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Vaccinando le donne al terzo trimestre di gravidanza si evita il 90% dei casi gravi di pertosse nei neonati sotto ai due mesi.

Lo afferma uno studio del Center for Diseases Control americano, che ricorda come in metà dei casi questa malattia presa nel primo anno di età porta al ricovero in ospedale.

Lo studio ha esaminato 251 bambini che avevano sviluppato la pertosse prima dei due mesi e un gruppo di controllo di 537 che invece non l’avevano avuta, verificando se le mamme avevano fatto il richiamo del vaccino tdap contro tetano, pertosse e difterite.

In generale il vaccino fatto al terzo trimestre evita il 78% dei casi di pertosse, una cifra che sale al 90% per quelli gravi. Al secondo trimestre la riduzione è del 64%, mentre se fatta prima della gravidanza l’immunizzazione li riduce della metà.

«Questo studio – commentano gli autori – conferma che il vaccino in gravidanza è efficace nel proteggere i bambini dalla pertosse nei primi mesi di vita, quando il rischio di complicazioni gravi o mortali è più alto».

ANSA


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Troppo zucchero fa male anche a chi è sano. Consumandone molto si ha un rischio aumentato di sviluppare problemi cardiovascolari.

È quanto emerge da uno studio dell’Università del Surrey, nel Regno Unito, pubblicato su Clinical Science. Gli studiosi hanno preso in esame due gruppi di uomini con molti o pochi grassi a livello del fegato, rispettivamente 11 e 14 persone. Per 12 settimane i partecipanti allo studio hanno seguito un’alimentazione a bassi o alti livelli di zucchero. Il primo regime alimentare conteneva non più di 140 calorie giornaliere in valore di zucchero – una quantità vicina all’assunzione raccomandata – mentre l’altro conteneva ben 650 calorie sempre in valore di zucchero.

Al termine dell’esperimento, gli uomini che avevano consumato molti zuccheri e con un elevato livello di grasso epatico – una condizione nota come steatosi epatica non alcolica o fegato grasso (NAFLD) – hanno mostrato cambiamenti nel metabolismo dei grassi associati ad un aumento del rischio cardiovascolare, di infarto e ictus.

Ma i risultati hanno anche rivelato che quando il gruppo di uomini sani con un basso livello di grasso al fegato ha consumato una grande quantità di zucchero, il grasso epatico è aumentato e il loro metabolismo è diventato simile a quello degli uomini con steatosi epatica.

ANSA


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Ogni anno in Italia si effettuano più di 120.000 interventi chirurgici per frattura del femore negli over 65, un dato in continuo aumento.

È quanto è emerso nel corso del Trauma Meeting, promosso dalla Otodi (Ortopedici Traumatologi Ospedalieri d’Italia) in corso a Riccione.

I costi complessivi di questi interventi (ricovero, riabilitazione, pensioni di invalidità e costi indiretti), sottolineano gli esperti, ammontano in Italia a 1.200 milioni di euro l’anno. Tra le esigenze emerse dal congresso c’è quella di garantire su tutto il territorio nazionale una percentuale di interventi chirurgici effettuati entro le 48 ore, che il Piano Nazionale Esiti 2016 fissa come obiettivo ad almeno il 65%.

«Il paziente anziano – ha spiegato Giorgio Maria Calori, presidente del Congresso e direttore dell’Unità Operativa Complessa di Chirurgia Ricostruttiva e Revisione Protesica dell’Apparato Locomotore della ASST Centro Specialistico Ortopedico e Traumatologico Gaetano Pini-Cto di Milano – non può aspettare per poter essere reinserito a una vita normale. Allo stesso tempo deve poter usufruire di un’assistenza e di cure adeguate al fine di impedire eventuali complicazioni che potrebbero seriamente comprometterne il recupero. La disabilità, infatti – prosegue l’ortopedico – è senza alcun dubbio più penalizzante per il paziente fragile perché va ad aggiungersi ad una condizione pregressa già compromessa».

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Nel pomeriggio, dalle ore 16,00 alle ore 20,00, sarà presente un’esperta estetista che, oltre a truccare gratuitamente, potrà suggerire tecniche e segreti per un make-up strepitoso.

Nell’occasione, sarà riservato un particolare sconto sull’acquisto dei prodotti per il trucco delle Linee La Roche Posay, Vichy, EuPhidra (non cumulabile con altre promozioni in corso).

Prenota la tua seduta trucco gratuita, rivolgendoti alla responsabile del Reparto DermoCosmetico, la dott.ssa Valentina.


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Ecco un motivo in più perché i ragazzi mangino verdure a foglia verde, in particolare quelle ricche di vitamina k1, come lattuga iceberg, spinaci e cavolo oltre ad esempio all’olio di oliva: la carenza di questa vitamina può comportare problemi soprattutto futuri per il cuore.

Aumenta infatti il rischio di allargamento del ventricolo sinistro (ipertrofia ventricolare) e ciò comporta una maggiore difficoltà a “pompare” il sangue verso il resto del corpo. Il fenomeno è tipicamente associato al cuore degli adulti, quando e’ messo ad esempio a dura prova dalla pressione alta, ma in qualche forma ne soffrono negli Usa il 10% dei ragazzi.

