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Due truffe scoperte dai NAS evidenziano come sia indispensabile attenzione e cautela nell’acquisto di integratori e farmaci, e quanto sia necessario rivolgersi a professionisti della salute.

I Carabinieri del NAS di Pescara sono intervenuti presso un magazzino di una ditta di farmaci in Provincia di Teramo accertando la presenza di oltre 26 mila confezioni di integratori alimentari di lattoferrina fatti produrre da terzi con il proprio marchio e aventi al loro interno il foglietto illustrativo con informazioni difformi da quelle riportate nell’etichetta notificata al ministero della Salute.

Infatti i militari si sono resi conto che il prodotto vantava l’attribuzione di proprietà di prevenzione e cura non consentite per gli integratori alimentari in quanto alimenti. Infatti il foglietto illustrativo consigliava l’assunzione di dosi giornaliere di lattoferrina – fino a 1000 mg – molto superiore al limite consentito dalle linee guida ministeriali che ammettono invece un massimo di 200 mg.

Tutto il quantitativo rinvenuto è stato sottoposto a sequestro amministrativo per un valore complessivo di circa 700mila euro. Proseguono le indagini del Nas per rintracciare ulteriori confezioni già commercializzate in ambito nazionale. Il responsabile è stato segnalato alle autorità sanitaria e amministrativa.

Il Reparto operativo – Sezione analisi dei Carabinieri del Nas, nella continua attività di monitoraggio del web per i contrasto alle nuove sostanze psicoattive e al cybercrime farmaceutico, ha individuato una piattaforma di e-commerce, allocata su server estero, che promuoveva la vendita di vaccini per Covid-19, attività vietata ai sensi delle norme vigenti nel nostro Paese, che impediscono la vendita online di farmaci soggetti a prescrizione medica, esitabili solo in farmacia da parte di un farmacista dietro presentazione della ricetta.

I militari hanno dato quindi esecuzione al provvedimento di inibizione all’accesso da parte degli utenti dal territorio italiano. Dall’inizio dell’emergenza dell’attuale pandemia i siti web oscurati dai Carabinieri del Nas ammontano a 242.


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Oltre a una serie di farmaci recanti varie indicazioni terapeutiche e soggetti a obbligo di prescrizione, nonché vendibili solo in farmacia da parte di farmacista abilitato, i Carabinieri del NAS hanno individuato l’offerta in vendita di medicinali asseritamente contenenti principi attivi soggetti a particolari restrizioni d’uso e specifiche indicazioni d’impiego in relazione all’infezione da SARSCOV-2

Continua l’attività dei NAS in relazione all’emergenza sanitaria connessa con la diffusione dell’epidemia di COVID-19 e volta, oltre a interventi sul territorio, al monitoraggio dell’offerta in vendita sul web di medicinali. Nell’ambito di una mirata operazione di vigilanza telematica contro il cybercrime farmaceutico, condotta di concerto con il Ministero della Salute, i militari della Sezione Analisi del Reparto Operativo del Comando Carabinieri per la Tutela della Salute hanno dato esecuzione a 11 provvedimenti d’inibizione all’accesso (cd. “oscuramento”) emessi dalla Direzione Generale dei dispositivi medici e del servizio farmaceutico del Dicastero, su proposta del citato Reparto, nei confronti di altrettanti siti web collocati su server esteri e con riferimenti di gestori non individuabili, sui quali venivano effettuate la pubblicità e l’offerta in vendita, anche in lingua italiana, di svariate tipologie di medicinali che, in questi mesi, sono stati a vario titolo collegati all’emergenza pandemica da COVID-19.

Infatti, oltre a una serie di farmaci recanti varie indicazioni terapeutiche e soggetti a obbligo di prescrizione, nonché vendibili solo in farmacia da parte di farmacista abilitato, i Carabinieri del NAS hanno individuato l’offerta in vendita di medicinali asseritamente contenenti principi attivi soggetti a particolari restrizioni d’uso e specifiche indicazioni d’impiego in relazione all’infezione da SARSCOV-2 come, soprattutto, gli antimalarici clorochina e idrossiclorochina, per i quali l’AIFA in data 22 dicembre 2020 ha pubblicato una scheda aggiornata contenente elementi utili a orientare la prescrizione e a definire un rapporto tra benefici e rischi sul singolo paziente, e gli antivirali lopinavir/ritonavir, di cui la medesima Agenzia regolatoria ha sospeso l’utilizzo off label al di fuori degli studi sperimentali clinici.

Presenti, sulle vetrine virtuali dei siti individuati, anche l’antivirale ribavirin, per il quale è stato autorizzato l’uso compassionevole limitatamente a pazienti ospedalizzati con difficoltà respiratorie legate al COVID-19, l’antibiotico azitromicina, rispetto al quale l’AIFA ha diramato una scheda che offre elementi necessari per una corretta prescrizione e per valutare il rapporto tra benefici e rischi sul paziente, nonché l’antinfiammatorio colchicina, oggetto di uno studio sperimentale nel trattamento del COVID-19. I militari si sono imbattuti anche in altri medicinali contenenti rispettivamente l’antinfiammatorio indometacina, la cui assunzione fuori stretto controllo medico può cagionare gravissimi effetti collaterali, e l’antivirale daclatasvir, offerto in rete nonostante l’EMA, a seguito del mancato rinnovo dell’autorizzazione all’immissione in commercio deciso dal titolare, ne abbia vietato l’uso in tutta l’Unione Europea.

