Bilancio sociale farmacia. Due utenti su tre entrano per ricevere consulenze sanitarie gratuite
E’ quanto emerso dallo studio condotto dalla Cgia di Mestre e commissionato da Utifar, presentato nel fine settimana a Verona. Emerge il quadro di una situazione positiva per il cittadino/utente della farmacia sia dal punto di vista strettamente sanitario che sociale per quanto riguarda tutto il territorio.
Ha fatto tappa a Verona nel fine settimana la presentazione dello studio condotto dalla Cgia di Mestre e commissionato da Utifar, Unione Tecnica Italiana Farmacisti, dal titolo “Farmacie: valore per la società – Il bilancio sociale della farmacia italiana 2015”.
Invitato da Federfarma Verona per illustrare i risultati della ricerca nazionale, Eugenio Leopardi, presidente Utifar, ha fatto emergere il quadro di una situazione positiva per il cittadino/utente della farmacia sia dal punto di vista strettamente sanitario che sociale per quanto riguarda tutto il territorio.
“Il Bilancio Sociale, o di Sostenibilità è il documento con cui un’organizzazione comunica gli esiti della sua attività con particolare attenzione alle scelte responsabili e a gli impatti che generano. In questo caso si tratta di uno strumento che legittima il ruolo della farmacia, non solo in termini di impresa che produce ricchezza economica utile a tutto il contesto in cui opera, ma in termini di attore del territorio che produce valore aggiunto sociale oltreché sanitario”, spiega Leopardi.
“Dalla nostra indagine emerge che gli utenti sanno riconoscere il valore sociale del farmacista e 8 cittadini su 10 vedono nella farmacia non un esercizio commerciale, ma un presidio sanitario a tutti gli effetti. I 2/3 degli utenti inoltre entrano ogni giorno in farmacia per chiedere una consulenza sanitaria gratuita e la ricerca ha calcolato questa professionalità in 2 ore al giorno per ciascun laureato in farmacia, che tradotto in termini meramente economici si quantifica in un impegno di 10.000 euro per ogni collaboratore laureato a farmacia in un anno. Inoltre le farmacie hanno investito, e continuano a farlo, moltissimo nella prevenzione sanitaria e contribuisco alla coesione sociale della comunità in cui operano con donazioni economiche per una cifra nazionale che supera i 12 milioni di euro e ulteriori donazioni di farmaci per 6 milioni”, prosegue.
“Credo che la conoscenza del Bilancio sociale della Farmacia meriti particolare attenzione perché a volte, e non parlo del cittadino, quello che si ha sotto gli occhi non viene percepito nel suo reale valore. I diversi e continui tentativi da parte di certa politica di distruggere il sistema-farmacia non vede o, peggio, non vuole tenere conto di quanto evidenziato dai dati riportati. In sintesi emerge la necessità che la farmacia venga riconosciuta e le debba essere data la possibilità di svolgere completamente la sua attività nel contesto socio sanitario in cui è inserita. Non è certo impoverendola o rendendola un mero esercizio commerciale, cosa ripeto, voluta da una certa parte della politica, che la farmacia potrà svolgere appieno il suo compito specie nei piccoli paesi, nei quartieri, ma anche nei centri storici. Il ruolo socio-sanitario della farmacia va garantito, non distrutto, sia nel quotidiano che nell’emergenza, come è palesemente emerso nelle zone del centro Italia gravemente colpite in questi mesi da una serie di avversità catastrofiche”.