Please wait...

morbillo.jpg

Nel 2018 in Italia 2526 persone hanno avuto il morbillo, e 8 di loro sono morte.

Meno dunque del 2017, in cui erano state oltre 5300. Quasi l’80% dei casi del 2018 si è concentrato in Sicilia, Campania, Lazio, Calabria e Lombardia (di cui oltre la metà in Sicilia) e l’età media è stata di 25 anni. Quasi un quinto dei casi (488) si è avuto in bambini con meno di 5 anni, di cui 161 sotto l’anno di vita.

Lo riporta l’ultimo bollettino Morbillo & Rosolia News pubblicato dall’Istituto superiore di sanità (Iss). Quasi la metà dei malati (47%) ha avuto almeno una complicanza, di cui la più frequente è stata la stomatite, seguita da diarrea e cheratocongiuntivite. Ve ne sono state però anche di più gravi, come 252 casi di epatite, 252 di polmonite, 190 di laringo-tracheobronchite e 179 di insufficienza respiratoria. Delle otto persone morte, una era un bambino di 10 mesi, mentre gli altri erano adulti. Il 58,1% dei casi segnalati è stato ricoverato mentre un ulteriore 17,2% è andato al Pronto Soccorso.

Nel 2018, l’incidenza di casi di morbillo a livello nazionale è stata di 42 casi per milione di abitanti. Il numero dei casi negli anni mostra un andamento con picchi e cali. Complessivamente dal 2013 sono stati segnalati 13.001 casi di morbillo di cui 2.270 nel 2013, 1.695 nel 2014, 256 nel 2015, 861 nel 2016, 5.393 nel 2017 e 2.526 nel 2018. I maggiori picchi (oltre 300 casi) si sono osservati nei mesi di giugno 2013 e gennaio 2014, cui è seguito un calo nel 2015, una ripresa nel 2016, e un nuovo picco di 973 casi a marzo 2017. Dopo una progressiva diminuzione dei casi, a gennaio 2018 si è avuta una nuova ripresa della trasmissione che ha raggiunto il picco ad aprile 2018 con 468 casi per poi diminuire progressivamente fino a raggiungere 54 casi nel mese di settembre 2018, e rimanere stabile fino a dicembre 2018. Sempre nel 2018 sono stati segnalati anche 23 casi di rosolia con un’età media di 24 anni. 


morbillo.jpg

L’Ufficio regionale per l’Europa dell’Oms ha pubblicato nuovi dati per il 2017. Il numero più alto di persone colpite è stato segnalato in Romania (5562), Italia (5006) e Ucraina (4767): colpa del calo della copertura vaccinale di routine e di sistemi di sorveglianza delle malattie poco efficaci.

Europa: 304% dei casi di morbillo in più nel 2017, dai 5.273 del 2016 ai 21.315 dello scorso anno. La malattia che ha colpito, appunto, 21.315 persone e causato 35 morti, dopo il minimo storico nell’anno precedente.

E in Italia va peggio con un aumento – dagli 862 casi del 2016 ai 5006 del 2017 – del 481%, il 23% di tutti i casi di morbillo della Regione europea Oms.

L’Ufficio regionale per l’Europa dell’Oms ha pubblicato nuovi dati per il 2017.

“Ogni nuova persona colpita dal morbillo in Europa ci ricorda che i bambini e gli adulti non vaccinati, indipendentemente da dove vivono, rimangono a rischio di contrarre la malattia e di diffonderla ad altri che potrebbero non essere in grado di farsi vaccinare. Oltre 20.000 casi di morbillo e 35 vite perse solo nel 2017 sono una tragedia che non possiamo accettare “, afferma il direttore regionale dell’Oms per l’Europa.

“L’eliminazione di morbillo e rosolia è un obiettivo prioritario a cui tutti i paesi europei si sono impegnati fermamente per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile legati alla salute”, continua Jakab. “Questa battuta d’arresto non può impedire il nostro impegno di liberare i nostri bambini da queste malattie una volta per tutte”.

Grandi epidemie di morbillo colpiscono 1 su 4 paesi europei. L’ondata di casi di morbillo nel 2017 ha incluso quelle che l’Oms definisce “grandi epidemie” (100 o più casi) in 15 dei 53 paesi della Regione.

