Please wait...

intervento1.jpg

L’intervento è stato eseguito dall’équipe di Nicola Felici. L’uomo di 52 anni è stato sottoposto ad intervento complesso durato cinque ore, durante le quali sono state ricollegati arterie, nervi, vene e muscoli risultati strappati dal trauma, dopo che l’intervento degli ortopedici aveva stabilizzato le fratture.

Sono buone le condizioni dell’uomo di 52 anni coinvolto nei giorni scorsi in un gravissimo incidente stradale, durante il quale aveva riportato il distacco completo della gamba destra dal corpo.

Ricoverato in Codice rosso presso il Pronto Soccorso del San Camillo,  l’uomo è stato sottoposto ad intervento complesso durato cinque ore, durante le quali sono state ricollegati arterie, nervi, vene e muscoli risultati strappati dal trauma, dopo che l’intervento degli ortopedici aveva stabilizzato le fratture.

L’intervento è stato eseguito dall’équipe di Nicola Felici, responsabile dell’Unità operativa specialistica per il reimpianto e la ricostruzione degli arti superiori ed inferiori – con tecnica microchirurgia utilizzando microscopio operatore ovvero uno strumentario che permette di anastomizzare piccole strutture come nervi, arteria e vene.

L’arto poi “reimpiantato” all’arrivo in Ospedale era completamente “devascolarizzato” a causa del trauma amputativo che aveva interrotto la circolazione del sangue che è stata ripristinata grazie ad un intervento microchirurgico.

“Ad una settimana dal reimpianto  – spiega Nicola Felici – le condizioni complessive del  paziente sono buone  e il signore nelle prossime ore inizierà a muovere i primi passi con l’ausilio del deambulatore. L’arto risulta essere ben perfuso e con una buona circolazione del sangue”.

“Questo tipo di intervento – dichiara Fabrizio d’Alba, Direttore generale dell’Azienda – eseguito con il coinvolgimento delle equipe degli anestesisti rianimatori e degli ortopedici, è stato possibile presso il nostro Ospedale grazie all’esistenza di un’ Unità operativa, inserita nella struttura “choc e trauma”, dedicata al reimpianto degli arti superiori ed inferiori. Una eccellenza che permette di ridare speranza di vita e mobilità a cittadini colpiti da traumi e lesioni”.


fake-news.jpg

Non fermarsi al titolo, controllare fonte e autore: sono alcuni degli 8 passi da seguire per riconoscere una fake news in rete, elaborati dalla Società italiana medici pediatri (Simpe) per gli adolescenti. Un fenomeno, quello delle notizie false, spesso sottovalutato dai più giovani, visto che il 44,6% ritiene che l’allarme sulle fake news sia un problema sollevato solo da vecchie elite.

Tutto ciò rende i giovani facili prede della disinformazione, soprattutto sui vaccini. Per riconoscere le bufale su internet, Simpe e Consulcesi Club hanno elaborato una guida pensata per gli adolescenti, attraverso il corso di formazione a distanza “Adolescenti: vaccinazioni e rivaccinazioni”, e la campagna di sensibilizzazione #condividiresponsabilmente. Otto le mosse per riconoscere le notizie false.

La prima è non fermarsi al titolo, spesso estremo per ‘acchiappare like’. Poi controllare la fonte, verificare che la data di pubblicazione sia attuale e chi è l’autore, se è rintracciabile. Non dimenticare di controllare fonti, cercare di non farsi manipolare da notizie pensate per innescare reazioni emotive, e verificare che una notizia venga riportata anche da altre testate. E infine, pensarci bene prima di condividere una notizia falsa, perché può generare effetti a catena anche molto gravi.

Se ci si imbatte in un sito sui vaccini ci sono poi alcune domande da porsi: scopo e responsabile del sito sono identificabili? C’è un conflitto di interessi? Il sito cita aneddoti sugli effetti avversi dei vaccini al posto di prove scientifiche? Le notizie sono valutate da esperti scientifici prima di essere pubblicate? Sono distinguibili i fatti dalle opinioni?

