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Come richiesto da tempo e in più occasioni da Federfarma (Associazione dei Titolari di Farmacia), è ormai ufficiale l’esenzione dell’IVA per la vendita di mascherine e di altri dispositivi medici e di protezione individuale effettuate dal 19 maggio (data di entrata in vigore del decreto) e fino al 31 dicembre 2020. Il via libera è arrivato con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del così detto D.L. “Rilancio” nella tarda serata di martedì. Le mascherine chirurgiche, soggette all’ordinanza sul prezzo imposto, saranno dunque d’ora in poi vendute in farmacia al prezzo di € 0,50 e non più 0,61.

L’esenzione Iva trova però applicazione anche su una serie di altri beni dispensabili nelle farmacie: mascherine Ffp2 e Ffp3; articoli di abbigliamento protettivo per finalità sanitarie quali guanti in lattice, in vinile e in nitrile, visiere e occhiali protettivi, tuta di protezione, calzari e soprascarpe, cuffia copricapo, camici impermeabili, camici chirurgici; termometri; detergenti disinfettanti per mani; dispenser a muro per disinfettanti; soluzione idroalcolica in litri; perossido al 3% in litri; strumentazione per diagnostica per Covid-19; tamponi per analisi cliniche; provette sterili.


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Continua l’azione del Ministero della Salute per fare pulizia delle notizie false che  circolano pericolosamente in rete e sui social a proposito di Covid. Ieri il sito del dicastero ha pubblicato l’ennesima puntata della serie (si tratta della nona) di smentita delle decine e decine di “bufale” riguardanti il coronavirus. Qui di seguito l’elenco delle ultime fake news, confutate  come sempre sulla base delle evidenze scientifiche attualmente disponibili.

1. La barba espone ad un maggior rischio di infettarsi con il nuovo coronavirus. FALSO!

La barba in sé non espone ad un rischio maggiore di contrarre il nuovo coronavirus. Ovviamente va curata la sua igiene e va regolata la mascherina, quando la si indossa, in modo che aderisca bene al viso, ma non vi sono attualmente evidenze che tagliarsi la barba aiuti ad evitare il contagio da Sars-CoV-2. Le notizie diffuse a riguardo nelle ultime settimane nascono dall’affrettata interpretazione di un’infografica del 2017 del Centers for disease control and prevention (Cdc) americano, dedicata alla sicurezza sul lavoro, per il corretto utilizzo delle mascherine in generale. Le relative indicazioni del Cdc si riferiscono all’uso corretto dei presidi medici, mettendo a confronto 36 tipologie di rasatura, 18 delle quali vengono sconsigliate perché potrebbero rendere inefficace il funzionamento della mascherina.

2. Per proteggermi dal nuovo coronavirus posso lavarmi con la candeggina le mani e/o altre parti del corpo che hanno toccato superfici esterne. FALSO!

Si raccomanda di non spruzzare o lavare parti del corpo con la candeggina perché l’ipoclorito di sodio può causare irritazioni e danni alla pelle e agli occhi ed esporre al rischio di inalazioni a concentrazioni nocive per la salute. La candeggina va utilizzata nella diluizione adeguata per disinfettare le superfici e non la pelle. È importante ricordare anche di tenere la candeggina fuori della portata dei bambini. Il modo migliore per proteggersi dal nuovo coronavirus è lavarsi le mani frequentemente con acqua e sapone, o con soluzioni a base alcolica, e rispettare le distanze di sicurezza.

3. Bere metanolo o etanolo protegge dall’infezione da nuovo coronavirus. FALSO!

Metanolo ed etanolo sono velenosi e possono provocare gravi danni all’organismo. Sono utilizzati in alcuni prodotti per la pulizia per eliminare il virus dalle superfici, ma non vanno ingeriti.

4. Il nuovo coronavirus è sensibile al freddo quindi per proteggersi in casa è bene accendere il condizionatore impostandolo sulla temperatura più bassa possibile. FALSO!

Non ci sono attualmente evidenze scientifiche che il freddo protegga dall’infezione da nuovo coronavirus.

5. L’acqua potabile può trasmettere il nuovo coronavirus. FALSO!

I metodi convenzionali di trattamento dell’acqua che utilizzano filtrazione e disinfezione, come quelli della maggior parte dei sistemi municipali di acque potabili, sono efficaci nell’abbattimento del virus. L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) evidenzia che non sono necessarie misure di prevenzione e controllo aggiuntive rispetto alle pratiche di gestione delle acque destinate al consumo umano già adottate in Europa.