“Viene dunque confermato – spiegano i Nas -, anche agli inizi del 2021, il trend – rilevato nel corso del 2020 – per il quale il mercato virtuale veicolato dalla rete internet è un’importante fonte di commercio e approvvigionamento di farmaci ad uso umano, molto spesso non autorizzati, con claim accattivanti e asseritamente vantanti proprietà in grado di prevenire e curare diverse patologie, tra cui appunto il COVID-19, che espongono i cittadini a gravissime conseguenze per la salute”.

“Particolarmente a rischio – rilevano i carabinieri –“ è quella ampia parte di utenti che consulta liberamente il surface web, ovvero la parte “in chiaro” e indicizzata della rete agevolmente accessibile e alla portata di tutti, che maggiormente si presta a raggiungere una platea pressoché illimitata di persone costituendo, quindi, un grave fattore di pericolo rispetto al potenziale acquisto e alla conseguente incontrollata assunzione di farmaci di dubbia provenienza e distribuiti al di fuori dei canali e delle modalità autorizzate, che non rispettano i rigorosi standard di qualità, sicurezza ed efficacia previsti dalle vigenti disposizioni.

“È, dunque – spiegano i Nas – più che mai opportuno rinnovare l’invito ai cittadini ad attenersi solo alle indicazioni fornite dagli Organi ufficialmente preposti, consultando i relativi siti istituzionali e diffidando della presenza di offerte sul web di farmaci non autorizzati, nonché ricordare che, secondo la rigorosa normativa italiana, i “medicinali con obbligo di prescrizione” non possono essere venduti attraverso internet e che l’offerta in vendita e la pubblicità dei “medicinali senza obbligo di prescrizione” (SOP/OTC) possono essere effettuate on line solo attraverso i siti di farmacie ed esercizi espressamente autorizzati secondo quanto previsto dal decreto legislativo 24 aprile 2006 n. 219, il cui elenco è consultabile sul sito del Ministero della Salute (www.salute.gov.it), riconoscibili attraverso il previsto Logo Identificativo Nazionale che deve essere chiaramente visibile su ciascuna pagina del sito web dedicata ai medicinali”.


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 I carabinieri dei Nas hanno messo a segno una nuova brillante operazione nella lotta all’importazione clandestina e all’approvvigionamento illegale di farmaci destinati alla cura di Covid-19, operando il sequestro di 121 mila medicinali di origine straniera, principalmente cinesi, privi di autorizzazione e di qualsivoglia valutazione sulla validità terapeutica e sull’assenza di effetti collaterali.

Gli accertamenti dei Nas, che avevano portato ad una prima fase di interventi con l’individuazione di 107 mila prodotti illegali presso associazioni culturali, supermarket etnici e aree doganali di transito merci e passeggeri tra Roma, Milano e Firenze, hanno continuato a monitorare la possibile sussistenza di altri canali di distribuzione sommersi.

Così, nell’ultima settimana, nuovi sequestri sono stati operati dai Nas di Milano, Roma, Napoli, Torino, Firenze e Parma, intercettando ulteriori situazioni illecite relative alla cessione “sottobanco” di medicinali presso erboristerie etniche, esercizi di vicinato e pure un negozio di strumenti musicali di Roma, ospitante un’associazione culturale. Nell’ambito di nove ispezioni è stata riscontrata la detenzione di ulteriori 14.300 prodotti farmaceutici, contenuti in confezioni, fiale, blister e bustine, privi di autorizzazione all’immissione nel mercato europeo e oggetto di importazione clandestina, dei quali 13 mila con indicazioni per la cura o la prevenzione della Covid, quali Lianhua Qingwen Jiaonang, Zhongyao Peifang Keli e Ganmao Qingre Keli.

Ad oggi, le operazioni condotte dai Nas sull’intero territorio nazionale hanno consentito di interrompere numerose reti commerciali sommerse sia di farmaci, verosimilmente destinati a comunità straniere presenti in Italia, sia di dispostivi medici per una più ampia platea di utenti, deferendo all’Autorità giudiziaria complessivamente 19 persone.

Nel medesimo contesto operativo, i Nas di Milano, Torino e Parma hanno inoltre sequestrato 15.100 aghi da siringa, 245 pulsimetri e ossimetri, 170 termometri laser e 350 mascherine di protezione facciale dichiarate con elevato livello di protezione (Ffp2/3), tutti risultati privi di certificazione CE e di adeguate informazioni di sicurezza in lingua italiana.

Complessivamente i prodotti oggetto di sequestro avrebbero fruttato profitti indebiti stimati in oltre 250 mila euro, fermo restando il potenziale rischio per la salute determinato dall’assunzione di farmaci o presunti tali privi di controllo e senza garanzia sulla corretta produzione e conservazione.


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