ANSA


aprile_dolce_dormire.jpg

“Aprile: dolce dormire” dice un noto proverbio e di certo i pisolini sono per molti una delle cose più amate, piccole ‘pause’ nell’ambito di giornate spesso piene di impegni. Ma come prendere il meglio dall’abitudine a fare un sonnellino?

Preferendo il pomeriggio, in particolare la fascia oraria che va dalle due alle tre nella quale è maggiore la sonnolenza post-pranzo e si interferisce meno col sonno notturno, dormendo per non più di un periodo variabile dai 15 ai 30 minuti per non sentirsi troppo confusi dopo e dandosi del tempo, una volta svegli, per riprendere le proprie attività.

A evidenziarlo è Tiffany Casper, medico di famiglia del Mayo Clinic Health System. Secondo Casper, fare dei sonnellini può dare molti benefici alla salute, come ad esempio il miglioramento dell’umore, delle prestazioni (con un tempo di reazione più rapido e una migliore memoria), più relax e un senso di affaticamento ridotto. Se i pisolini diventano però tanto importanti, fino a diventare essenziali per poter andare avanti nel corso della giornata, meglio interrogarsi sulla propria stanchezza se ad esempio non si è diventati genitori da poco o non si fanno turni di notte e rivolgersi a un medico.

«Parlare con il medico è il modo migliore per scoprire perché si sta verificando un aumento della fatica», evidenzia Casper. «Le ragioni della stanchezza potrebbero essere qualsiasi cosa, da un disturbo del sonno o apnee notturne a un eventuale effetto collaterale di un nuovo farmaco». Secondo l’esperta inoltre meglio non fare sonnellini se si soffre di insonnia o scarsa qualità del sonno durante la notte, perché il problema potrebbe peggiorare. In quest’ottica, in ogni caso, i pisolini brevi sono i migliori se si cerca di evitare inferenze col sonno notturno.

ANSA


scrocchio-dita-k7ID-U10402098011838FXB-700x394@LaStampa.it_.jpg

A molti dà fastidio, ad altri sollievo, ma sulla sua ‘origine’ si dibatte da più di un secolo: è lo scrocchio delle dita, il suono inconfondibile che si produce quando si schiacciano le nocche tra le dita e le ossa della mano.

A risolvere il dilemma sono i ricercatori della Scuola Poli-tecnica di Losanna, grazie ad un modello matematico descritto sulla rivista Scientific Reports. Chandran Suja e Abdul Bakarat hanno combinato una rappresentazione geometrica dell’articolazione con una serie di equazioni matematiche per simulare lo scrocchio delle ossa e il loro suono.

Si è così visto che sono le variazioni di pressione nel fluido dell’articolazione, prodotte dal suo movimento mentre viene schiacciata, a far scoppiare le miscroscopiche bolle presenti nel fluido. Una teoria questa che era già stata in parte formulata nel 1971, e poi smentita 40 anni dopo, quando nuovi esperimenti avevano dimostrato che le bolle continuavano a rimanere nel fluido anche dopo lo scrocchio delle nocche.

Questo nuovo modello matematico sembra risolvere la contraddizione, perché mostra che basta solo che scoppi una parte delle bolle per produrre il suono dello scrocchio, mentre le altre continuano ad esserci. Inoltre la pressione generata dallo scoppio delle bolle produce delle onde acustiche che possono essere previste matematicamente e misurate sperimentalmente, con risultati del tutto simili a quelli registrati in vari test acustici.

ANSA


gravidanza-e-movimento.jpg

Fare attività fisica in gravidanza può abbreviare i tempi del travaglio di 50 minuti e renderlo più tranquillo. Benefici si hanno con esercizi regolari del pavimento pelvico, jogging e allenamento con i pesi.

