va a letto prima ha minori possibilità di sviluppare problemi comportamentali ed emotivi

Gli adolescenti che vanno a letto tardi hanno maggiori probabilità di soffrire di insonnia e problemi comportamentali ed emotivi rispetto ai loro coetanei che vanno a dormire presto. È quanto ha dimostrato uno studio pubblicato su Sleep Medicine e coordinato da Shirley Li, dell’Università di Hong Kong.

Lo studio

I ricercatori hanno intervistato 4.948 studenti, di età compresa tra i 12 e i 18 anni, chiedendo loro informazioni su abitudini di sonno e salute fisica e mentale. Complessivamente, circa il 23% aveva la tendenza ad andare a letto tardi. Questi nottambuli avevano l’88% in più di probabilità di avere problemi emotivi e comportamentali rispetto ad altri adolescenti e il 25% in più di probabilità di avere problemi di salute mentale. Circa i due terzi degli adolescenti nello studio, invece, avevano un sonno ‘intermedio’, cioè non andavano a letto né troppo presto né troppo tardi e circa il 9% dei partecipanti, andava a letto presto, con un ritmo mattiniero.

Le evidenze

Tra i ragazzi con un ritmo ‘serale’, circa l’11% ha avuto difficoltà ad addormentarsi e quasi il 4% ha avuto problemi a restare addormentato. Una maggiore percentuale di questi nottambuli, il 22%, ha anche riferito problemi di salute mentale, rispetto al 15% di altri adolescenti, oltre a problemi emotivi e comportamentali, 38% contro il 24%. “Non dormire a sufficienza o dormire poco può influire negativamente sulla capacità di regolare le emozioni e sui processi decisionali, contribuendo così al rischio di sviluppare problemi di salute mentale”, ha dichiarato Li alla Reuters Health.

I commenti

Nonostante la ricerca si sia basata sui ricordi dei ragazzi e non sia uno studio controllato progettato per dimostrare se e come il sonno può causare problemi di salute mentale, i risultati offrono nuove prove sulla relazione tra breve durata del sonno e salute emotiva e comportamentale degli adolescenti, come sottolineato da Judith Owens, del Boston Children’s Hospital. Mentre Sujay Kansagra, del Duke Pediatric Neurology Sleep Medicine Program di Durham, in Carolina del Nord, consiglia ai genitori di adottare delle misure per aiutare i loro figli a dormire meglio la notte. “La chiave è evitare l’esposizione alla luce, specialmente quella di dispositivi elettronici, almeno 30 minuti prima di andare a letto”, ha spiegato.

Fonte: Sleep Medicine


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