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Per asportare la grande massa che si era formata sul rene della piccola, i medici e gli infermieri dell’equipe coordinata dal professor Lorenzo Masieri, hanno utilizzato tutti i dispositivi di protezione necessari per operare in sicurezza ed evitare di essere contagiati.

Un intervento di chirurgia complessa per rimuovere un tumore è stato portato a termine con successo nei giorni scorsi nell’Ospedale pediatrico fiorentino Meyer su una bambina di undici mesi, risultata positiva al tampone per rilevare la presenza del Covid.

Per asportare la grande massa che si era formata sul rene della piccola, i medici e gli infermieri dell’equipe coordinata dal professor Lorenzo Masieri, responsabile dell’Unità di Urologia pediatrica del Meyer e professore associato di Urologia dell’Università degli Studi di Firenze, hanno utilizzato tutti i dispositivi di protezione necessari per operare in sicurezza ed evitare di essere contagiati.

Ora – informa una nota del Meyer – la paziente dovrà affrontare i controlli per monitorare l’andamento della patologia, ma l’intervento è felicemente riuscito. La piccola sta bene e ha potuto fare ritorno a casa.

Lo scorso marzo, quando aveva appena nove mesi, i medici dell’ospedale pediatrico avevano scoperto che la bambina aveva un voluminoso tumore renale decidendo di affidarla alle cure degli specialisti della Oncoematologia. Dopo la diagnosi, la bambina ha cominciato la chemioterapia per ridurre le dimensioni della massa in vista dell’intervento. Durante il ciclo delle cure, i medici hanno scoperto che la piccola era positiva al Coronavirus: come capita a molti suoi coetanei era asintomatica e non presentava alcun sintomo, ma era comunque contagiosa.

Tuttavia, per rispettare la tempistica che avrebbe garantito il maggior successo della terapia, l’intervento non poteva essere rimandato. Così i medici hanno deciso di procedere ugualmente, nonostante il rischio, seguendo le procedure aziendali per il percorso Covid. Sono entrati nella sala operatoria dedicata schermati da tute, maschere e guanti e ne sono usciti tutti insieme, controllandosi a vicenda per minimizzare le possibilità di errore nel delicato processo di vestizione e svestizione.

Quello portato a termine al Meyer è un intervento di chirurgia addominale complessa. Per la buona riuscita dell’impresa – sottolinea l’ospedale pediatrico – si è rivelata preziosa l’esperienza che il professor Masieri ha maturato anche nell’ambito del Centro interaziendale costituito da un accordo tra Meyer, Università di Firenze e Careggi.

Altrettanto importante, per rendere possibile una chirurgia complessa anche in presenza di infezione da coronavirus – sottolinea ancora la nota del nosocomio fiorentino –  è stato il grande lavoro che la direzione del Meyer ha portato avanti in questi mesi sul fronte della formazione degli operatori e della predisposizione di idonei percorsi chirurgici a tutela di pazienti e personale. Sia prima, che dopo l’intervento, la piccola paziente è stata seguita da un team multispecialistico di infettivologi, pediatri e oncoematologi negli spazi che il Meyer ha dedicato ai pazienti Covid positivi.


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Ottava puntata dell’appuntamento settimanale con cui il Ministero della Salute smentisce le ‘bufale’ sulla pandemia che circolano in questo periodo.

L’azione del ministero contro disinformazione e fake news prosegue. Dal latte che proteggerebbe dal virus, alla presunta azione curativa dell’acqua e bicarbonato, all’azione preventiva del peperoncino. Queste sono solo alcune delle bufale smentite questa settimana

1. Bere latte protegge e cura l’infezione da nuovo coronavirus = FALSO!

Non ci sono attualmente evidenze scientifiche che il latte abbia una azione protettiva o curativa nei confronti dell’infezione da nuovo coronavirus.