E’ quanto emerge da una ricerca del Medical College of Georgia all’Augusta University, pubblicata sulla rivista The Journal of Nutrition. Gli studiosi hanno preso in esame 766 adolescenti, dai 14 ai 18 anni, osservando che coloro che consumavano meno vitamina k1 avevano un rischio 3,3 volte maggiore di allargamento del ventricolo sinistro. La dimensione complessiva e lo spessore delle pareti del ventricolo sinistro erano già significativamente maggiori rispetto al normale e la quantità di sangue pompato più bassa.

Sebbene siano necessari ulteriori lavori, i risultati dello studio suggeriscono secondo i ricercatori che interventi precoci per assicurare ai giovani adeguati livelli di vitamina K1 potrebbero migliorare lo sviluppo cardiovascolare e ridurre il rischio di malattie future.

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Almeno tredici tipi di tumore sono favoriti dall’obesità, che gioca un ruolo nel 40% delle diagnosi fatte negli Usa.

Lo afferma un rapporto che il Cdc statunitense ha pubblicato sul proprio bollettino settimanale, che sottolinea come perdere peso diminuisca il rischio.

La ‘lista’ elaborata dal rapporto, elaborato in base ai dati dei registri tumori statunitensi tra il 2005 e il 2014, comprende alcuni tipi di tumore al cervello, il mieloma multiplo, il cancro dell’esofago, quello al seno post menopausa, quello di tiroide, vescica, stomaco, fegato, pancreas, reni, ovaie, utero e colon.

«La notizia che l’obesità e il sovrappeso hanno un effetto sui tumori potrebbe essere sorprendente per molte persone – afferma Anne Schuchat, vicedirettore del Cdc -. La consapevolezza del fenomeno non è ancora diffusa». Nel periodo considerato, scrivono gli autori, i tumori legati all’obesità sono cresciuti del 7%, mentre le diagnosi degli altri sono diminuite del 23%. Di tutti i tumori il 55% di quelli diagnosticati nelle donne e il 24% di quelli degli uomini hanno qualche contributo da sovrappeso e obesità.

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Le saune frequenti possono essere di aiuto per ridurre il rischio di pressione alta. Farle quattro-sette volte a settimana riduce le possibilità di sviluppare ipertensione del 50% rispetto a chi le fa una volta sola.

A evidenziarlo è uno studio della University of Eastern Finland, pubblicato su American Journal of Hypertension. I ricercatori hanno preso in esame 1621 uomini di mezza età, nell’ambito di uno studio denominato Kuopio Ischaemic Heart Disease Risk Factor Study, sui fattori di rischio cardiovascolari.

I partecipanti avevano un’ipertensione diagnosticata o una pressione su valori normali. Sono stati divisi in tre gruppi: quelli che facevano la sauna una volta a settimana, due-tre volte, oppure dalle quattro alle sette volte.

Durante un follow-up, un periodo in cui sono stati seguiti, di circa 22 anni, il 15,5% dei partecipanti ha sviluppato un’ipertensione clinicamente definita. Il rischio di pressione alta risultava diminuito del 24% tra gli uomini che facevano la sauna 2-3 volte la settimana e del 46% in coloro che la facevano 4-7 volte a settimana.

Il bagno in sauna può diminuire la pressione sanguigna attraverso diversi meccanismi biologici secondo gli studiosi: durante la sauna, la temperatura corporea può salire fino a 2 °C, causando la dilatazione dei vasi sanguigni. Non solo: fare la sauna regolarmente migliora la funzione endoteliale, cioè quella dello strato interno dei vasi sanguigni, cosa che ha effetti benefici sulla pressione arteriosa. Il sudore, a sua volta, fa rimuovere fluidi dal corpo, un fattore che contribuisce a ridurre i livelli di pressione. Inoltre, il bagno in sauna provoca rilassamento complessivo del corpo e della mente.

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Può esserci un maggiore rischio di un nuovo infarto o ictus se si interrompe la terapia con aspirina a basse dosi, utilizzata proprio per ridurre la probabilità di eventi cardiovascolari.

Questo farmaco impedisce i coaguli, ma tra il 10 al 20% dei sopravvissuti a un infarto ne interrompe l’uso quotidiano nei primi tre anni successivi, e in un quadro più ampio sono stati segnalati tassi di interruzione fino al 30% e una scarsa aderenza alla terapia in una percentuale fino al 50% dei pazienti.

È quanto emerge da una ricerca dell’Università di Uppsala, in Svezia, pubblicata su Circulation. Gli studiosi hanno preso in esame i dati di 601.527 persone, che hanno preso l’aspirina a basso dosaggio per infarti e prevenzione dell’ictus tra il 2005 e il 2009. I partecipanti erano over 40 e avevano un tasso di aderenza superiore all’80% nel primo anno di trattamento. In tre anni in cui sono stati seguiti, ci sono stati 62.690 eventi cardiovascolari.

I ricercatori hanno riscontrato che un paziente ogni 74 che ha smesso di assumere l’aspirina ha avuto un evento cardiovascolare aggiuntivo all’anno. È stato inoltre riscontrato che vi era un tasso superiore del 37% di eventi cardiovascolari in coloro che avevano interrotto la terapia rispetto a coloro che hanno continuato e il rischio è aumentato poco dopo la sospensione e non sembrava diminuire nel tempo.

«Fintanto che non ci sono sanguinamenti o interventi chirurgici importanti – spiega Johan Sundstrom, autore principale della ricerca – lo studio mostra i significativi benefici per la salute pubblica che possono essere ottenuti quando i pazienti rimangono in terapia».

ANSA


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