Dal fumo alla dieta. Uno studio pubblicato dal Journal American College Cardiology ha valutato il rapporto tra il conseguimento di sette obiettivi di salute cardiovascolare e l’effettiva riduzione dei rischi, nonché dell’allungamento della vita. È emerso che il raggiungimento anche di un solo obiettivo è efficace a qualsiasi età.
Sono sette gli obiettivi di salute cardiovascolare individuati dall’American Heart Association, il cui raggiungimento – totale o parziale – sarebbe associato a una vita più lunga e a minori eventi cardiovascolari, indipendentemente dall’età. Infatti in un gruppo di pazienti anziani partecipanti allo studio “i vantaggi di una salute cardiovascolare ideale nel ridurre la mortalità e gli eventi vascolari (infarto, ictus) è stato paragonabile a quello che si osserva nelle fasce di popolazione più giovane – ha detto Bamba Gaye, dell’Università Paris Descartes, autrice principale dello studio – Questa è una buona notizia, in quanto suggerisce che non è mai troppo tardi per impedire lo sviluppo di fattori di rischio per la malattia cardiovascolare”.
Lo studio
Gaye e colleghi hanno preso in esame oltre 7 mila persone per vedere come il conseguimento dei sette obiettivi ideali o ‘Life’s Simple 7’, avrebbe potuto influenzare il rischio di morte o di avere un ictus o un attacco cardiaco nel corso dello studio.
I sette obiettivi includevano:
– Indice di massa corporea (BMI) inferiore al valore del sovrappeso
– Svolgimento di un’attività fisica vigorosa per 75 minuti a settimana o di una moderata attività fisica, almeno per 150 minuti a settimana
– Non fumare o aver smesso almeno da 12 mesi
– Seguire una dieta sana che includa verdure e frutta fresca ogni giorno, pesce due volte o più a settimana e meno di 450 calorie a settimana di zuccheri
– Avere una pressione sanguigna sotto i 120/80, senza farmaci
– Mantenere un livello di colesterolo normale, senza farmaci
– Mantenere un normale livello di zuccheri nel sangue, senza farmaci
Dei 7371 partecipanti , la cui età media era di 74 anni, solo un individuo è riuscito a raggiungere i sette goals e solo il 5% dei partecipanti ne ha raggiunti almeno 5. I risultati sono stati pubblicati dai ricercatori sul Journal of the American College of Cardiology. Per tutti gli obiettivi, ad eccezione dell’attività fisica e del colesterolo totale, le donne avevano maggiori probabilità rispetto agli uomini di essere ad un livello ideale.
Gli altri risultati
Il gruppo di ricerca ha seguito i soggetti arruolati nello studio per monitorare la loro salute; metà dei partecipanti è stata seguita per più di nove anni. Rispetto ai soggetti che non raggiungevano più di due obiettivi, per quelli che hanno raggiunto tre o quattro target il rischio di morte durante lo studio si era ridotto del 16% mentre il raggiungimento di cinque-sette target aveva ridotto il rischio del 29%.
Infatti, il rischio di morte è diminuito del 10% per ogni obiettivo raggiunto al livello ideale. Ugualmente, il rischio di malattie cardiache coronariche e ictus si è ridotto del 22% per ogni obiettivo raggiunto al livello ideale. “Il goal ideale sarebbe quello di non avere alcun fattore di rischio per malattia cardiovascolare – ha osservato Gaye – Tuttavia, il nostro studio dimostra anche un beneficio per gradi sulla base del numero di fattori di rischio portati a livello ottimale. Quindi un approccio forse più realistico potrebbe essere quello di consigliare ai soggetti anziani di avere almeno un fattore di rischio a livello ottimale e di raggiungere progressivamente livelli ottimali degli altri fattori di rischio”.
“L’obiettivo di un invecchiamento di successo non è l’immortalità, ma il tempo trascorso con malattia e disabilità – ha scritto in un editoriale sullo studio, Karen P. Alexander della School of Medicine della Duke University di Durham – Questo studio ci ricorda che i fattori di rischio e le modifiche dello stile di vita non hanno data di scadenza e continuano a produrre benefici per una vecchiaia sana, ben oltre i 70 anni. Gli anziani dovrebbero concentrarsi non tanto sul perfetto raggiungimento del ‘Life’s Simple 7’ quanto piuttosto sul percorso di lavoro necessario per raggiungere questi obiettivi”.
Fonte: Journal American College Cardiology