2. E’ possibile disinfettare mani o aree della pelle con i raggi UV = FALSO!

Le lampade a raggi ultravioletti (UV) non devono essere utilizzate per disinfettare le mani o altre aree della pelle. Le radiazioni UV possono causare irritazione alla pelle e danneggiare gli occhi. Lavarsi le mani con acqua e sapone o con soluzioni a base alcolica (igienizzanti per mani) sono i modi più efficaci per rimuovere il virus.

3. Mangiare peperoncino protegge dal nuovo coronavirus = FALSO!

Non ci sono evidenze scientifiche che mangiare o aggiungere peperoncino ai cibi prevenga o curi Covid-19. Il modo migliore per evitare di infettarsi con il nuovo coronavirus è quello di tenersi alla distanza di almeno 1 metro dagli altri e di lavarsi frequentemente e accuratamente le mani con acqua e sapone oppure con disinfettanti a base alcolica.

4. Le mosche possono diffondere l’infezione da coronavirus = FALSO!

Ad oggi non ci sono evidenze scientifiche che indichino che le mosche possano diffondere il nuovo coronavirus. Il virus si diffonde principalmente attraverso le goccioline che si generano quando una persona parla, tossisce o starnutisce (droplets). Ci si può infettare anche toccando superfici contaminate e poi toccandosi occhi, naso e bocca prima di lavarsi le mani. Per proteggersi dall’infezione si raccomanda di disinfettare le superfici toccate frequentemente, lavarsi spesso le mani e mantenere la distanza di almeno 1 metro dagli altri.

5. Il nuovo coronavirus si cura con acqua e bicarbonato = FALSO!

Non ci sono evidenze che il bicarbonato disciolto in acqua abbia una azione curativa, né protettiva, nei confronti della malattia da nuovo coronavirus.

6. Gli oli essenziali delle piante aromatiche come basilico, rosmarino, origano, proteggono dal nuovo coronavirus = FALSO!

Non ci sono evidenze che le piante aromatiche, né gli olii essenziali da queste derivanti, svolgano un ruolo protettivo nei confronti dell’infezione da nuovo coronavirus.

7. Le zecche possono trasmettere il coronavirus = FALSO!

Il virus responsabile della COVID-19 è un virus respiratorio e si trasmette da uomo a uomo principalmente attraverso le minuscole goccioline emesse con starnuti o colpi di tosse o portando le mani alla bocca, al naso o agli occhi dopo aver toccato superfici od oggetti contaminati di recente. Ad oggi non c’è alcuna evidenza scientifica di una trasmissione attraverso artropodi vettori, quali zecche, zanzare o altri insetti che invece possono veicolare altri tipi di virus (detti arbovirus), responsabili di malattie completamente diverse dalla COVID-19, come ad esempio la dengue e la febbre gialla.

8. Se pulisco pavimenti e superfici con il vapore li sterilizzo dal nuovo coronavirus e mi proteggo dall’infezione = FALSO!

Non ci sono evidenze che il vapore svolga un’azione sterilizzante nei confronti del nuovo coronavirus. Le azioni più efficaci per la pulizia della casa e degli ambienti in cui soggiorniamo sono quelle di pulire pavimenti e altre superfici prima con acqua e sapone o altri detergenti per rimuovere lo sporco e poi disinfettarle con una soluzione di cloro attivo allo 0,1% . Per la pulizia dei servizi igienici e delle superfici toccate più frequentemente, tipo maniglie delle porte e delle finestre, cellulari, tastiere dei p.c., etc., la percentuale di cloro attivo sale allo 0,5%. Per la decontaminazione delle superfici che potrebbero essere danneggiate dall’ipoclorito di sodio, dopo la pulizia con un detergente neutro, è possibile utilizzare un disinfettante a base di alcol. Sia durante che dopo le operazioni di pulizia delle superfici è necessario arieggiare gli ambienti.


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L’ultimo Dpcm in vigore prevede l’obbligo di indossare le mascherine negli spazi chiusi o all’aperto quando non è possibile mantenere la distanza di sicurezza. Possono essere utilizzate mascherine di comunità, ovvero mascherine monouso o mascherine lavabili, anche auto-prodotte. Ma come vanno usate? Come conservarle e smaltirle? Come lavarle? Ecco tutti i consigli degli esperti dell’Iss per garantire il corretto utilizzo di questo prezioso strumento di prevenzione.