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E’ trasversale la difesa della politica verso i farmacisti accusati, qualche giorno fa dal Commissario Arcuri, di avere responsabilità nella penuria di mascherine da vendere a 0,50 più iva, cioè a 0,61€.

“I farmacisti anche in questa emergenza – ha dichiarato l’ex ministro della Salute, Beatrice Lorenzin – sono stati sempre presenti e in prima linea, rischiando, a volte, la  propria salute, non solo espletando l’essenziale funzione di  distributori di farmaci ma anche assolvendo il delicato compito di  stare al fianco dei cittadini, non facendoli sentire mai soli, non  solo secondo le indicazioni del governo ma spesso anche con iniziative individuali”. Ed ha aggiunto: “assimilarli a meri esercizi commerciali o scaricargli  responsabilità non proprie non aiuta il complesso lavoro dei prossimi giorni. Ricordo che le farmacie, nei piccoli borghi unici presidi di  salute, sono una infrastruttura essenziale per il Servizio sanitario  nazionale e durante l’epidemia hanno spesso svolto un ruolo di  riferimento per queste comunità. Sono certa che, anche a rischio  dell’incolumità personale, continueranno ad esserlo senza indugi anche nella fase due e tre”.

“L’ideologia grillina dimostra tutta la  sua inadeguatezza – ha spiegato Silvio Berlusconi ospite di ‘Fuori dal coro’ di  Mario Giordano su Retequattro – ma il problema non sono solo i 5 Stelle, perché  tutto il governo delle quattro sinistre è prigioniero di una visione  statalista che è del resto nella sua natura. Ma questa logica non  funziona mai, neanche nelle piccole cose, come il prezzo fissato delle mascherine a 50 centesimi. Secondo loro doveva servire ad evitare  speculazioni su un bene diventato di prima necessità. Invece è  successo che le mascherine sono sparite dalle farmacie e dal mercato.  Questi del governo non conoscono neppure le leggi più semplici del  mercato”. “Il mercato globale -ha sottolineato ancora il Cav- ha le sue regole, i  produttori non vendono più le mascherine all’Italia perché a quel  prezzo non sarebbe conveniente produrle e poi perché ci sono altri  Stati che le comprano a un prezzo maggiore. Noi avevamo detto che  doveva essere lo Stato a comprarle al prezzo di mercato o a produrle  direttamente in Italia, oppure distribuirle anche gratis attraverso le farmacie a chi ne ha bisogno. Ma non ci hanno ascoltato come è  successo in molte altre cose. Questo governo oltre ai pregiudizi  ideologici ha dimostrato incompetenza e approssimazione in tutti i  settori”.

E anche Italia Viva fa chiarezza sugli attacchi alle farmacie. “Il commissario all’emergenza Arcuri – dichiara in una nota il senatore, Mauro Marino – punta il dito sulle farmacie per difendersi, per non dover ammettere, al momento, il fallimento su tutta la linea nella produzione e nell’approvvigionamento di mascherine”. “I farmacisti hanno garantito per tutta l’emergenza l’apertura di un presidio territoriale fondamentale per la tutela delle persone, hanno pagato un tributo al virus di 17 morti e oltre mille contagiati”, aggiunge Marino. “Le mascherine, al contrario di cosa dice Arcuri, non si trovano neanche nei supermercati, come ha verificato Cittadinanzattiva. Perché il problema è alla fonte. E’ l’ora delle responsabilità e delle soluzioni, non dello scaricabarile. Dobbiamo tirare tutti dalla stessa parte, quella del bene del Paese”.

E’ Giuseppe Chiazzese, deputato grillino, a chiedere di “supportare e ringraziare i farmacisti per il loro ruolo fondamentale in questa emergenza. Professionisti che continuano a lavorare instancabilmente con efficacia e generosità, offrendo un ottimo servizio a tutti i cittadini in qualunque parte del nostro Paese. I farmacisti – continua – hanno avuto il compito di stare accanto alle persone, prima come esseri umani e poi come qualificati professionisti sanitari, sopperendo anche a disfunzioni del sistema che hanno prontamente provveduto a colmare, diventando anche un punto di riferimento per la comunità”. E poi una precisazione. “Come appartenente alla categoria ho trovato poco eleganti le parole del commissario Arcuri sulla questione delle mascherine, specialmente in un momento dove la categoria ha pagato un grande tributo all’emergenza Covid -19, con 17 farmacisti deceduti e circa un migliaio contagiati. Tutti noi siamo certi che anche in queste cruciali fasi successive, i farmacisti continueranno ad essere punto di riferimento indispensabile per i cittadini italiani”.