E’ quanto emerge da uno studio guidato dall’Università Politecnica di Madrid, pubblicato sulla rivista European Journal of Obstetrics & Gynecology and Reproductive Biology.

Gli studiosi hanno monitorato 508 donne a partire dal primo trimestre di gravidanza. A metà di loro è stato assegnato il compito di fare tre allenamenti di un’ora a settimana a ritmo moderato, mentre alle altre è stato fornito solo un counseling prenatale. Oltre la metà delle partecipanti alla ricerca hanno partorito naturalmente, ed è stata osservata un’importante disparità tra coloro che si erano esercitate in maniera regolare e coloro che invece non lo avevano fatto.

Il gruppo che aveva fatto attività fisica aveva una durata totale media del travaglio di sette ore e mezza (450 minuti), mentre in chi aveva ricevuto solo il counseling prenatale occorrevano circa otto ore e mezza (500 minuti) prima della nascita del bimbo. Gli studiosi spiegano che è probabile le donne che sono fisicamente in forma abbiano muscoli più forti che le aiutano a sostenere il percorso che porta al parto, in particolare nella fase di spinta, per questo sperano che i risultati incoraggino a non temere l’esercizio fisico durante la gestazione tenuto conto anche del fatto che è fondamentale per prevenire complicazioni potenzialmente pericolose durante il travaglio.

ANSA


dieta-mediterranea.jpg

Oltre a prevenire malattie cardiache, diabete e cancro, la dieta mediterranea è un vero e proprio elisir di salute per le donne in menopausa. Sembra esser legata infatti anche a una maggiore massa muscolare e densità ossea, può quindi essere «un’utile strategia non medica per la prevenzione dell’osteoporosi e delle fratture»

Sono queste le conclusioni di un nuovo studio presentato all’ENDO 2018, il 100/mo incontro annuale della Endocrine Society in corso a Chicago. Tanta frutta e verdura, cereali, olio d’oliva e semi; moderata assunzione di pesce; basso consumo di latticini e carni rosse; bere regolarmente, ma moderatamente, vino rosso.

Questi i capisaldi della dieta più famosa al mondo e più amata dai medici. Pochi studi, tuttavia, ne hanno dimostrato gli effetti sulla composizione corporea dopo la menopausa, periodo della vita della donna in cui il calo di estrogeni accelera la perdita di massa ossea e riduce la massa muscolare, aumentando il rischio di fratture e peggiorando la qualità di vita. I ricercatori della Universidade Federal do Rio Grande do Sul in Brasile hanno reclutato 103 donne sane con un’età media di 55 anni e andate in menopausa 5,5 anni prima, in media.

Tutte sono state sottoposte a esami per valutare la densità minerale ossea e la massa muscolare scheletrica. Quindi hanno anche compilato un questionario alimentare su ciò che avevano mangiato nel mese precedente. Ne è emerso che una migliore aderenza alla dieta mediterranea era significativamente associata con maggiore densità minerale ossea misurata alla colonna lombare e con una maggiore massa muscolare. Questa associazione, era indipendente dall’uso di terapia ormonale o dal livello di attività fisica.

«La dieta mediterranea potrebbe favorire il mantenimento della massa ossea e di quella muscolare grazie all’effetto protettivo di sostanze antiossidanti e antinfiammatorie di cui è ricca», spiega il presidente della Società Italiana di Geriatria e Gerontologia (Sigg) Raffaele Antonelli Incalzi.

ANSA


animali.jpg

Possiamo prevenire l’infestazione dei parassiti scegliendo un buon prodotto antiparassitario che sia adatto alle abitudini dell’animale.

Per quanto riguarda la formulazione, il mercato ne offre una grande quantità, da scegliere in base alle necessità ed all’amico a 4 zampe da proteggere.

SPOT-ON
Sono gocce, contenute in fialette, che devono essere applicate sulla cute del cane o del gatto. Si diffondono nello strato lipidico superficiale della pelle e vengono lentamente eliminati con il fisiologico ricambio delle cellule cutanee. I parassiti vengono uccisi entrando in contatto con la pelle dell’animale.