Le mascherine, in base al DPCM del 26 Aprile scorso sono divenute obbligatorie negli spazi confinati o all’aperto in cui non è possibile o garantita la possibilità di mantenere il distanziamento fisico. L’obbligatorietà dell’uso in alcune Regioni è stata estesa anche ad altri contesti.

In base al comma 2 dell’articolo 3 dello stesso DPCM “possono essere utilizzate mascherine di comunità, ovvero mascherine monouso o mascherine lavabili, anche auto-prodotte, in materiali multistrato idonei a fornire un’adeguata barriera e, al contempo, che garantiscano comfort e respirabilità, forma e aderenza adeguate che permettano di coprire dal mento al di sopra del naso”.

Le mascherine rappresentano una misura complementare  per il contenimento della trasmissione del virus e non possono in alcun modo sostituire il distanziamento fisico, l’igiene delle mani e l’attenzione scrupolosa nel non toccare il viso, il naso, gli occhi e la bocca.

Di seguito ecco alcune FAQ sul corretto utilizzo e le funzioni delle mascherine in questa fase epidemica.

1) Che differenza c’è tra le cosiddette mascherine di comunità e le mascherine chirurgiche? Le mascherine chirurgiche sono le mascherine a uso medico, sviluppate per essere utilizzate in ambiente sanitario e certificate in base alla loro capacità di filtraggio. Rispondono alle caratteristiche richieste dalla norma UNI EN ISO 14683-2019 e funzionano impedendo la trasmissione. Le mascherine di comunità, come previsto dall’articolo 16 comma 2 del DL del 17 marzo 2020, hanno lo scopo di ridurre la circolazione del virus nella vita quotidiana e non sono soggette a particolari certificazioni. Non devono essere considerate né dei dispositivi medici, né dispositivi di protezione individuale, ma una misura igienica utile a ridurre la diffusione del virus SARS-COV-2.

2) Quali sono le caratteristiche che devono avere le mascherine di comunità? Esse devono garantire una adeguata barriera per naso e bocca, devono essere realizzate in materiali multistrato che non devono essere né tossici né allergizzanti né infiammabili e che non rendano difficoltosa la respirazione. Devono aderire al viso coprendo dal mento al naso garantendo allo stesso tempo confort.

3) La mascherina è obbligatoria anche per i bambini? Dai sei anni in su anche i bambini devono portare la mascherina e per loro va posta attenzione alla forma evitando di usare mascherine troppo grandi e scomode per il loro viso.

4) È possibile lavare le mascherine di comunità? È possibile lavare le mascherine di comunità se fatte con materiali che resistono al lavaggio a 60 gradi. Le mascherine di comunità commerciali sono monouso o sono lavabili se sulla confezione si riportano indicazioni che possono includere anche il numero di lavaggi consentito senza che questo diminuisca la loro performance.

5) Quali mascherine devo usare nel caso in cui compaiano sintomi di infezione respiratoria? Nel caso in cui compaiano sintomi è necessario l’utilizzo di mascherine certificate come dispositivi medici.

6) Come smaltire le mascherine?
• Se è stata utilizzata una mascherina monouso, smaltirla con i rifiuti indifferenziati;  
• se è stata indossata una mascherina riutilizzabile, metterla in una busta e seguire le regole per il suo riutilizzo dopo apposito lavaggio.