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Per asportare la grande massa che si era formata sul rene della piccola, i medici e gli infermieri dell’equipe coordinata dal professor Lorenzo Masieri, hanno utilizzato tutti i dispositivi di protezione necessari per operare in sicurezza ed evitare di essere contagiati.

Un intervento di chirurgia complessa per rimuovere un tumore è stato portato a termine con successo nei giorni scorsi nell’Ospedale pediatrico fiorentino Meyer su una bambina di undici mesi, risultata positiva al tampone per rilevare la presenza del Covid.

Per asportare la grande massa che si era formata sul rene della piccola, i medici e gli infermieri dell’equipe coordinata dal professor Lorenzo Masieri, responsabile dell’Unità di Urologia pediatrica del Meyer e professore associato di Urologia dell’Università degli Studi di Firenze, hanno utilizzato tutti i dispositivi di protezione necessari per operare in sicurezza ed evitare di essere contagiati.

Ora – informa una nota del Meyer – la paziente dovrà affrontare i controlli per monitorare l’andamento della patologia, ma l’intervento è felicemente riuscito. La piccola sta bene e ha potuto fare ritorno a casa.

Lo scorso marzo, quando aveva appena nove mesi, i medici dell’ospedale pediatrico avevano scoperto che la bambina aveva un voluminoso tumore renale decidendo di affidarla alle cure degli specialisti della Oncoematologia. Dopo la diagnosi, la bambina ha cominciato la chemioterapia per ridurre le dimensioni della massa in vista dell’intervento. Durante il ciclo delle cure, i medici hanno scoperto che la piccola era positiva al Coronavirus: come capita a molti suoi coetanei era asintomatica e non presentava alcun sintomo, ma era comunque contagiosa.

Tuttavia, per rispettare la tempistica che avrebbe garantito il maggior successo della terapia, l’intervento non poteva essere rimandato. Così i medici hanno deciso di procedere ugualmente, nonostante il rischio, seguendo le procedure aziendali per il percorso Covid. Sono entrati nella sala operatoria dedicata schermati da tute, maschere e guanti e ne sono usciti tutti insieme, controllandosi a vicenda per minimizzare le possibilità di errore nel delicato processo di vestizione e svestizione.

Quello portato a termine al Meyer è un intervento di chirurgia addominale complessa. Per la buona riuscita dell’impresa – sottolinea l’ospedale pediatrico – si è rivelata preziosa l’esperienza che il professor Masieri ha maturato anche nell’ambito del Centro interaziendale costituito da un accordo tra Meyer, Università di Firenze e Careggi.

Altrettanto importante, per rendere possibile una chirurgia complessa anche in presenza di infezione da coronavirus – sottolinea ancora la nota del nosocomio fiorentino –  è stato il grande lavoro che la direzione del Meyer ha portato avanti in questi mesi sul fronte della formazione degli operatori e della predisposizione di idonei percorsi chirurgici a tutela di pazienti e personale. Sia prima, che dopo l’intervento, la piccola paziente è stata seguita da un team multispecialistico di infettivologi, pediatri e oncoematologi negli spazi che il Meyer ha dedicato ai pazienti Covid positivi.


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Ottava puntata dell’appuntamento settimanale con cui il Ministero della Salute smentisce le ‘bufale’ sulla pandemia che circolano in questo periodo.

L’azione del ministero contro disinformazione e fake news prosegue. Dal latte che proteggerebbe dal virus, alla presunta azione curativa dell’acqua e bicarbonato, all’azione preventiva del peperoncino. Queste sono solo alcune delle bufale smentite questa settimana

1. Bere latte protegge e cura l’infezione da nuovo coronavirus = FALSO!

Non ci sono attualmente evidenze scientifiche che il latte abbia una azione protettiva o curativa nei confronti dell’infezione da nuovo coronavirus.

