I dispositivi elettronici stanno trasformando i Millenials in una generazione di gobbi.
Uno dei ‘nemici’ da combattere in questo caso è il cosiddetto ‘tech neck’ (letteralmente collo da tecnologia): si tiene la testa piegata in avanti a lungo, perché concentrati su smartphone e tablet. È una condizione dolorosa, sempre più comune, che porta il collo a perdere la sua curvatura naturale – e provoca uno squilibrio fisiologico nella parte superiore del corpo. Precedentemente osservato durante la mezza età ad esempio su dentisti che si sporgono verso i pazienti, il problema si sta ora materializzando nelle giovani generazioni.
«Adesso, i ventenni hanno la salute della spina dorsale di una persona di 30 o di 40 anni. È un’epidemia», spiega il chiropratico Christian Kang. Quando la postura peggiora, avvertono gli esperti, i muscoli della parte superiore della schiena si allungano, mentre quelli nella parte anteriore del corpo si indeboliscono e il collo si spinge in avanti, il che può far sentire la testa almeno quattro chili e mezzo più pesante.
Ciò ha un impatto sulla respirazione e può averlo persino sui livelli di ansia. Secondo lo specialista Vito Minervini, le giovani donne sono particolarmente sensibili a questa condizione perché hanno una bassa densità muscolare nella parte superiore del corpo. Negare di avere un problema non aiuta: meglio intervenire, facendo pause in piedi, esercizi con il foam roller o lo yoga. Gli esperti consigliano inoltre di tenere i dispositivi aiutandosi con i gomiti a 180 gradi perché lo schermo sia davanti ai volti.
ANSA