Il numero più alto di persone colpite è stato segnalato in Romania (5562), Italia (5006) e Ucraina (4767). Questi paesi hanno avuto una serie di eventi negativi negli ultimi anni, come il calo della copertura complessiva delle vaccinazioni di routine, la copertura costantemente bassa tra alcuni gruppi emarginati, interruzioni nell’approvvigionamento di vaccini o sistemi di sorveglianza delle malattie poco efficaci.

Grecia (967), Germania (927), Serbia (702), Tagikistan (649), Francia (520), Federazione russa (408), Belgio (369), Regno Unito (282), Bulgaria (167), Spagna (152), Cecenia (146) e Svizzera (105) hanno registrato ampi focolai, molti dei quali in calo alla fine del 2017.

Le azioni per fermare gli attuali focolai e prevenirne di nuovi si stanno organizzando su vari fronti. Includono la sensibilizzazione dell’opinione pubblica, l’immunizzazione degli operatori sanitari e di altri adulti particolarmente a rischio, affrontando i problemi nell’accesso e migliorando la pianificazione e la logistica dell’offerta.

I progressi continuano nonostante la ripresa dei casi
Il processo di verifica dell’eliminazione del morbillo e della rosolia per paese, introdotto nel 2012, ha avvicinato la Regione al suo obiettivo di eliminazione di queste patologie.

Ogni anno, la Commissione di verifica regionale indipendente (RVC) esamina i dati dei paesi e le attività di immunizzazione e raccomanda azioni per risolvere le sfide specifiche dei singoli. Alla fine del 2016, 42 dei 53 paesi della regione avevano interrotto la trasmissione endemica del morbillo. Tuttavia, i focolai continueranno a verificarsi fino a quando tutti i bambini e gli adulti suscettibili non saranno protetti.


morbillo.jpg

Il bilancio lo fa il primo bollettino mensile del 2018 curato dall’Istituto superiore di sanità. Nel corso del 2017 registrati 4 decessi. Nove casi su dieci in otto Regioni. Nel Lazio la regione con il tasso di incidenza più elevato seguita dal Piemonte. Il 95% dei casi era non vaccinato o vaccinato con una sola dose. Tra gli operatori sanitari registrati 322 casi.

Dall’inizio del 2013 sono stati segnalati 10.065 casi di morbillo di cui 2.258 nel 2013, 1.696 nel 2014, 258 nel 2015, 862 nel 2016 e 4.991 nel 2017, con 4 decessi accertati.

Solo nell’ultimo anno quindi abbiamo avuto quasi sei volte i casi dell’anno precedente. Una vera e propria epidemia che ha allarmato anche l’Europa e che ci ha visti secondi per numero di casi solo alla Romania.

I dati sono contenuti nel primo bollettino mensile del 2018 dell’Istituto superiore di sanità.

Nel 2017, l’incidenza di casi di morbillo a livello nazionale è stata pari a 8,2/100.000 ma il 90% dei casi è stato segnalato da otto Regioni: Lazio (n=1.699), Lombardia (n=787), Piemonte (n=629), Sicilia (n=425), Toscana (n=370), Veneto (n=288), Abruzzo (n=173) e Campania (n=108).

La regione Lazio ha riportato il tasso d’incidenza più elevato (28,8 casi/100.000 abitanti), seguita dal Piemonte (14,3/100.000) e dall’Abruzzo (13,1/100.000).

Il 79% dei casi è stato confermato in laboratorio. Il 95% dei casi era non vaccinato o vaccinato con una sola dose.

L’età mediana dei casi è stata pari a 27 anni (range: 1 giorno – 84 anni). Il 17,4% dei casi (n=870) aveva meno di cinque anni di età (incidenza 34,8 casi/100.000). Di questi, 282 erano bambini al di sotto dell’anno di età (incidenza 60,3 casi/100.000). Il 49,2 % dei casi si è verificato in soggetti di sesso maschile. L’87,5% dei casi per cui è noto lo stato vaccinale (n=4.061/4.991) era non-vaccinato e il 7,2% aveva effettuato una sola dose di vaccino. L’1,6% aveva ricevuto due dosi e il 3,7% non ricorda il numero di dosi.

Il 35,8% dei casi (1.786/4.991) ha riportato almeno una complicanza. La complicanza più frequente è stata la diarrea, riportata in 793 casi (15,9%). Sono stati segnalati 378 casi di polmonite (7,6%) e 2 casi di encefalite. Altre complicanze riportate includono casi di stomatite (730 casi), cheratocongiuntivite (496 casi) ed epatite (444 casi).