2. E’ possibile disinfettare mani o aree della pelle con i raggi UV = FALSO!

Le lampade a raggi ultravioletti (UV) non devono essere utilizzate per disinfettare le mani o altre aree della pelle. Le radiazioni UV possono causare irritazione alla pelle e danneggiare gli occhi. Lavarsi le mani con acqua e sapone o con soluzioni a base alcolica (igienizzanti per mani) sono i modi più efficaci per rimuovere il virus.

3. Mangiare peperoncino protegge dal nuovo coronavirus = FALSO!

Non ci sono evidenze scientifiche che mangiare o aggiungere peperoncino ai cibi prevenga o curi Covid-19. Il modo migliore per evitare di infettarsi con il nuovo coronavirus è quello di tenersi alla distanza di almeno 1 metro dagli altri e di lavarsi frequentemente e accuratamente le mani con acqua e sapone oppure con disinfettanti a base alcolica.

4. Le mosche possono diffondere l’infezione da coronavirus = FALSO!

Ad oggi non ci sono evidenze scientifiche che indichino che le mosche possano diffondere il nuovo coronavirus. Il virus si diffonde principalmente attraverso le goccioline che si generano quando una persona parla, tossisce o starnutisce (droplets). Ci si può infettare anche toccando superfici contaminate e poi toccandosi occhi, naso e bocca prima di lavarsi le mani. Per proteggersi dall’infezione si raccomanda di disinfettare le superfici toccate frequentemente, lavarsi spesso le mani e mantenere la distanza di almeno 1 metro dagli altri.

5. Il nuovo coronavirus si cura con acqua e bicarbonato = FALSO!

Non ci sono evidenze che il bicarbonato disciolto in acqua abbia una azione curativa, né protettiva, nei confronti della malattia da nuovo coronavirus.

6. Gli oli essenziali delle piante aromatiche come basilico, rosmarino, origano, proteggono dal nuovo coronavirus = FALSO!

Non ci sono evidenze che le piante aromatiche, né gli olii essenziali da queste derivanti, svolgano un ruolo protettivo nei confronti dell’infezione da nuovo coronavirus.

7. Le zecche possono trasmettere il coronavirus = FALSO!

Il virus responsabile della COVID-19 è un virus respiratorio e si trasmette da uomo a uomo principalmente attraverso le minuscole goccioline emesse con starnuti o colpi di tosse o portando le mani alla bocca, al naso o agli occhi dopo aver toccato superfici od oggetti contaminati di recente. Ad oggi non c’è alcuna evidenza scientifica di una trasmissione attraverso artropodi vettori, quali zecche, zanzare o altri insetti che invece possono veicolare altri tipi di virus (detti arbovirus), responsabili di malattie completamente diverse dalla COVID-19, come ad esempio la dengue e la febbre gialla.

8. Se pulisco pavimenti e superfici con il vapore li sterilizzo dal nuovo coronavirus e mi proteggo dall’infezione = FALSO!

Non ci sono evidenze che il vapore svolga un’azione sterilizzante nei confronti del nuovo coronavirus. Le azioni più efficaci per la pulizia della casa e degli ambienti in cui soggiorniamo sono quelle di pulire pavimenti e altre superfici prima con acqua e sapone o altri detergenti per rimuovere lo sporco e poi disinfettarle con una soluzione di cloro attivo allo 0,1% . Per la pulizia dei servizi igienici e delle superfici toccate più frequentemente, tipo maniglie delle porte e delle finestre, cellulari, tastiere dei p.c., etc., la percentuale di cloro attivo sale allo 0,5%. Per la decontaminazione delle superfici che potrebbero essere danneggiate dall’ipoclorito di sodio, dopo la pulizia con un detergente neutro, è possibile utilizzare un disinfettante a base di alcol. Sia durante che dopo le operazioni di pulizia delle superfici è necessario arieggiare gli ambienti.


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L’ultimo Dpcm in vigore prevede l’obbligo di indossare le mascherine negli spazi chiusi o all’aperto quando non è possibile mantenere la distanza di sicurezza. Possono essere utilizzate mascherine di comunità, ovvero mascherine monouso o mascherine lavabili, anche auto-prodotte. Ma come vanno usate? Come conservarle e smaltirle? Come lavarle? Ecco tutti i consigli degli esperti dell’Iss per garantire il corretto utilizzo di questo prezioso strumento di prevenzione.

