Una terza dose di vaccino e misure di prevenzione e informazione più serrate. Questi i principali contenuti della delibera messa a punto dalla regione Toscana per evitare l’aumento della diffusione dell’infezione da meningococco. Sul sito della regione tutte le informazioni sulla CAMPAGNA CONTRO IL MENINGOCOCCO. Pubblicati i dati del nuovo studio dell’Agenzia Regionale di Sanità, con il supporto dell’Istituto Superiore di Sanità e della Asl Toscana centro. La ricerca è tra le più dettagliate condotte finora.
Tredici morti per meningite in due anni. Tra il 2015 e il 2016, la Toscana ha contato 59 nuovi casi. Sono questi i numeri di una situazione che ha spinto la Regione a dichiarare guerra alla diffusione dell’infezione da meningococco. Tra le nuove misure, una terza dose di vaccino antimeningococco C, tra i 6 e i 9 anni e nuove campagne di informazione. Il 27 dicembre, la giunta regionale ha approvato una nuova delibera, prorogando al 30 giugno 2017 la campagna straordinaria di vaccinazione già attiva. Finora nella fascia di età 14-20 anni è stato vaccinato il 70-75% dei ragazzi, ma per il governo locale bisogna fare di più, questa percentuale non è ritenuta ancora sufficiente. Dall’inizio del 2015 ad oggi, infatti, in Toscana sono 59 i casi di meningite da meningococco C: 31 nel 2015, 28 nel 2016.
“A partire dal 2015 la Toscana è stata interessata da un significativo aumento dei casi di meningococco C – ha detto l’assessore al diritto alla salute, Stefania Saccardi – Non possiamo definirla un’emergenza, ma comunque una situazione che ha richiesto misure straordinarie. In alcuni casi l’infezione ha colpito bambini o adulti già vaccinati con una dose di vaccino”. Nel 2015, i casi di meningite sono stati complessivamente 38: 31 da meningococco C, 6 B, 1 W, 1 non noto. “ Da qui – ha aggiunto l’assessore – la decisione di adeguare la nostra strategia vaccinale alla peculiarità della situazione”. Nel 2015 sono decedute 7 persone: 6 che avevano contratto il ceppo C e 1 per il ceppo B. Nel 2016 sono decedute 6 persone, tutte per il ceppo C.
Modifica del calendario vaccinale regionale.
In considerazione della possibile caduta dell’immunità indotta dal vaccino, dopo alcuni anni dalla somministrazione, viene introdotta un’ulteriore dose di vaccino nella fascia pediatrica. La prima dose è consigliata dopo il compimento dell’anno di età dal 13° al 15° mese (preferibilmente al 15°), con vaccino coniugato monovalente C. La seconda dai 6 anni compiuti ai 9 non compiuti, con vaccino coniugato monovalente C. La terza e nuova dose a 13 anni compiuti, con vaccino coniugato tetravalente ACWY. Nella fascia di età 9-20 anni (dai 9 compiuti ai 20 non compiuti), ai ragazzi già vaccinati con una dose di vaccino da più di 5 anni, viene garantita l’offerta attiva e gratuita della seconda o della terza dose, con vaccino coniugato tetravalente ACWY. Nella fase di transizione al nuovo calendario vaccinale, viene garantita l’offerta attiva e gratuita della vaccinazione ai non vaccinati di qualsiasi età, fino al compimento dei 20 anni. La situazione è migliore per i nuovi nati: a 24 mesi di età risulta una copertura del 91%.
Le conclusioni dello studio sulla diffusone del meningococco
In seguito all’incremento dei casi di meningite da meningococco C, la Regione Toscana ha avviato indagini epidemiologiche per identificare i gruppi di popolazione più a rischio, verso i quali indirizzare poi gli interventi vaccinali e anche un’indagine per individuare i portatori sani. Entrambe le indagini sono state condotte dall’Ars, l’Agenzia Regionale di Sanità, con il supporto tecnico/scientifico dell’Istituto Superiore di Sanità e della Asl Toscana centro.
Tra il 1 marzo e il 1 giugno 2016 sono stati effettuati 2.287 tamponi orofaringei in un campione di soggetti di età 11-45 anni. La prevalenza di meningococco è risultata pari al 2,5%. “Lo studio effettuato in Toscana rappresenta la più ampia ricerca condotta in Italia sullo stato di portatore di meningococco in adolescenti e adulti” , ha detto Fabio Voller di Ars.
Per quanto riguarda le morti per meningite, lo studio ha evidenziato che l’età ha influenzato la probabilità di decesso. Infatti, l’età media di coloro che hanno perso la vita è di 52 anni. La letalità tra i soggetti non vaccinati è stata del 23.4% , 11 casi su 47, mentre tra i soggetti vaccinati dell’8.3%, 1 caso su 12. Il vaccino ha inoltre determinato un decorso clinico più favorevole. Per i cinque casi verificatisi tra i vaccinati erano passati più di 5 anni dalla data di somministrazione del vaccino, periodo oltre il quale la protezione del vaccino diminuisce sensibilmente, mentre per un caso era passato un periodo troppo breve tra la data di somministrazione del vaccino e l’inizio dei sintomi per sviluppare una corretta risposta immunitaria.
“Questa è, a nostra conoscenza – ha concluso Voller – la più grande indagine epidemiologica di casi di malattia meningococcica condotta sul campo che ha previsto interviste face-to-face, analisi di cartelle cliniche ed epidemiologiche, utilizzo di dati microbiologici e di elementi di field epidemic intelligence. Lo studio ha permesso di individuare categorie di rischio per lo sviluppo di MBI da meningococco C, ovvero gruppi target verso i quali dovranno essere pianificate strategie vaccinali ad hoc al fine di interrompere la catena del contagio”.