Il 44,8% dei casi è stato ricoverato e un ulteriore 22% si è rivolto ad un Pronto Soccorso. Sono stati segnalati quattro decessi, di cui tre bambini sotto i 10 anni di età (rispettivamente 1, 6 e 9 anni) e una persona di 41 anni, tutti non vaccinati. In tutti i casi erano presenti altre patologie di base e la causa del decesso è stata insufficienza respiratoria.

I focolai si sono verificati in ambito familiare, scolastico, e spesso anche in quello nosocomiale.

Sono stati segnalati 322 casi tra operatori sanitari in 18 Regioni (tutte eccetto Valle d’Aosta, Molise e P.A. Bolzano).


morbillo.jpg

Nel 2016 per la prima volta il numero di morti per morbillo nel mondo è sceso sotto i 100mila.

Lo afferma un rapporto dell’Oms, secondo cui però l’obiettivo di eliminazione del virus è ancora lontano, con quasi 21 milioni di bambini che non vengono vaccinati. La stima degli esperti è che ci siano stati 90mila morti lo scorso anno, un calo dell’84% rispetto ai 550mila del 2000.

«Poter salvare una media di 1,3 milioni di vite all’anno grazie al vaccino è un progresso incredibile» afferma Robert Linkins, della Measles and Rubella Initiative (MR&I) «e ci fa pensare che un mondo libero dal virus sia possibile, forse anche probabile, nel prossimo futuro».

In totale nel 2016 sono stati notificati oltre 130mila casi, concentrati nel settore del Pacifico occidentale e in Africa. In Europa ne sono riportati circa 4200, mentre l’America, che ha lo status di “morbillo free” ha notificato solo 12 casi. Metà dei bambini non vaccinati, sottolinea il rapporto, vive in sei paesi: Nigeria, India, Pakistan, Indonesia, Etiopia e Repubblica Democratica del Congo.

ANSA


morbillo.jpg

Morbillo: elevati i costi da pagare – sia in termini di salute sia economici – quando la copertura vaccinale scende anche di poco come conseguenza di esitazione a vaccinare i figli: per ogni riduzione del 5% della copertura per la vaccinazione morbillo-parotite-rosolia, i casi di morbillo si triplicano e i costi aumentano di 2,1 milioni di dollari, solo di spesa pubblica per fronteggiare i casi aggiuntivi.

Sono le stime che emergono da simulazioni eseguite su dati americani da Nathan Lo della Stanford University School of Medicine, in California e Peter Hotez, del Baylor College of Medicine a Houston. Lo studio, frutto di simulazioni di differenti scenari di esitazione al vaccine e quindi differenti cali di copertura, è stato pubblicato sulla rivista Jama Pediatrics. Gli esperti sono partiti da dati dei Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie in Usa ed hanno stimato l’aumento dei casi di morbillo e la comparsa di focolai epidemici nei diversi stati Usa in seguito a ipotetici cali della copertura vaccinale dei bambini di 2-11 anni, cali che inesorabilmente finiscono per verificarsi quando da parte delle famiglie c’è esitazione nei confronti delle vaccinazioni e quindi ritardi negli appuntamenti del calendario vaccinale.

L’aumento dei casi conseguente a un calo di copertura di appena il 5% risulta di circa tre volte, per un totale di circa 150 casi aggiuntivi; la spesa in più si stima sia pari a 2,1 milioni di dollari.

ANSA


morbillo.jpg

Salgono a 3.232 i casi di morbillo registrati in Italia dall’inizio 2017. Di questi, 192 hanno riguardato neonati sotto l’anno di vita e due hanno portato alla morte. Relativamente al solo mese di giugno, i casi notificati sono stati 184, erano stati 85 nello stesso mese del 2016.

E’ quanto emerge dal 14/mo bollettino settimanale (aggiornato al 25 giugno) a cura di Ministero della Salute e Istituto superiore della sanità (ISS), nato per monitorare l’epidemia in corso nel nostro Paese. Si tratta, non di tutti i casi verificatisi, bensì solo di quelli arrivati a conoscenza delle autorità.

Nei primi sei mesi del 2017, sono stati 246 i casi tra gli operatori sanitari, cioè una categoria particolarmente a rischio di contagiare persone che presentano un sistema immunitario indebolito.

