Il visore di realtà aumentata, indossato dal chirurgo, permette di aggiungere alla realtà informazioni essenziali sul paziente e guidarlo durante l’intervento.
Si è conclusa con successo presso il Policlinico di S. Orsola di Bologna la prima operazione chirurgica al mondo condotta, come sempre, in una sala operatoria reale, ma in cui il chirurgo, durante l’intervento, vedeva di fronte a sé anche elementi virtuali, in grado di supportarlo e guidarlo. Questo è stato possibile grazie a un visore di Realtà Aumentata all’avanguardia, VOSTARS, che il chirurgo ha indossato durante l’intervento.
L’intervento pilota, un’operazione di chirurgia maxillo-facciale, consisteva nel resecare e riposizionare mascella e mandibola di un paziente per ripristinare le funzionalità del morso.
“Grazie al visore VOSTARS – commenta Giovanni Badiali, responsabile del progetto presso il Policlinico di S. Orsola di Bologna, che ha eseguito l’operazione – prima dell’intervento abbiamo visualizzato nella realtà aumentata l’anatomia di scheletro facciale, mascellari e linee di taglio. Nel passo successivo, durante l’operazione il dispositivo ha consentito di visualizzare una linea tratteggiata in 3D direttamente sull’osso del paziente, mostrando il percorso da seguire con lo strumento chirurgico. Con l’aiuto del visore siamo riusciti ad eseguire il taglio della mascella con la precisione richiesta”.
Ulteriori sperimentazioni sono in calendario al Policlinico. “Una volta a regime, il sistema permetterà una riduzione dei tempi degli interventi e un aumento della precisione”, afferma Badiali.
“Noi vogliamo continuare a investire sulla nostra sanità regionale, che oltre a garantire risposte ai bisogni di salute delle persone a livelli senza eguali nel Paese, si conferma sempre di più spazio di ricerca continua e di innovazione – ha sottolineato il presidente della Regione, Stefano Bonaccini- Il fatto che la prima operazione chirurgica al mondo, eseguita con un visore di ‘Realtà Aumentata’, sia avvenuta in una sala operatoria del Policlinico Sant’Orsola-Malpighi di Bologna è per noi motivo di grande orgoglio. Desidero ringraziare gli scienziati e i tecnici che hanno lavorato affinché tutto questo, frutto di un progetto europeo, potesse realizzarsi e trovare applicazione. Le nostre strutture ospedaliere – ha aggiunto Bonaccini – si confermano ancora una volta realtà d’eccellenza, in grado di accogliere e utilizzare, grazie alle altissime competenze di chi ci lavora quotidianamente, le apparecchiature più sofisticate. L’utilizzo al Policlinico Sant’Orsola-Malpighi del Vostars è stato preceduto, pochi giorni fa, dal primo caso al mondo di intervento chirurgico, questa volta al Maggiore di Bologna, eseguito interamente con il robot di asportazione contemporanea di colon e fegato con tecnica alpps. Tutto questo, e lo voglio ricordare – ha concluso il presidente – al servizio dei nostri cittadini”.
Grazie a una videocamera, VOSTARS combina le immagini di fronte al chirurgo con le immagini radiologiche del paziente, e fa in modo che le due restino perfettamente coerenti e a fuoco. Inoltre, durante le fasi dell’intervento dove la guida virtuale accurata non è richiesta (come all’inizio o alla fine), il visore può diventare trasparente permettendo al chirurgo di avere una vista naturale del campo operatorio direttamente con i propri occhi. La possibilità di passare tra la vista mediata dalla videocamera – “video see -through” – a quella naturale con il visore trasparente – “optical see-through”- è la caratteristica distintiva di VOSTARS il cui acronimo significa appunto “Video-Optical See-Through Augmented Reality System”.
Fino a questo momento la realtà aumentata non è stata sfruttata appieno in sala operatoria. I visori attualmente in commercio rendono disponibili direttamente nel campo visivo alcuni contenuti digitali, come per esempio l’immagine tridimensionale dell’organo da operare. Queste immagini virtuali, ottenute dagli scanner radiologici (come TAC e Risonanza Magnetica) vengono di solito visualizzate dal medico prima dell’operazione, per aiutarlo nella preparazione dell’intervento. “Non era mai accaduto fino ad ora, però, – spiega Vincenzo Ferrari, ingegnere biomedico al Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa e coordinatore del team europeo che ha progettato VOSTARS – che un visore fosse usato per guidare il vero e proprio atto chirurgico, a causa della difficoltà per il nostro occhio nel mettere a fuoco gli oggetti reali e virtuali contemporaneamente”.
La messa a fuoco degli oggetti virtuali implica infatti che quelli reali siano visti sfocati, perché l’occhio li percepisce a due distanze diverse. Questo non può ovviamente accadere nel momento in cui il medico ha un bisturi in mano, e fino ad ora è stato quindi impossibile sfruttare l’informazione virtuale per guidare l’operazione.
Eventuali informazioni aggiuntive su paziente e intervento devono quindi essere riportate su un monitor esterno, obbligando il medico a spostare lo sguardo e la concentrazione dal paziente al monitor, con un continuo passaggio che risulta faticoso e talvolta inefficace.
Il visore VOSTARS è stato sviluppato per far fronte a questi problemi. Frutto di un progetto europeo, ha visto scienziati e tecnici di quattro paesi diversi lavorare per tre anni con lo scopo di mettere a punto un visore chirurgico indossabile altamente innovativo, in grado di rendere disponibili direttamente nel campo visivo del chirurgo, anche durante l’operazione, le informazioni specifiche relative al paziente e quelle più generali che riguardano gli organi coinvolti nell’intervento.
“Per farlo – prosegue Ferrari – abbiamo dovuto risolvere problemi molto complessi, che riguardano principalmente la coordinazione occhio-mano e la coerenza tra l’immagine reale e quella virtuale temporalmente, spazialmente ed in termini di messa a fuoco. E’ ovvio che se il chirurgo deve seguire una linea di taglio virtuale queste deve apparire nel posto giusto ed al momento giusto dell’intervento, ma ottenerlo non è banale. Inoltre, la guida virtuale ed il paziente devono poter essere messi a fuoco contemporaneamente per permettere al chirurgo di seguirla col bisturi”.