ISTRUZIONI PER L’USO

Prima di indossare la mascherina 
• lavare le mani con acqua e sapone per almeno 40-60 secondi o eseguire l’igiene delle mani con soluzione alcolica per almeno 20-30 secondi;  
• indossare la mascherina toccando solo gli elastici o i legacci e avendo cura di non toccare la parte interna; 
• posizionare correttamente la mascherina facendo aderire il ferretto superiore al naso e portandola sotto il mento; accertarsi di averla indossata nel verso giusto (ad esempio nelle mascherine chirurgiche la parta colorata è quella esterna);
 
Durante l’uso 
• se si deve spostare la mascherina manipolarla sempre utilizzando gli elastici o i legacci; 
• se durante l’uso si tocca la mascherina, si deve ripetere l’igiene delle mani; 
• non riporre la mascherina in tasca e non poggiarla su mobili o ripiani; 
 
Quando  si  rimuove 
• manipolare la mascherina utilizzando sempre gli elastici o i legacci;
• lavare le mani con acqua e sapone o eseguire l’igiene delle mani con una soluzione alcolica;
 
Nel caso di mascherine riutilizzabili
• procedere alle operazioni di lavaggio a 60 gradi con comune detersivo o secondo le istruzioni del produttore, se disponibili; talvolta i produttori indicano anche il numero massimo di lavaggi possibili senza riduzione della performance della mascherina.
• dopo avere maneggiato una mascherina usata, effettuare il lavaggio o l’igiene delle mani.


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Federfarma informa che l’Antitrust ha aperto un ulteriore procedimento contro un altro sito di market place (Vova), dopo aver già puntato il dito contro Amazon, eBay e Wish per pratiche commerciali sleali legate all’emergenza covid-19.

L’Antitrust continua a esaminare la legittimità dei prodotti messi in vendita online, contestando anche la responsabilità dei titolari dei market place. Con un comunicato l’Antitrust ha fatto sapere, quindi, di star conducendo delle indagini nei confronti del sito Voya, una piattaforma chiamata a fornire i servizi ai consumatori residenti in Europa, gestita da ZC limited (UK), per la quale risulta però un controllo a livello globale da parte di un quartier generale sito ad Hong Kong. Anche in questo caso l’apertura del provvedimento non si limita al solo esame della legittimità delle supposte pratiche commerciali sleali, ma prevede anche – in considerazione della necessità di agire con urgenza per bloccare gli eventuali effetti nefasti sui consumatori dell’attività in questione – l’apertura di un sub-procedimento cautelare. Oggetto del procedimento sono le attività di vendita di prodotti per la prevenzione e/o la diagnosi del contagio dal virus covid-19, svolte proprio da questa piattaforma.   In primo luogo, a finire sotto la lente dell’Antitrust è l’offerta di alcuni presunti test kit per la diagnosi domiciliare del coronavirus, ovvero la possibilità di rilevare gli anticorpi del nuovo coronavirus nel sangue umano, nel siero o nel plasma.

L’Antitrust contesta alla piattaforma in questione che tali attività promozionali vengono poste in essere in contrasto con precise indicazioni delle Autorità sanitarie circa la non attendibilità di tali test. In ciò risiede la concreta possibilità che tali iniziative promozionali siano illecite ed in grado di ingannare e di porre in pericolo la salute dei consumatori. In secondo luogo, viene contestato l’utilizzo di alcuni messaggi pubblicitari che attribuiscono alle mascherine filtranti una specifica efficacia in termini di protezione e/odi contrasto nei confronti del virus covid-19.Per entrambi i prodotti, ovvero test e mascherine, l’Antitrust opererà un’azione di verifica in merito all’elevato livello di prezzi registrato nelle ultime settimane.
Anche in questo caso, come nel caso del provvedimento nei confronti di Wish, l’Antitrust non è partita da una specifica denuncia, ma aperto il “fascicolo” dopo una verifica effettuata d’ufficio. Ciò rientra nell’ampia e meritoria attività di monitoraggio del settore dell’e-Commerce che l’Autorità sta portando avanti in questa specifica fase di emergenza sanitaria.

Federfarma ribadisce ancora una volta come, a suo avviso, l’attività dell’Antitrust sia assolutamente meritoria, in quanto vengono finalmente messe in luce le responsabilità non solo dei venditori, ma anche dei market place che li ospitano sulle loro piattaforme.