Quasi tutte le Regioni (18 su 21) hanno segnalato casi, ma il 90% proviene da 7: Piemonte, Lazio, Lombardia, Toscana, Abruzzo, Veneto e Sicilia. L’età media è di 27 anni, l’89% non era stato vaccinato, il 7% aveva ricevuto una sola dose, il 35% ha avuto almeno una complicanza, il 40% è stato ricoverato, il 16% si è recato in pronto soccorso. Le complicanze più di frequenti sono state diarrea, stomatite, congiuntivite, polmonite, epatite e insufficienza respiratoria.

ANSA


morbillo.jpg

L’epidemia di morbillo che si è scatenata in Italia non ha risparmiato nessuna zona d’Italia. Anche in Toscana l’aumento rispetto all’anno precedente è stato esponenziale: dal primo gennaio al 30 aprile i casi di morbillo sono stati 249, erano stati 26 nell’intero 2016. Di fronte a questi dati allarmanti l’assessore regionale al diritto alla salute, Stefania Saccardi, lancia un appello in favore delle vaccinazioni, rivolgendosi ai genitori, ma anche a tutti gli operatori sanitari.

Meno vaccinazioni, più casi di morbillo, tra i bambini ma anche tra gli adulti. Accade in Toscana, come in molte altre regioni. Per questo motivo l’assessore regionale al diritto alla salute, Stefania Saccardi, lancia un appello in favore delle vaccinazioni. “Un appello – ha detto l’assessore –  che rivolgo prima di tutto ai genitori di bambini in età di vaccinazione: quella contro il morbillo non è tra le vaccinazioni obbligatorie, ma tra quelle cosiddette raccomandate. Però la malattia può avere conseguenze anche pesanti, mentre le reazioni indesiderate sono molto lievi. Un analogo appello lo rivolgo agli operatori sanitari: sono molti i medici e gli infermieri che quest’anno hanno contratto il morbillo, in molti casi da pazienti ricoverati. E’ quindi opportuno che chi sta a contatto con i pazienti si vaccini contro il morbillo, per la propria salute, quella dei propri familiari e quella dei pazienti”.

Dopo l’escalation dei casi di morbillo, e il concomitante calo delle vaccinazioni, fenomeni che si stanno entrambi riscontrando in Toscana come nel resto d’Italia, l’assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi rivolge un appello alla vaccinazione, in particolare ai genitori e agli operatori sanitari. “Voglio ricordare ancora una volta – ha aggiunto – che la vaccinazione è un atto che riguarda non solo chi la fa, ma l’intera comunità: chi si vaccina protegge non solo se stesso, ma anche chi, per motivi di salute, non può vaccinarsi ed è quindi più esposto. E’ quello che gli esperti chiamano effetto gregge: per garantirlo, la copertura vaccinale deve essere del 95%, mentre anche in Toscana è scesa molto al di sotto di questo livello”.

Il calo delle vaccinazioni
Anche in Toscana, dove pure il livello di copertura è più alto rispetto alla media nazionale, nessuna vaccinazione raggiunge il livello del 95% che garantisce l’immunità di gregge. In particolare per quanto riguarda la vaccinazione antimorbillo, che viene fatta assieme a parotite e rosolia, si è scesi dal 91,25% del 2006 all’88,67% del 2015. E nel 2016, ma i dati non sono ancora definitivi, si è perso qualche altro punto percentuale.

Il quadro epidemiologico del morbillo
I dati dell’Istituto Superiore di Sanità dicono che dal 1° gennaio al 30 aprile del 2017 i casi di morbillo segnalati in Italia sono stati 1.920: di questi, l’88% non erano vaccinati, e l’8% avevano ricevuto una sola dose di vaccino; 176 i casi segnalati tra operatori sanitari.
In Toscana, nello stesso periodo, i casi di morbillo sono stati 249. Erano stati 26 nell’intero 2016, 20 nel 2015, 65 nel 2014, 102 nel 2013. Dei 249 casi di quest’anno, solo 47 erano vaccinati, mentre l’81,1% non aveva copertura vaccinale. Di questi 249, 39 erano operatori sanitari. Sempre per quanto riguarda i 249 casi del 2017, il 14,9% sono arrivati al pronto soccorso, il 41,8% sono stati ricoverati. Sui 249 casi, 121 (il 48,6%) hanno riportato almeno una complicanza, tra cui diarrea, stomatite, epatite, insufficienza respiratoria, polmonite, otite.

