Il mercato dei farmaci contraffatti non prospera soltanto sui divieti e sulle limitazioni prescrittive adottate dagli Stati nazionali, ma anche sulle irreperibilità e sulle carenze che a ondate colpiscono alcuni medicinali salvavita. Per colpa delle quali i pazienti devono ripiegare sul web in cerca di alternative.
E’ il messaggio che arriva dal convegno organizzato lunedì a Rimini da Sitox (Società italiana di tossicologia) e Sif (Società italiana di farmacologia) per parlare di contrabbando e falsificazioni farmaceutiche. Un fenomeno di dimensioni ormai globali, dato che la presenza di farmaci contraffatti è realtà segnalata in quasi tutti gli Stati dell’Unione europea. «Si ricorre al mercato illegale» ha ricordato Patrizia Hrelia, presidente della Sitox «anche quando il medico prescrittore rifiuta di prescrivere tranquillanti».
Il web, poi, rimane il canale privilegiato per acquisti e ordinativi, nonostante i rischi che si corrono. «In Europa si comprano via internet soprattutto dimagranti, steroidi e anabolizzanti» ha spiegato Marta Gramazio, dell’Unità prevenzione e contraffazione dell’Aifa «e soprattutto farmaci contro la disfunzione erettile. Il pericolo però è quello di vedersi arrivare farmaci che in realtà non fanno nulla perché privi del principio attivo, o nel peggiore dei casi dannosi perché alterati. Meglio allora rivolgersi soltanto alle farmacie, perché controlli e verifiche le rendono il canale più sicuro e affidabile».
Un allarme sui rischi del web è arrivato anche da Gioacchino Nicolosi, vicepresidente nazionale di Federfarma: «Solo lo 0,6% degli acquisti online di farmaci è legale» ha ricordato «e il 32% dei farmaci venduti via internet non ha nessun principio attivo». Le organizzazioni che lucrano sui farmaci contraffatti, ha poi ricordato Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria, «appartengono spesso al mondo della criminalità internazionale e tolgono fatturato alle industrie delle filiera legale del farmaco, la cui produzione è invece sicura e affidabile».
Le buone notizie non mancano. Per esempio in tema di carenze, fenomeno che contribuisce indirettamente ad alimentare il mercato illegale via web perché spinge le famiglie rimaste senza farmaco salvavita a cercare alternative in Rete. «Grazie agli interventi di filiera del farmaco e istituzioni, così come agli accresciuti controlli delle regioni» ha detto Nicolosi nel suo intervento «le segnalazioni di farmaci mancanti o irreperibili sembrano in contrazione». Serviranno altre osservazioni per averne la certezza, ma l’impressione è che la sinergia avviata da più di un anno tra amministrazioni e sigle della filiera stia cominciando a dare frutti. «Conferma» ha concluso Nicolosi «la recente firma del protocollo d’intesa con cui Aifa, regioni, farmacie, grossisti e produttori si impegnano a rispettare e far rispettare le norme sulla distribuzione farmaceutica».