Infine, con pubblicazione sul Bollettino del 4maggio l’Antitrust ha chiuso il provvedimento nei confronti del sito https://farmacocoronavirus.it. Con tale decisione l’Antitrust ha confermato quanto già deciso con proprio provvedimento cautelare, ovvero la sospensione di ogni attività posta in essere dal sito in questione, il cui effettivo titolare è risultato ignoto dato che il nome della persona fisica utilizzato per registrare il dominio è risultato inesistente.


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Dopo tutti i riconoscimenti fatti ai farmacisti dalle istituzioni per il loro impegno e abnegazione dall’inizio della pandemia, è anche il ministro degli Esteri Luigi di Maio a rendere merito a questi professionisti.

“È impensabile vanificare gli sforzi compiuti fino ad ora. Bisogna onorare chi in prima linea ha combattuto e sta continuando a combattere contro il virus. Mi riferisco – scrive in un post su Facebook – anche ai nostri militari, alle donne e agli uomini delle forze dell’ordine, agli autotrasportatori, ai dipendenti dei supermercati e delle farmacie: migliaia di persone che hanno lavorato in piena emergenza, senza mai fermarsi, e che stanno continuando a farlo, per mettere in sicurezza il Paese e per tutelare la vita di tutti gli italiani. Non molliamo proprio adesso. Mostriamo al mondo intero chi siamo veramente. Un popolo che nella sua storia si è sempre rialzato, a testa alta, senza mai smettere di sventolare il tricolore”.


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L’uso della mascherina è una precauzione per proteggere la nostra salute  e quella degli altri che ci accompagnerà anche per questa fase 2.

Un video spot del Ministero della Salute, in onda sui canali radio e tv della Rai, spiega quando indossarla e come usarla in sicurezza.

Queste le tre semplici regole  ricordate dal ministero:

1) lava le mani prima di indossare la mascherina e utilizza gli elastici o le stringhe senza toccare la parte centrale;
2) copri bene bocca, naso e mento;
3) dopo averla tolta (senza toccare la parte centrale), lavati subito le mani.

La mascherina va indossata in tutti i luoghi chiusi e accessibili al pubblico e all’aperto quando non siamo sicuri di poter mantenere la distanza di almeno un metro da altre persone.  Il Ministero ricorda anche che l’uso della mascherina non sostituisce il rispetto delle regole di distanziamento sociale e l’igiene delle mani.

Guarda il filmato


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Le mani curano, danno assistenza e conforto, e sono anche la prima arma a disposizione di tutti per la difesa da tutte le infezioni, a partire da quella da Covid-19. Tenere le mani pulite quindi diventa un gesto d’amore nei nostri confronti e di chi ci sta intorno.

È questo il senso del video realizzato dall’Istituto superiore di sanità per la Giornata mondiale dell’Igiene delle mani, con il claim “Cura le mani, le mani curano”, che è alla base anche di due infografiche che spiegano come garantirne una corretta igiene.

Nel video le mani sono rappresentate in molte delle loro funzioni, da quelle che abbracciano a quelle che assistono. Non mancano i riferimenti all’epidemia attuale, dalle immagini di operatori sanitari a un dito che preme il pulsante di un ascensore, che ricorda uno dei modi di trasmissione documentati ai tempi della Sars.

La giornata, quest’anno dedicata ad infermieri e ostetriche, è l’occasione per sensibilizzare il pubblico sul fatto che l’igiene delle mani aiuta a prevenire ogni tipo di infezione, non solo quella da Covid-19, ad esempio durante l assistenza ai malati. In Italia, riporta un lancio di askanews,  ogni anno vengono stimati 10.000 decessi per infezioni da batteri resistenti agli antibiotici, 200.000 casi di infezioni da germi multiresistenti, quattro persone ogni 100 nelle lungodegenze hanno una infezione correlata all’assistenza, sei pazienti ogni 100 presenti in ospedale e nell’assistenza domiciliare hanno una infezione correlata all’assistenza. La media del consumo di soluzioni idroalcoliche per l’igiene delle mani in Italia è però di 15 ml per paziente al giorno, al di sotto del minimo raccomandato dall’Organizzazione mondiale della sanità (20 ml per paziente al giorno). Il 30-50 % delle infezioni correlate all’assistenza di queste potrebbero essere prevenibili e uno dei caposaldi è proprio l’igiene delle mani.