Le mascherine, in base al DPCM del 26 Aprile scorso sono divenute obbligatorie negli spazi confinati o all’aperto in cui non è possibile o garantita la possibilità di mantenere il distanziamento fisico. L’obbligatorietà dell’uso in alcune Regioni è stata estesa anche ad altri contesti.

In base al comma 2 dell’articolo 3 dello stesso DPCM “possono essere utilizzate mascherine di comunità, ovvero mascherine monouso o mascherine lavabili, anche auto-prodotte, in materiali multistrato idonei a fornire un’adeguata barriera e, al contempo, che garantiscano comfort e respirabilità, forma e aderenza adeguate che permettano di coprire dal mento al di sopra del naso”.

Le mascherine rappresentano una misura complementare  per il contenimento della trasmissione del virus e non possono in alcun modo sostituire il distanziamento fisico, l’igiene delle mani e l’attenzione scrupolosa nel non toccare il viso, il naso, gli occhi e la bocca.

Di seguito ecco alcune FAQ sul corretto utilizzo e le funzioni delle mascherine in questa fase epidemica.

1) Che differenza c’è tra le cosiddette mascherine di comunità e le mascherine chirurgiche? Le mascherine chirurgiche sono le mascherine a uso medico, sviluppate per essere utilizzate in ambiente sanitario e certificate in base alla loro capacità di filtraggio. Rispondono alle caratteristiche richieste dalla norma UNI EN ISO 14683-2019 e funzionano impedendo la trasmissione. Le mascherine di comunità, come previsto dall’articolo 16 comma 2 del DL del 17 marzo 2020, hanno lo scopo di ridurre la circolazione del virus nella vita quotidiana e non sono soggette a particolari certificazioni. Non devono essere considerate né dei dispositivi medici, né dispositivi di protezione individuale, ma una misura igienica utile a ridurre la diffusione del virus SARS-COV-2.

2) Quali sono le caratteristiche che devono avere le mascherine di comunità? Esse devono garantire una adeguata barriera per naso e bocca, devono essere realizzate in materiali multistrato che non devono essere né tossici né allergizzanti né infiammabili e che non rendano difficoltosa la respirazione. Devono aderire al viso coprendo dal mento al naso garantendo allo stesso tempo confort.

3) La mascherina è obbligatoria anche per i bambini? Dai sei anni in su anche i bambini devono portare la mascherina e per loro va posta attenzione alla forma evitando di usare mascherine troppo grandi e scomode per il loro viso.

4) È possibile lavare le mascherine di comunità? È possibile lavare le mascherine di comunità se fatte con materiali che resistono al lavaggio a 60 gradi. Le mascherine di comunità commerciali sono monouso o sono lavabili se sulla confezione si riportano indicazioni che possono includere anche il numero di lavaggi consentito senza che questo diminuisca la loro performance.

5) Quali mascherine devo usare nel caso in cui compaiano sintomi di infezione respiratoria? Nel caso in cui compaiano sintomi è necessario l’utilizzo di mascherine certificate come dispositivi medici.

6) Come smaltire le mascherine?
• Se è stata utilizzata una mascherina monouso, smaltirla con i rifiuti indifferenziati;  
• se è stata indossata una mascherina riutilizzabile, metterla in una busta e seguire le regole per il suo riutilizzo dopo apposito lavaggio.

ISTRUZIONI PER L’USO

Prima di indossare la mascherina 
• lavare le mani con acqua e sapone per almeno 40-60 secondi o eseguire l’igiene delle mani con soluzione alcolica per almeno 20-30 secondi;  
• indossare la mascherina toccando solo gli elastici o i legacci e avendo cura di non toccare la parte interna; 
• posizionare correttamente la mascherina facendo aderire il ferretto superiore al naso e portandola sotto il mento; accertarsi di averla indossata nel verso giusto (ad esempio nelle mascherine chirurgiche la parta colorata è quella esterna);
 
Durante l’uso 
• se si deve spostare la mascherina manipolarla sempre utilizzando gli elastici o i legacci; 
• se durante l’uso si tocca la mascherina, si deve ripetere l’igiene delle mani; 
• non riporre la mascherina in tasca e non poggiarla su mobili o ripiani; 
 
Quando  si  rimuove 
• manipolare la mascherina utilizzando sempre gli elastici o i legacci;
• lavare le mani con acqua e sapone o eseguire l’igiene delle mani con una soluzione alcolica;
 
Nel caso di mascherine riutilizzabili
• procedere alle operazioni di lavaggio a 60 gradi con comune detersivo o secondo le istruzioni del produttore, se disponibili; talvolta i produttori indicano anche il numero massimo di lavaggi possibili senza riduzione della performance della mascherina.
• dopo avere maneggiato una mascherina usata, effettuare il lavaggio o l’igiene delle mani.