COLLARI
I principi attivi si distribuiscono su tutto il corpo dell’animale nello strato lipidico della pelle quindi i parassiti vengono eliminati dopo essere venuti a contatto con la pelle.
I collari sono di facile utilizzo ed hanno una lunga durata arrivando in alcuni casi ad offrire parecchi mesi di protezione.

ANTIPARASSITARI PER BOCCA
Vengono assorbiti nel sangue distribuendosi in vari organi.
Uccidono i parassiti solo dopo che questi hanno punto l’animale entrando in contatto con il principio attivo.


zanzara-e-pappatacio.jpg

Le zanzare sono insetti diffusi ovunque e molto conosciuti.

I pappataci o flebotomi sono insetti di 2-3mm, simili ai moscerini, le cui femmine succhiano il sangue.

Il pappatacio e la zanzara sono particolarmente attivi da aprile a ottobre e nelle ore serali e notturne, mentre nelle ore calde riposano nascosti.

Le punture di questi insetti possono causare prurito, ponfi e reazioni allergiche.

I pappataci sono responsabili della trasmissione di una patologia molto grave, la leishmaniosi, quando nel loro apparato digerente è presente un parassita, la leishmania.

Le zanzare possono trasmettere la filariosi, causata da un parassita che si insedia nel cuore e nell’arteria polmonare.


zecca1.jpg

Le zecche sono parassiti che si nutrono di grandi quantità di sangue, sono lunghe da 1 a 3 mm ma, dopo il pasto, possono raggiungere il centimetro.

Il ciclo vitale di una zecca può variare da alcuni mesi a molti anni, le femmine depongono le uova in aree con vegetazione folta e servono circa due settimane perché si schiudano.

Le zecche sono presenti soprattutto in primavera ed estate ma anche in autunno, sono attive sopra i 7o C ma sopravvivono anche nelle stagioni fredde entrando in un specie di letargo che consente loro di rimanere in vita senza nutrirsi anche per lungo tempo.

Una volta salita sull’animale la zecca inserisce l’apparato boccale nella sua pelle e si ancora saldamente a lui.

Con le loro punture possono trasmettere numerose malattie, possono ospitare diversi germi e, attraverso le punture, possono trasmetterli agli animali. Possono causare infiammazioni e reazioni locali; nelle infestazioni più gravi possono arrivare anche a causare anemia.


pulce-1.jpg

Le pulci sono insetti di 1-4 mm, privi di ali, che possono spiccare lunghi salti grazie alle zampe posteriori molto forti.

Si nutrono del sangue di cani, gatti e altri mammiferi durante tutto il loro ciclo vitale. Le pulci adulte vivono sull’animale per periodi molto lunghi e depongono le uova soprattutto di notte. Le uova cadono a terra, si schiudono e liberano nell’ambiente circostante le larve da cui si formano nuove pulci che saltano sull’animale infestandolo ulteriormente. Una pulce femmina depone circa 2000 uova nel corso della sua vita, che può durare da tre a sei settimane.

Le punture delle pulci possono causare:

– infiammazione e forte prurito

– dermatite allergica

– trasmissione di verminosi intestinali e batteri

– debilitazione, dimagrimento e, nei casi più gravi, anemia.

Alcuni animali sono allergici alla saliva delle pulci e quindi si può scatenare un’allergia con prurito, eritema e perdita di pelo.


logo footer

Via G. Nelli, 23 (angolo Piazza Montanelli)
50054 Fucecchio (FI)

Mail: info@farmaciaserafini.net

Tel: 0571 – 20027 (2 linee r.a.)
Fax: 0571 – 20027 (2 linee r.a.)

P.Iva 05439190488

Carte accettate

carte

Il Nostro Progetto

Logo Ivita Italia

Copyright farmacia Serafini 2016. Tutti i diritti riservati.