Oltre il 50% degli studenti, tra gli 11 e i 17 anni, è finito nel mirino di uno o più bulli. I dati raccolti lo scorso anno dal Censis fotografano un fenomeno preoccupante, da arginare attraverso la prevenzione. In occasione della Giornata Nazionale contro il Bullismo e della sicurezza in rete è stata presentata, a Roma, la GUIDA per difendersi.
Violenze fisiche e verbali che lasciano il segno, specialmente quando a riceverli sono i più piccoli, da coetanei o persone poco più grandi. Può accadere nel mondo reale, ma anche in quello virtuale. Oggi, 7 febbraio, si è celebrata la Giornata Nazionale contro il Bullismo e il Safer Internet Day, dedicata, invece, alla sicurezza in rete. Anche gli studenti romani hanno dato il loro contributo: in 400 hanno assistito alla presentazione della Guida al Bullo 2.0, un vademecum, a cura di psicologi e avvocati, per affrontare il bullismo e imparare a difendersi. Un problema che riguarda più della metà dei giovanissimi: il 52,7% degli studenti, tra gli 11 e i 17 anni, ha subito comportamenti offensivi.
“La Guida – ha detto Michele Baldi, Capogruppo della Lista Civica Nicola al Consiglio Regionale del Lazio, che ha promosso l’iniziativa – è uno strumento realizzato a costo zero e messo a disposizione di tutti con lo scopo sociale di sostenere concretamente studenti e famiglie nell’affrontare e prevenire fenomeni a cui sono esposti quotidianamente”.
I dati del Censis e la legge del Lazio
Fenomeni che, secondo il rapporto 2016 del Censis, riguardano il 52,7% degli studenti di scuole medie e superiori. La percentuale sale al 55,6% tra le femmine e al 53,3% tra i ragazzi più giovani, di 11-13 anni. Il Lazio è la prima istituzione, sia a livello regionale che nazionale, ad aver legiferato su questo delicato tema, approvando nel maggio scorso la legge “Disciplina degli interventi per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del bullismo”. Una legge grazie alla quale è stato istituito un fondo, con uno stanziamento di 750 mila euro per il triennio 2016/2018, a beneficio di comuni e municipi, istituzioni scolastiche, aziende sanitarie locali e associazioni, per iniziative culturali, sociali e sportive sui temi del rispetto della diversità.
I finanziamenti servono anche per iniziative volte a promuovere uno stile di vita familiare che sostenga lo sviluppo di un senso critico nel minore, di gruppi di supporto per i genitori, corsi di formazione per personale scolastico, operatori sportivi ed educatori, campagne di sensibilizzazione e informazione per studenti, insegnanti e famiglie. Non solo prevenzione, s’interviene anche dove il bullismo ha, purtroppo, già fatto la sua parte: sono previsti contributi pure per i programmi che sostengono chi è finito nelle grinfie dei bulli.