La vaccinazione antimorbillo
Secondo quanto indica il calendario regionale delle vaccinazioni, la vaccinazione contro il morbillo consta di 2 dosi, per via sottocutanea, di cui la prima al 14-15esimo mese, in preparazioni combinate con i vaccini contro la parotite e la rosolia – Mpr – o contro parotite, rosolia e varicella – Mprv -, la seconda dose è prevista a 5 – 6 anni. Nelle età successive, la vaccinazione è offerta a tutti i soggetti a rischio. Nei contatti dei casi e in occasione di focolai epidemici, la vaccinazione viene offerta attivamente a tutti.


morbillo.jpg

I casi complessivi del 2016 sono stati 844, mentre dall’inizio del nuovo anno ad oggi sono stati già segnalati più di 700 casi. La maggior parte dei casi sono stati segnalati da sole quattro Regioni: Piemonte, Lazio, Lombardia e Toscana. Secondo il ministero il fenomeno è in gran parte conseguente al numero crescente di genitori che rifiutano la vaccinazione.

Il Ministero della Salute lancia l’allarme morbillo. Nei primi due mesi e mezzo dell’anno abbiamo infatti quasi raggiunto la quota complessiva dei casi registrati nel 2016 quando in tutto si ebbero 844 casi di morbillo. Da gennaio ad oggi il morbillo ha invece già colpito 700 persone con un incremento, rispetto allo stesso periodo del 2016, di oltre il 230%.

La maggior parte dei casi sono stati segnalati da sole quattro Regioni: Piemonte, Lazio, Lombardia e Toscana. Più della la metà dei casi rientra nella fascia di età 15-39 anni. Sono stati notificati anche diversi casi a trasmissione in ambito sanitario e in operatori sanitari.

“Il morbillo – sottolinea il Ministero – continua a circolare nel nostro Paese a causa della presenza di sacche di popolazione suscettibile, non vaccinata o che non ha completato il ciclo vaccinale a 2 dosi. Ciò è in gran parte dovuto al numero crescente di genitori che rifiutano la vaccinazione, nonostante le evidenze scientifiche consolidate e nonostante i provvedimenti di alcune regioni che tendono a migliorare le coperture, anche interagendo con le famiglie e i genitori”.

“Nonostante il Piano di eliminazione del morbillo sia partito nel 2005 – sottolinea il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin –  e la vaccinazione contro il morbillo sia tra quelle fortemente raccomandate e gratuite, nel 2015 la copertura vaccinale contro il morbillo nei bambini a 24 mesi (coorte 2013) è stata dell’85,3% (con il valore più basso pari al 68% registrato nella PA di Bolzano e quello più alto in Lombardia con il 92,3%), ancora lontana dal 95% che è il valore soglia necessario ad arrestare la circolazione del virus nella popolazione”.

“È ora indispensabile – precisa –  intervenire rapidamente con un impegno e una maggiore responsabilità a tutti i livelli, da parte di tutte le istituzioni e degli operatori sanitari, per rendere questa vaccinazione fruibile, aumentandone l’accettazione e la richiesta da parte della popolazione. Analogamente le amministrazioni regionali e delle aziende sanitarie, così come pediatri e medici di medicina generale devono promuovere una campagna di ulteriore responsabilizzazione da parte dei genitori e delle persone non immuni di tutte le età affinché non rinuncino a questa fondamentale opportunità di prevenire una malattia che può essere anche letale”.

“Il Ministero – conclude –  attiverà ogni possibile procedura per garantire la piena realizzazione degli obiettivi del recente Piano nazionale di prevenzione vaccinale e per riguadagnare rapidamente le coperture vaccinali che si sono abbassate pericolosamente nel corso degli ultimi anni”.


logo footer

Via G. Nelli, 23 (angolo Piazza Montanelli)
50054 Fucecchio (FI)

Mail: info@farmaciaserafini.net

Tel: 0571 – 20027 (2 linee r.a.)
Fax: 0571 – 20027 (2 linee r.a.)

P.Iva 05439190488

Carte accettate

carte

Il Nostro Progetto

Logo Ivita Italia

Copyright farmacia Serafini 2016. Tutti i diritti riservati.