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Federfarma informa che l’Antitrust ha aperto un ulteriore procedimento contro un altro sito di market place (Vova), dopo aver già puntato il dito contro Amazon, eBay e Wish per pratiche commerciali sleali legate all’emergenza covid-19.

L’Antitrust continua a esaminare la legittimità dei prodotti messi in vendita online, contestando anche la responsabilità dei titolari dei market place. Con un comunicato l’Antitrust ha fatto sapere, quindi, di star conducendo delle indagini nei confronti del sito Voya, una piattaforma chiamata a fornire i servizi ai consumatori residenti in Europa, gestita da ZC limited (UK), per la quale risulta però un controllo a livello globale da parte di un quartier generale sito ad Hong Kong. Anche in questo caso l’apertura del provvedimento non si limita al solo esame della legittimità delle supposte pratiche commerciali sleali, ma prevede anche – in considerazione della necessità di agire con urgenza per bloccare gli eventuali effetti nefasti sui consumatori dell’attività in questione – l’apertura di un sub-procedimento cautelare. Oggetto del procedimento sono le attività di vendita di prodotti per la prevenzione e/o la diagnosi del contagio dal virus covid-19, svolte proprio da questa piattaforma.   In primo luogo, a finire sotto la lente dell’Antitrust è l’offerta di alcuni presunti test kit per la diagnosi domiciliare del coronavirus, ovvero la possibilità di rilevare gli anticorpi del nuovo coronavirus nel sangue umano, nel siero o nel plasma.

L’Antitrust contesta alla piattaforma in questione che tali attività promozionali vengono poste in essere in contrasto con precise indicazioni delle Autorità sanitarie circa la non attendibilità di tali test. In ciò risiede la concreta possibilità che tali iniziative promozionali siano illecite ed in grado di ingannare e di porre in pericolo la salute dei consumatori. In secondo luogo, viene contestato l’utilizzo di alcuni messaggi pubblicitari che attribuiscono alle mascherine filtranti una specifica efficacia in termini di protezione e/odi contrasto nei confronti del virus covid-19.Per entrambi i prodotti, ovvero test e mascherine, l’Antitrust opererà un’azione di verifica in merito all’elevato livello di prezzi registrato nelle ultime settimane.
Anche in questo caso, come nel caso del provvedimento nei confronti di Wish, l’Antitrust non è partita da una specifica denuncia, ma aperto il “fascicolo” dopo una verifica effettuata d’ufficio. Ciò rientra nell’ampia e meritoria attività di monitoraggio del settore dell’e-Commerce che l’Autorità sta portando avanti in questa specifica fase di emergenza sanitaria.

Federfarma ribadisce ancora una volta come, a suo avviso, l’attività dell’Antitrust sia assolutamente meritoria, in quanto vengono finalmente messe in luce le responsabilità non solo dei venditori, ma anche dei market place che li ospitano sulle loro piattaforme.

Infine, con pubblicazione sul Bollettino del 4maggio l’Antitrust ha chiuso il provvedimento nei confronti del sito https://farmacocoronavirus.it. Con tale decisione l’Antitrust ha confermato quanto già deciso con proprio provvedimento cautelare, ovvero la sospensione di ogni attività posta in essere dal sito in questione, il cui effettivo titolare è risultato ignoto dato che il nome della persona fisica utilizzato per registrare il dominio è risultato inesistente.


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Dopo tutti i riconoscimenti fatti ai farmacisti dalle istituzioni per il loro impegno e abnegazione dall’inizio della pandemia, è anche il ministro degli Esteri Luigi di Maio a rendere merito a questi professionisti.

“È impensabile vanificare gli sforzi compiuti fino ad ora. Bisogna onorare chi in prima linea ha combattuto e sta continuando a combattere contro il virus. Mi riferisco – scrive in un post su Facebook – anche ai nostri militari, alle donne e agli uomini delle forze dell’ordine, agli autotrasportatori, ai dipendenti dei supermercati e delle farmacie: migliaia di persone che hanno lavorato in piena emergenza, senza mai fermarsi, e che stanno continuando a farlo, per mettere in sicurezza il Paese e per tutelare la vita di tutti gli italiani. Non molliamo proprio adesso. Mostriamo al mondo intero chi siamo veramente. Un popolo che nella sua storia si è sempre rialzato, a testa alta, senza mai smettere di sventolare il tricolore”.