Bisogna lavarsi le mani spesso e accuratamente con acqua e sapone per 40-60 secondi. Se non sono disponibili acqua e sapone, è possibile utilizzare anche un disinfettante per mani con almeno il 60% di alcol. Il virus entra nel corpo attraverso gli occhi, il naso e la bocca, quindi evita di toccarli con le mani non lavate, come spesso succede come gesto naturale. Non bisogna invece lavare solo il palmo e il dorso delle mani, ma bisogna eseguire un lavaggio completo di tutte le parti compresi gli spazi tra le dita.

I guanti non devono sostituire la corretta igiene delle mani. Il lavaggio delle mani non deve essere eseguito senza rimuovere i gioielli. Alla fine del lavaggio non bisogna toccare i rubinetti per richiudere l’acqua ma utilizzare un fazzoletto o la piega del gomito per evitare che le mani pulite entrino a contatto con superfici sporche. Dopo essersi lavate le mani non bisogna toccare oggetti (es. maniglia della porta). Si può usare un fazzoletto di carta per aprire la porta. Non si devono lavare i guanti monouso, potrebbero rovinarsi.


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Prosegue il lavoro settimanale del Ministero della Salute nello stanare le fake news relative all’emergenza da Covid 19.

Nei periodi di emergenza bufale e disinformazione proliferano, soprattutto sul web e sui social network, ed orientarsi tra le notizie circolanti in rete non sempre è facile. Per evitare di imbattersi in notizie false e pericolose per la salute il Ministero della Salute raccomanda, quindi, di fare sempre riferimento a fonti istituzionali ufficiali e certificate.

Il ministero della Salute ogni settimana smentisce le bufale circolanti sulla base delle evidenze scientifiche. Di seguito l’elenco delle fake news più frequenti che sono state rilevate in questo periodo.

1. I bagni in piscina o nelle vasche idromassaggio espongono all’infezione da nuovo coronavirus. FALSO!

Non ci sono prove attualmente che il nuovo coronavirus possa essere diffuso all’uomo attraverso l’uso di piscine o vasche idromassaggio. E’ comunque sempre consigliabile assicurarsi del  corretto funzionamento ed effettuare un’adeguata manutenzione e disinfezione (ad esempio con cloro e bromo) di piscine e di vasche idromassaggio. Poiché la trasmissione del virus avviene tramite le goccioline respiratorie è sempre consigliabile mantenere la distanza di un metro tra una persona e l’altra.

2. Fumo da tanto, ma ormai è inutile smettere tanto non rischio più degli altri di ammalarmi di Covid-19. FALSO!

Smettere di fumare è importante perché si guadagna salute subito e si ottengono molti benefici a lungo termine. Studi recenti hanno evidenziato nei fumatori un aumento di almeno tre volte del rischio di sviluppare polmonite severa da Covid-19 rispetto ai non fumatori. Il fumo facilita le infezioni respiratorie veicolando più volte al giorno nell’apparato respiratorio 7000 e più sostanze tossiche.

3. Voglio donare il sangue ma non posso farlo perché non posso allontanarmi dalle vicinanze della mia abitazione. FALSO!

La donazione del sangue e degli emocomponenti è considerata inclusa tra le motivazioni di “assoluta urgenza”, e sono quindi consentiti gli spostamenti dei donatori che si recano presso le sedi di raccolta pubbliche e associative.

4. Il coronavirus non colpisce i bambini quindi anche se mio figlio ha un po’ di febbre non mi preoccupo e non chiamo il medico. FALSO!

Il nuovo coronavirus fino ad oggi ha colpito in maniera minore i bambini rispetto al resto della popolazione, ma i bambini non sono immuni all’infezione. Pertanto in caso di sintomi dubbi (come febbre, rinite, tosse, mal di gola, difficoltà respiratoria) è sempre indicato consultare il pediatra.


