L’influenza è sempre più aggressiva: solo nell’ultima settimana colpite altre 614mila persone, il 188% in più rispetto all’anno scorso
Cresce ancora nell’ultima settimana dell’anno il numero di casi influenzali con un forte aumento dell’attività virale. Soprattutto tra i bambini ma anche tra gli adulti. Tra gli anziani nell’ultima settimana di rilevazione del 2016 l’incidenza è raddoppiata rispetto alla settimana precedente.
Che quest’anno l’influenza fosse più dura del solito si era già visto guardando i dati dell’ultima rilevazione prima di Natale. Con un numero di casi quasi doppio rispetto all’anno precedente nel periodo di osservazione del sistema InfluNet dell’Istituto superiore di sanità che parte ogni anno a metà ottobre e monitora settimanalmente l’andamento dei casi sulla base di un sistema di medici sentinella presente in tutte le Regioni.
Con i dati dell’ultima settimana dell’anno la situazione è ulteriormente peggiorata rispetto alla stagione influenzale precedente: dallo scorso ottobre al 1 gennaio 2017 i casi stimati complessivi sono 1.947.000 rispetto ai 674.500 dello stesso periodo. Vale a dire il 188% in più. E solo nell’ultima settimana di rilevazione (la 52ª) i casi stimati sono stati 613.700 rispetto ai soli 115.900 della stessa settimana del 2015, cioè cinque volte di più (vedi tabella a fondo pagina).
Il livello di incidenza dell’influenza ha raggiunto 10,12 casi per mille assistiti e la fascia di età maggiormente colpita è quella dei bambini al di sotto dei cinque anni in cui si osserva un’incidenza pari a circa 27,60 casi per mille assistiti e quella tra 5 e 14 anni con un’incidenza del 14,19. Nella fascia 15-64 anni l’incidenza è del 9,28 e tra gli individui di età pari o superiore a 65 anni scende invece a 6,34 casi per mille assistiti.
In tutte le Regioni italiane è iniziato il periodo epidemico. Ma in Piemonte, Val d’Aosta, P.A. di Trento, Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania e Basilicata si osserva un’incidenza pari o superiore a 10 casi per mille assistiti, anche se l’Iss avverte che l’incidenza osservata in alcune regioni è fortemente influenzata dal ristretto numero di medici e pediatri che hanno inviato, al momento, i loro dati. In altre parole se le segnalazioni fossero omogenee in tutta Italia i casi segnalati sarebbero probabilmente ancora di più.