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L’uso della mascherina è una precauzione per proteggere la nostra salute  e quella degli altri che ci accompagnerà anche per questa fase 2.

Un video spot del Ministero della Salute, in onda sui canali radio e tv della Rai, spiega quando indossarla e come usarla in sicurezza.

Queste le tre semplici regole  ricordate dal ministero:

1) lava le mani prima di indossare la mascherina e utilizza gli elastici o le stringhe senza toccare la parte centrale;
2) copri bene bocca, naso e mento;
3) dopo averla tolta (senza toccare la parte centrale), lavati subito le mani.

La mascherina va indossata in tutti i luoghi chiusi e accessibili al pubblico e all’aperto quando non siamo sicuri di poter mantenere la distanza di almeno un metro da altre persone.  Il Ministero ricorda anche che l’uso della mascherina non sostituisce il rispetto delle regole di distanziamento sociale e l’igiene delle mani.

Guarda il filmato


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Le mani curano, danno assistenza e conforto, e sono anche la prima arma a disposizione di tutti per la difesa da tutte le infezioni, a partire da quella da Covid-19. Tenere le mani pulite quindi diventa un gesto d’amore nei nostri confronti e di chi ci sta intorno.

È questo il senso del video realizzato dall’Istituto superiore di sanità per la Giornata mondiale dell’Igiene delle mani, con il claim “Cura le mani, le mani curano”, che è alla base anche di due infografiche che spiegano come garantirne una corretta igiene.

Nel video le mani sono rappresentate in molte delle loro funzioni, da quelle che abbracciano a quelle che assistono. Non mancano i riferimenti all’epidemia attuale, dalle immagini di operatori sanitari a un dito che preme il pulsante di un ascensore, che ricorda uno dei modi di trasmissione documentati ai tempi della Sars.

La giornata, quest’anno dedicata ad infermieri e ostetriche, è l’occasione per sensibilizzare il pubblico sul fatto che l’igiene delle mani aiuta a prevenire ogni tipo di infezione, non solo quella da Covid-19, ad esempio durante l assistenza ai malati. In Italia, riporta un lancio di askanews,  ogni anno vengono stimati 10.000 decessi per infezioni da batteri resistenti agli antibiotici, 200.000 casi di infezioni da germi multiresistenti, quattro persone ogni 100 nelle lungodegenze hanno una infezione correlata all’assistenza, sei pazienti ogni 100 presenti in ospedale e nell’assistenza domiciliare hanno una infezione correlata all’assistenza. La media del consumo di soluzioni idroalcoliche per l’igiene delle mani in Italia è però di 15 ml per paziente al giorno, al di sotto del minimo raccomandato dall’Organizzazione mondiale della sanità (20 ml per paziente al giorno). Il 30-50 % delle infezioni correlate all’assistenza di queste potrebbero essere prevenibili e uno dei caposaldi è proprio l’igiene delle mani.

Bisogna lavarsi le mani spesso e accuratamente con acqua e sapone per 40-60 secondi. Se non sono disponibili acqua e sapone, è possibile utilizzare anche un disinfettante per mani con almeno il 60% di alcol. Il virus entra nel corpo attraverso gli occhi, il naso e la bocca, quindi evita di toccarli con le mani non lavate, come spesso succede come gesto naturale. Non bisogna invece lavare solo il palmo e il dorso delle mani, ma bisogna eseguire un lavaggio completo di tutte le parti compresi gli spazi tra le dita.

I guanti non devono sostituire la corretta igiene delle mani. Il lavaggio delle mani non deve essere eseguito senza rimuovere i gioielli. Alla fine del lavaggio non bisogna toccare i rubinetti per richiudere l’acqua ma utilizzare un fazzoletto o la piega del gomito per evitare che le mani pulite entrino a contatto con superfici sporche. Dopo essersi lavate le mani non bisogna toccare oggetti (es. maniglia della porta). Si può usare un fazzoletto di carta per aprire la porta. Non si devono lavare i guanti monouso, potrebbero rovinarsi.


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