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Il passaggio della bile, chiuso da una cicatrice invalicabile, è stato riaperto dalla forza di due piccoli magneti, che attraendosi l’un l’altro hanno ristabilito la continuità del dotto. Protagonista l’equipe multidisciplinare di endoscopisti e radiologi interventisti della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs

Riaperto con un metodo innovativo il dotto biliare di un paziente con una condizione clinica molto difficile, già sottoposto a due trapianti di fegato. È l’eccezionale intervento (prima volta in Europa e in America) al tempo dell’emergenza Covid-19 effettuato con successo da una equipe multidisciplinare di endoscopisti e radiologi interventisti della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs coordinata da Guido Costamagna.

Il passaggio della bile, chiuso da una cicatrice invalicabile, è stato riaperto dalla forza di due piccoli magneti, che attraendosi l’un l’altro hanno ristabilito la continuità del dotto. L’intervento urgente e mini-invasivo di ricanalizzazione di una stenosi (restringimento) ‘invalicabile’ è lo straordinario traguardo clinico raggiunto nonostante l’emergenza Covid-19.

Nel trapianto di fegato la via biliare del donatore viene suturata a quella del ricevente (anastomosi): il restringimento di questa zona suturata è la complicanza più frequente (oltre il 10%) e avviene per un eccesso di cicatrizzazione. Dopo l’insuccesso nel superamento della ‘stenosi dell’anastomosi biliare’ con metodi endoscopici e radiologici “convenzionali”, l’equipe multidisciplinare guidata da Guido Costamagna, Ordinario di Chirurgia Generale all’Università Cattolica e direttore dell’Unità Operativa di Endoscopia Digestiva Chirurgica del Gemelli, ha posizionato nelle vie biliari, a monte e a valle della stenosi, due piccoli magneti: quello inferiore tramite endoscopia e quello superiore attraverso il fegato, dopo puntura delle vie biliari dalla cute, in contemporanea. I due magneti, attraendosi, hanno determinato, in un paio di settimane, la riapertura (ricanalizzazione) del tratto biliare completamente occluso per compressione del tessuto cicatriziale, permettendo la successiva inserzione di protesi di plastica multiple per mantenere aperto il canale.

Ciò ha permesso la risoluzione della patologia che avrebbe richiesto altrimenti un complesso e rischioso, ennesimo intervento chirurgico. Pochi interventi simili sono stati eseguiti in Cina, Giappone, Corea e Turchia; si tratta quindi del primo intervento di questo tipo eseguito con successo in Europa e America grazie a metodiche innovative, peraltro ai tempi di Covid-19.

“La pandemia da virus Sars-Cov2 ha determinato profondi mutamenti anche nell’attività clinica dell’Endoscopia Digestiva del Gemelli, struttura ad altissima specializzazione e centro di riferimento nazionale e internazionale, in grado di eseguire oltre 22.000 prestazioni all’anno. In questo periodo di emergenza sanitaria – spiega Costamagna – l’attività si è limitata alle urgenze e ai casi non procrastinabili, in particolare per i pazienti oncologici. Sono state allestite due sale endoscopiche, una al Gemelli e l’altra nel Columbus Covid 2 Hospital esclusivamente dedicate a pazienti affetti da Coronavirus, trattati garantendo al massimo tutte le misure precauzionali sia di protezione individuale del personale, sia di sanificazione e disinfezione delle sale e delle strumentazioni”. Anche i percorsi, i criteri di selezione dei pazienti e tutte le procedure di accettazione e di dimissione dal Centro di Endoscopia Digestiva Chirurgica “sono state rimodulate in funzione del rischio di diffusione virale. Insomma, stiamo imparando ad agire, a muoverci e a pensare in maniera diversa per garantire ancora di più a tutti i pazienti il meglio delle cure nella massima sicurezza ”, conclude Costamagna.


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